Ambiente

Non c’è pace per la Cop: arrivano denunce di molestie sessuali

Delegate e giornaliste hanno scritto una lettera contro gli abusi subiti durante la Cop27, dove si sono verificati episodi di bullismo e molestie. Chiedono all’Onu uno “spazio sicuro per tutte”
Credit: EPA/BENJAMIN WESTHOFF
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19 giugno 2023 Aggiornato alle 16:00

Uno dei concetti che più emerge nelle battaglie contro la crisi del clima è quello della necessità di colmare le disuguaglianze. Non solo climatiche e sociali, ma anche di genere, di diritti.

Non è un caso dunque che i luoghi in cui i negoziati del clima prendono forma, vada garantito un altissimo rispetto dei diritti umani di ogni tipo. Eppure, nella scorsa Cop27 in Egitto, sembra che ci siano state varie forme di abusi, molestie sessuali, bullismo e altri beceri comportamenti nei confronti di delegate e donne rappresentati di vari Paesi.

La questione è uscita con prepotenza durante i pre negoziati di Bonn, in Germania, che si sono appena conclusi.

In questa occasione la delegazione messicana ha fatto un accorato appello all’Onu affinché si garantisca il massimo rispetto dei diritti durante le Conferenze per il Clima così come per reprimere le molestie e le intimidazioni subite da alcune delegate.

La delegazione messicana, composta soprattutto da giovani donne, si è infatti espressa con forza contro la “difficile esperienza” che hanno affermato di aver vissuto a Sharm lo scorso novembre alcune rappresentanti e il capo delle Nazioni Unite per il cambiamento climatico Simon Stiell ha subito ribadito che «le molestie, siano esse sotto forma di sessismo, bullismo o molestie sessuali non sono accettabili».

Camila Zepeda, capo delegazione messicana, ha raccontato che ci sono stati vari casi di abusi (ma non è entrata nel dettaglio volutamente) lo scorso anno, specificando anche le difficoltà nel denunciare dato che «finiamo per essere gli unici rimasti nella stanza a condurre questa battaglia contro questi uomini molto potenti».

Anche la negoziatrice pakistana Meera Ghani e l’avvocato del clima Farhana Yamin hanno parlato delle loro molestie così come la giornalista argentina Tais Gadea Lara che si è lamentata per le difficoltà di denunciare ai vertici egiziani tali abusi.

Tais, per esempio, nell’arco della giornata montava in più punti della Cop27 il suo treppiede per registrare collegamenti e collegarsi con l’Argentina: essendo il suo pubblico dall’altra parte del mondo ha dovuto eseguire riprese anche di notte e in quel caso alcuni uomini con tanto di badge del “supporto tecnico Cop” l’hanno circondata per intimidirla, talvolta spegnendo anche le luci mentre stava registrando.

Per questi e altri abusi, guidate da Zepeda diverse delegate e associazioni hanno scritto una lettera per chiedere ai vertici Onu di “proteggere la dignità, la privacy e la sicurezza di tutti i partecipanti” della Cop con particolare attenzione “al modo in cui le donne negoziatrici vengono trattate nei locali dell’Unfccc, all’interno e all’esterno delle sale negoziali, assicurando che tutti i partecipanti si sentano parte di un ambiente di lavoro rispettoso e sicuro” si legge nella missiva.

Tra i firmatari esponenti di Messico, Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Perù e Canada che hanno ribadito la necessità di “garantire un ambiente privo di molestie” durante i colloqui.

Quella relativa alla mancata sicurezza per l’incolumità delle donne all’interno delle Conferenze sul Clima è solo l’ultima dell’ormai lunga scia di polemiche che riguarda i negoziati e l’organizzazione delle Cop. In vista della prossima Conferenza, a Dubai, crescono infatti i dubbi per un vertice che sarà presieduto da un petroliere, il sultano Al-Jaber; dove parteciperanno dittatori come il siriano Assad che è stato invitato, e dove si va dalla presenza di lobbisti del fossile sino all’ingerenze a livello di mail spiate e interferenze della compagnia petrolifera Adnoc. Tutte questioni che spaventano in vista di un negoziato che rischia così di risultare ben poco equilibrato.

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