Diritti

Corea del Nord: missili mai così vicini a Seoul

Il presidente Yoon Suk-yeol: «Pagheranno per le provocazioni: questa è un’invasione territoriale». L’attacco sarebbe una ritorsione contro le esercitazioni congiunte di Corea del Sud e Usa
Credit: EPA/KCNA EDITORIAL USE ONLY
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
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2 novembre 2022 Aggiornato alle 21:00

La mattina del 2 novembre, la Corea del Nord ha lanciato una serie di missili al largo delle sue coste occidentali, nel Mar Giallo, e orientali, nel Mar del Giappone. Uno di questi è caduto vicino alle coste della Corea del Sud, che ha attivato l’allarme antiaereo e ha lanciato tre missili in risposta nelle acque internazionali vicino al territorio del Nord.

Al momento non è chiaro quanti missili siano stati effettivamente sganciati dalla Corea del Nord, né la distanza minima raggiunta rispetto alla Corea del Sud. Reuters parla di «almeno 23 missili in mare», di cui uno atterrato «a meno di 60 km (40 miglia) dalle coste sudcoreane».

Secondo Choe Sang-Hun, capo dell’ufficio di Seoul per il New York Times, i missili sarebbero invece «almeno 25» e uno di questi sarebbe atterrato «a 103 miglia (circa 165 km, ndr.) a nord-ovest di Ulleung», un’isola al largo della costa orientale della Corea del Sud con una popolazione di circa 9.000 abitanti.

Quello che è certo è che si tratta del maggior numero di missili lanciati dalla Corea del Nord in un solo giorno, e che un missile sia atterrato vicino alle acque territoriali di Seul per la prima volta dalla divisione della penisola nel 1945.

Il presidente della Corea del Sud, Yoon Suk-yeol, ha parlato di «invasione territoriale» de facto promettendo una «risposta rapida e ferma», mentre il direttore delle operazioni del Joint Chiefs of Staff (Jcs) dell’esercito sudcoreano, Kang Shin-chul, lo ha definito un atto «insolito e inaccettabile».

I lanci sono arrivati poche ore dopo che Pyongyang aveva chiesto a Stati Uniti e Corea del Sud di interrompere le esercitazioni militari congiunte iniziate il 31 ottobre per contrastare potenziali minacce nucleari da parte della Corea del Nord, affermando che «avventatezza e provocazioni militari non possono più essere tollerate».

«Se gli Stati Uniti e la Corea del Sud tentano di usare le forze armate contro la Rpdc (Repubblica popolare democratica di Corea, ndr.) senza alcun timore, i mezzi speciali delle forze armate della Rpdc svolgeranno la loro missione strategica senza indugio e gli Stati Uniti e la Corea del Sud dovranno affrontare un caso terribile e pagare il prezzo più orribile della storia», si leggeva in una dichiarazione inviata Pyongyang.

Gli Stati Uniti hanno condannato il nuovo lancio di missili, e un portavoce del Dipartimento di Stato americano ha affermato che il gesto rappresenta una violazione di diverse risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e minaccia la pace e la stabilità nella regione.

Preoccupato anche il Giappone. «Questi ripetuti lanci di missili con una frequenza così elevata sono inaccettabili», ha dichiarato il primo ministro giapponese Fumio Kishida, che ha convocato il Consiglio di sicurezza nazionale a causa delle crescenti tensioni nella penisola coreana.

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