June, 28th 1969: cosa accadde?
Nella notte tra il 27 e il 28 giugno 1969, otto agenti della polizia di New York facevano irruzione allo Stonewall Inn, il più popolare bar gay del Greenwich Village, per arrestare il proprietario, sprovvisto della licenza per la vendita degli alcolici, e allontanare gli avventori.
Le retate, sebbene diradatesi negli ultimi anni, erano una costante nei locali omosessuali e nulla quella sera faceva presagire che il raid della polizia sarebbe stata una scintilla capace di far scoppiare la rivolta che avrebbe cambiato per sempre il corso della storia del movimento omosessuale, non solo statunitense ma internazionale.
Quella sera, però, i frequentatori del bar non si allontanarono, alcuni dicono perché provati emotivamente dal funerale di Judy Garland, più probabilmente sull’onda delle proteste anti-autoritarie del Sessantotto e della ormai radicata idea che le minoranze avessero il diritto di rivendicare la loro dignità.
Quando la polizia tentò di sgomberarli, risposero con un lancio di monetine e di bottiglie, intonando verso le squadre anti-sommossa una cantilena che sarebbe rimasta nella Storia, mentre la polizia si rifugiava all’interno del bar.
We are the Stonewall girls
We wear our hair in curls
We wear no underwear
We show our pubic hair…
We wear our dungarees
Above our nelly knees!
La protesta omosessuale, al grido di Gay Power!, sarebbe durata tre giorni, trascorsi i quali «i froci avevano perduto quel loro sguardo ferito» come chiosò poeticamente Allen Ginsberg, cantore omosessuale della beat generation.