Ambiente

Europa: dal 1980 si è surriscaldata il doppio della media globale

Lo spiega il nuovo rapporto della Wmo e del Copernicus Climate Change Service, che aggiunge: “gli eventi meteorologici/climatici del 2022 hanno provocato oltre 16.000 decessi”
Credit: AP Photo/Francisco Seco
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23 giugno 2023 Aggiornato alle 18:00

La crisi climatica-ambientale sta diventando più grave ed estrema, con impatti sempre più estesi sul continente europeo. L’estate del 2022 è stata fra le più calde mai registrate in molti Stati europei, con una temperatura media di + 2,3 gradi sopra i livelli pre-industriali e una velocità di riscaldamento pari al doppio della media globale a partire dal 1980.

Questi sono i dati riportati dalla seconda edizione del rapporto European State of the Climate report 2022 pubblicato dalla World meteorological organization (Wmo) in collaborazione con Copernicus Climate Change Service (C3s), il servizio dell’Unione europea per l’osservazione della Terra. Il report è stato presentato pubblicamente a Dublino alla sesta conferenza dedicata all’adattamento alla crisi climatica intitolata European Climate Change Adaptation (Ecca2023).

Il quadro che emerge è molto allarmante e gli eventi meteorologici/climatici del 2022 hanno provocato oltre 16.000 morti e numerosi danni economici e infrastrutturali, coinvolgendo più di 150.000 persone a causa delle ondate di calore e altri eventi estremi: «Lo stress da caldo record che gli europei hanno sperimentato nel 2022 è stato uno dei principali fattori dei decessi in eccesso, legati alle condizioni meteorologiche in Europa. Sfortunatamente, questo non può essere considerato un evento una tantum o una stranezza del clima», ha dichiarato il dott. Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service.

Il 99,6% delle vittime accertate sono state colpite dalle ripetute ondate di calore che hanno investito molte località, con continui record di temperature soprattutto nel mese di luglio. Nel Regno Unito per la prima volta sono stati superati i 40 gradi. Gli altri eventi estremi, pari al 67% del totale, sono stati correlati a tempeste e alluvioni che hanno provocato decine di vittime.

Il rialzo delle temperature ha comportato anche un clima secco, con un’estrema siccità in alcune aree e le precipitazioni al di sotto della media europea in gran parte del continente.

Lo scorso anno è stato il terzo anno di fila con fenomeni di siccità estremi nelle aree montuose delle Alpi e dei Pirenei e il quarto consecutivo per la penisola iberica.

La mancanza di precipitazioni nevose e le temperature elevate hanno determinato la più grande perdita di ghiaccio sulle Alpi mai registrata fino a ora, portando il ritiro dei ghiacci a 880 km3 persi fra il 1997 e il 2022. Nel solo 2022 vi è stata una riduzione di 34 metri dello spessore dei ghiacciai.

Fra la primavera e l’estate dell’anno scorso, le nazioni europee come Spagna, Portogallo, Francia, Slovenia e Repubblica Ceca, hanno subito numerosi e vasti incendi, tanto da causare la seconda più vasta area bruciata mai registrata nella regione. Allo stesso tempo nell’Europa meridionale, e più precisamente nell’Italia centrale, si sono verificati eventi meteo estremi con piogge torrenziali e alluvioni. Mentre altre parti del continente settentrionale e nazioni come la Turchia hanno subito delle ondate di gelo e forte nevicate, con record che non si vedevano da 100 anni.

Nonostante i molteplici dati negativi, il rapporto ha voluto evidenziare un evento positivo nel settore energetico europeo dove per la prima volta l’energia generata dalle fonti rinnovabili ha superato quella del gas naturale. L’eolico e il solare hanno generato il 22,3% dell’elettricità dell’Unione europea nel 2022, rispetto al 20% del gas. «L’aumento dell’uso di fonti energetiche rinnovabili a basse emissioni di CO2 è fondamentale per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili», ha ammonito il segretario generale della Wmo Petteri Taalas.

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