Economia

Un’industria a zero emissioni è possibile?

Per provare a raggiungere l’obiettivo, l’1 febbraio è stato presentato ufficialmente il Green Deal Industrial Plan, fondato su quattro pilastri. Che ti raccontiamo
Credit: Quotidiano di Puglia
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8 febbraio 2023 Aggiornato alle 07:00

Il cambiamento climatico ha spinto l’Europa e il mondo intero a ripensare le loro priorità. Numerosi sono gli ostacoli da affrontare e le misure da prendere.

Per questo l’Europa ha scelto di scendere in campo per avviare finalmente un processo di transizione energetica. Nel 2019, è stato presentato alla Commissione europea, il Green Deal Europeo. Una nuova normativa europea che si pone come obiettivo quello di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Con l’espressione neutralità climatica si intende: zero emissioni di gas a effetto serra, una crescita economica sostenibile e il potenziamento del rispetto verso le persone e l’ambiente. Questo tipo di economia viene chiamato anche Economia a zero emissioni nette.

Per raggiungere tale obiettivo, l’Europa deve dimostrare di saper produrre tecnologie che portino a una vera e propria transizione verde.

A gennaio 2023, al Forum economico mondiale di Davos viene annunciato dalla Presidente Ursula Von Der Leyen il piano industriale del Green Deal - il Green Deal Industrial Plan -, che è stato ufficialmente presentato il 1 febbraio 2023. Il finanziamento per tale misura giungerà da un terzo dei 1800 miliardi del piano per la ripresa NextGenerationEu e dal Bilancio settennale dell’Unione Europea.

Il piano industriale è fondato su quattro pilastri. Quali sono?

Un quadro normativo più semplice, ossia un quadro che sia adatto a una rapida diffusione della legge industriale basate su zero emissioni nette.

La normativa si basa su autorizzazioni rapide che promuovono progetti strategici europei ed elaborano norme che sostengono l’espansione di tecnologie utili al mercato unico. Il quadro godrà dell’integrazione di una nuova normativa sulle materie prime critiche, ossia materiali di strategica importanza economica per l’Europa e caratterizzati allo stesso tempo da alto rischio di fornitura, come a esempio le terre rare. In aggiunta sarà completato da una riforma dell’assetto del mercato dell’energia elettrica, in modo tale che i consumatori possano beneficiare dei minori costi delle energie rinnovabili.

Il secondo, prevede un acceleramento degli investimenti e dei finanziamenti che mirano a produrre nuove tecnologie pulite in Europa. Tali finanziamenti pubblici mirano a sbloccare i grandi finanziamenti privati che sono necessari per una transizione verde. La Commissione prevede di consultare gli Stati membri affinché possano modificare il quadro temporaneo degli aiuti di Stato in caso di crisi e transizione, rendendo più semplice e veloce la concessione di aiuti.

Ad oggi i maggiori finanziamenti si concentrano su RepowerEu, Invest Eu e sul Fondo per l’innovazione, ma l’obiettivo è quello di sbloccare ulteriori finanziamenti.

Il terzo pilastro mira a un miglioramento delle competenze, al fine di creare posti di lavoro di maggiore qualità e con migliore retribuzione. Questo è un elemento fondamentale del piano, dato che il 35% e il 40% di tutti i posti di lavoro potrebbe interessare la transizione verde. A riguardo, per raggiungere le migliori competenze la Commissione prevede di istituire un Academy per l’industria a zero emissioni, esaminando la possibilità di creare una combinazione tra un approccio che dia il giusto valore alle competenze (“skills-first” approach) e approcci esistenti basati sulle qualifiche.

L’ultimo si fonda sulla cooperazione globale e il contributo del commercio alla transizione verde.

Tale commercio deve rispettare i principi della concorrenza leale e del commercio aperto. Pertanto, la Commissione prosegue nello sviluppo di una forte rete di accordi di libero scambio e di una solida cooperazione con i suoi partner. Il suo obiettivo rimane, inoltre, di salvaguardare il commercio unico da un commercio che non rispetti il settore delle tecnologie pulite.

Gli obiettivi da raggiungere sono numerosi e prevedono anche la partecipazione di ognuno di noi. La Presidente Ursula Von der Leyen ricorda che il loro raggiungimento è essenziale, infatti: «Per le nostre imprese e i nostri cittadini, ciò significa trasformare le competenze in posti di lavoro di qualità e l’innovazione in una produzione di massa, grazie a un quadro più semplice e più rapido. Un migliore accesso ai finanziamenti consentirà alle nostre principali industrie delle tecnologie pulite di crescere rapidamente».

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