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Codice della strada: quali sono i punti della riforma?

Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al disegno di legge, che prevede tolleranza zero su droghe e alcol, ma anche nuove norme sui neopatentati e sui monopattini
Credit: cottonbro studio
Tempo di lettura 7 min lettura
3 luglio 2023 Aggiornato alle 15:00

Dall’istituzione del reato di omicidio stradale qualcosa si è mosso nella legislazione italiana sul tema codice della strada. Un interesse dato forse anche dagli ultimi drammatici fatti di cronaca che hanno visto come vittima un bambino a Roma, reo soltanto di essersi trovato sulla strada di alcuni youtuber, più preoccupati forse di filmare le loro azioni che della sicurezza in strada. Servono misure stringenti e importanti per far capire l’importanza di mettersi alla guida.

Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al Ddl sulla sicurezza stradale e la delega per la riforma del Codice della Strada. Questo impone tolleranza zero per persone, alterate da alcol o sostanze stupefacenti, alla guida ma anche per chi usa il cellulare al volante. Stretta anche per i neopatentati che non potranno guidare supercar per i primi tre anni (il limite attuale è di un anno).

Nel nuovo codice ci saranno poi norme per i monopattini e per la tutela dei ciclisti. L’obiettivo del Governo è coniugare sanzioni e prevenzione, prevista per questo anche una delega al Mit per rivedere l’intero sistema di multe e sanzioni stradali.

Codice della strada cos’è e cosa prevede

Il codice della strada è un complesso di norme nella forma di codice emanate per regolare la circolazione su strada di pedoni, veicoli e animali. Ogni Stato definisce il contenuto, le modalità di esecuzione e attuazione di tali norme in base al proprio ordinamento giuridico. Già dagli antichi romani, che costituirono una delle prime reti più organizzate, si parla di sicurezza nelle strade. Giulio Cesare promulgò la Lex Iulia Municipalis, una legge che comprendeva un insieme di regole riguardanti l’accesso e la conduzione dei carri all’interno della città.

La prima norma su questo tema dello Stato italiano fu la legge 20 marzo 1865, n. 2248, che stabiliva alcune regole sulla velocità e il corretto comportamento per i conducenti dei veicoli a trazione animale. Il regio decreto 2 dicembre 1928 n. 3179 del periodo fascista introdusse l’attuale sistema di targhe automobilistiche, con sigle delle province, seguito dal regio decreto 8 dicembre 1933 n. 1740 che raccoglie un importante insieme di normative stradali. Nel secondo dopoguerra italiano entrò in vigore il Testo Unico sulla circolazione stradale, approvato nel 1959 n. 393, composto da 147 articoli, più i 607 dell’annesso regolamento, rimasto in vigore sino al 1992 con l’emanazione del nuovo codice col d.lgs. 30 aprile 1992, n. 285, successivamente modificato dal decreto-legge 27 giugno 2003, n. 151, convertito in legge n. 214 del 1º agosto 2003, che introdusse la patente a punti.

Omicidio stradale: i numeri

Per capire la portata di questo tema basta analizzare alcuni numeri sugli incidenti stradali e le denunce per omicidio stradale che danno il termometro sulla pericolosità delle strade italiane, anche dopo il 2016, data di introduzione della legge sull’omicidio stradale. Secondo l’Istat nel 2021 i morti in Italia a causa di incidenti stradali sono stati 2.875 con un incremento del 20% rispetto al 2020, i feriti invece sono stati 204.728, con un aumento del 28,6% rispetto all’anno prima. In generale gli incidenti stradali sono stati 151.875 con un aumento, sempre rispetto al 2020, del 28,4%, il confronto con il 2019 indica invece cali importanti: -9,4% di vittime, -15,2% di feriti e -11,8% di incidenti.

La media nazionale del tasso di mortalità per incidente stradale, ovvero il numero di morti ogni 100.000 abitanti, è 4,9. La peggior regione è il Friuli Venezia Giulia, con una tasso di mortalità del 6,8, mentre Lombardia e Campania hanno il tasso di mortalità più basso: 3,6 e 3,8. La maggior parte degli incidenti avviene su strade urbane, gli incidenti mortali però avvengono su strade extraurbane. Nel 39,7% dei casi gli incidenti vengono provocati da distrazione, velocità troppo elevata e mancato rispetto delle precedenze. Tra le altre cause secondo i rapporti delle forze dell’ordine, il 9,7% delle persone coinvolte in incidenti aveva bevuto, il 3,2% aveva assunto stupefacenti.

Nel 2016 però si è raggiunto un risultato legislativo richiesto da anni, la legge sull’omicidio stradale. L’articolo 589 bis del codice penale dice che “Chiunque cagioni per colpa la morte di una persona con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale è punito con la reclusione da due a sette anni” pena che aumenta da otto a dodici anni se al momento dell’incidente si era sotto effetto di alcol o droghe. Il 590 bis del codice penale recita invece: “Chiunque cagioni per colpa ad altri una lesione personale con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale è punito con la reclusione da tre mesi a un anno per le lesioni gravi e da uno a tre anni per le lesioni gravissime”. La pena aumenta se chi ha provocato l’incidente è sotto l’effetto di alcol o stupefacenti: da tre a cinque anni per lesioni gravi e da quattro a sette anni per lesioni gravissime.

Come cambia il codice della strada?

«Un provvedimento che potrà essere arricchito ed emendato in Parlamento. È un disegno di legge e l’obiettivo è che sia norma entro l’autunno», così Matteo Salvini, ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, ha spiegato la nuova proposta di legge per il codice della strada.

Il testo proposto, che potrebbe avere quindi ulteriori cambiamenti, è composto da 18 articoli: il primo riguarda le misure di contrasto per chi si mette alla guida drogato o ubriaco, con una particolare attenzione per i recidivi.

La patente viene sospesa quindi se si assume droghe o alcol e ci si mette al volante e se viene sorpreso alla guida con il cellulare e contromano. Per gli ubriachi recidivi c’è il divieto assoluto di bere alcol prima di mettersi alla guida e obbligo dell’alcolock (il blocco auto dopo i test positivi). Per chi fa uso di droghe, non sarà necessario provare l’alterazione, basterà risultare positivo al test rapido per far scattare la revoca della patente e il divieto di conseguirla per tre anni.

Tolleranza zero anche per l’uso dei telefonini e per chi va contromano, prevista sospensione breve della patente da 7 a 15 giorni in base ai punti posseduti in precedenza sulla patente, raddoppio dei giorni se si è causa di un incidente. Lo stesso accade per altre infrazioni come il passaggio con il rosso, eccesso di velocità, guida contromano, cinture non allacciate e mancanza di seggiolini per i bambini.

Il numero dei giorni di sospensione varia e sono legati al numero di punti che si hanno sulla patente, meno punti si hanno e più giorni di stop ci saranno. Il divieto di guida per i neopatentati di auto di grossa cilindrata passa da uno a tre anni. Un minorenne che guida senza patente e ubriaco o drogato, non potrà prendere la patente fino ai 24 anni.

Il codice della strada contenuto nella proposta di legge prevede più garanzie per i ciclisti, “che verranno protetti soprattutto in caso di sorpassi”, infatti sarà “obbligatorio” tenere una distanza di un metro e mezzo quando si sorpassa una bicicletta.

Dopo le due ruote arrivano norme anche per i monopattini, dove anche per i numerosi fatti cronaca, diventa obbligatoria la targa, l’assicurazione e l’uso del casco. Per chi circola senza assicurazione è prevista una sanzione da 100 a 400 euro mentre per chi circola con un monopattino privo di indicatori luminosi di svolta e di freno si arriva a una multa da 200 a 800 euro. Questi monopattini elettrici noleggiati dovranno essere dotati di un meccanismo che li blocchi se escono dalle aree consentite.

Nel Ddl presentato dal Governo sono comprese poi modifiche per la sicurezza dei passaggi a livello ferroviari, nuove sanzioni per la sosta vietata, nuove norme sulle ztl e “chiarezza” sugli autovelox. Spazio anche all’educazione stradale e a un bonus di due punti ai ragazzi che abbiano frequentato corsi sulla sicurezza a scuola.

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