Ambiente

Agenda 2030: Italia non ci siamo

L’ultimo report Istat registra per il 2022 un rallentamento delle tendenze positive di sviluppo rispetto agli ultimi 10 anni. Buoni risultati per “Partnership per gli Obiettivi” e “Parità di genere”. Negativi per “Energia pulita”
Credit: dikilitas

Per l’Italia, alcune debolezze strutturali presenti prima dell’emergenza da Covid-19 sono peggiorate, per esempio per quanto riguarda la povertà, soprattutto nelle aree interne e nel Mezzogiorno. A ogni modo, in un contesto di generale miglioramento degli indicatori relativi all’Agenda 2030 negli ultimi 10 anni, il 2022 ha registrato un rallentamento delle tendenze positive.

È quanto emerge dall’ultimo studio (il sesto) dell’Istat Rapporto SDG’s 2023 – Informazioni statistiche per l’Agenda 2030 in Italia, presentato il 20 giugno: si tratta di un aggiornamento relativo alla situazione attuale legata ai 17 obiettivi dell’Agenda 2030. Il Rapporto include 372 misure statistiche per 139 indicatori Un-Iaeg (selezionati dal gruppo di esperti delle Nazioni Unite); oltre a questo, nell’edizione di quest’anno sono stati analizzati i divari territoriali. Le conseguenze della guerra in Ucraina si notano su molte aree dell’Agenda 2030 e nel 2022 hanno segnato profondamente la vita sociale ed economica del nostro Paese, incidendo su migrazioni, sicurezza energetica, costo della vita.

Positivi gli indicatori della parità di genere e delle partnership

Sebbene si riscontri un rallentamento delle tendenze al miglioramento degli ultimi dieci anni, il divario territoriale diminuisce, ma permangono differenze tra Nord e Sud. Nel 2022 l’andamento risulta comunque variegato: il 42,6% dei goal è in miglioramento, il 24,6% è stazionario e il 32,8% in peggioramento. In particolare, risultano positive le misure per l’obiettivo 17 “Partnership per gli Obiettivi” e l’obiettivo 5 “Parità di genere”; quest’ultimo registra un’elevata quota di misure in progresso, in particolare quelle che monitorano la presenza delle donne in posizione direttive.

Il maggior numero di indicatori in peggioramento si raggiunge nel goal 7 “Energia pulita” a causa della forte ripresa dei consumi energetici dopo la pandemia, e, al contempo, di una difficoltà nei consumi da fonti rinnovabili. Un altro goal in peggioramento è il 16 “Pace, giustizia e istituzioni”, secondo il rapporto la causa è da riscontrarsi nel sovraffollamento delle carceri e nella poca soddisfazione verso i servizi pubblici.

Consumo energetico e sostenibilità nelle città: divari territoriali

Rispetto alle precedenti edizioni, il quadro d’insieme è trattato in maniera più particolareggiata, approfondendo sia l’evoluzione temporale rispetto all’Agenda 2030, sia le convergenze o le divergenze territoriali. Negli ultimi dieci anni si è registrata una complessiva diminuzione dei divari territoriali, in particolare, nella convergenza tra le Regioni per il 47,8%, una situazione di stabilità per il 17,6% e una divergenza per il 34,6%.

Si registrano ampi divari territoriali per il goal 7 “Energia pulita e accessibile” e 11 “Città e comunità sostenibili”; il primo a causa dell’aumento delle distanze per quota di consumi da fonti di energia rinnovabile e intensità energetica dell’industria, e il secondo dovuto alle diverse condizioni di accesso al traporto pubblico. La riduzione delle differenze si riscontra, in particolare, per il goal 9 “Imprese, innovazione e infrastrutture” e 17 “Partnership per gli Obiettivi” grazie a digitalizzazione, ricerca e sviluppo; e anche il goal 4 “Istruzione di qualità” e 10 “Ridurre le disuguaglianze”.

Il tema degli squilibri territoriali, come conferma lo studio, è di estrema attualità e, per questo, vuole mettere in evidenza e tracciare un bilancio sul divario (che deriva da questioni storiche) tra il Mezzogiorno e il resto del Paese. A questo proposito, nel rapporto è proposto un approfondimento del tema delle disuguaglianze, con riferimento alla dimensione territoriale (dal titolo No one left behind).

I goal in cui le regioni mostrano maggiore omogeneità sono il 3 “Salute”, 11 “Città sostenibili” e il 12 “Consumo e produzione responsabili”: questi indicatori si collocano in posizione ravvicinata alla media italiana e non ci sono scostamenti rilevanti tra le varie regioni.

Al contrario, il goal 1 “Povertà”, il goal 8 “Lavoro e crescita economica”, il goal 10 “Disuguaglianze” e il goal 17 “Partnership” sono invece quelli dove è più ampia la variabilità: si caratterizzano per elevati scostamenti dalle altre regioni e le differenze si notano in particolare tra regioni del Nord e regioni del Sud. Il focus sulla dimensione territoriale vuole forse spingere verso politiche per rendere il nostro Paese più uniforme.

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