Diritti

Francia: ratificata la Convenzione contro la violenza sul lavoro

Condivisa da 27 Paesi nel mondo, è la prima norma internazionale che punta a contrastare comportamenti che “causino un danno fisico, psicologico, sessuale o economico” a lavoratori e lavoratrici
Credit: Tima Miroshnichenko
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26 aprile 2023 Aggiornato alle 09:00

La Francia è il quinto paese Ue a ratificare la Convenzione dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) sull’eliminazione della violenza e delle molestie, che stabilisce standard globali per la prevenzione e la risposta alla violenza e alle molestie sul lavoro.

Il documento, adottato nel 2019 dall’Ilo, è la prima norma internazionale che interviene per contrastare “un insieme di pratiche e di comportamenti inaccettabili” che “si prefiggano, causino o possano comportare un danno fisico, psicologico, sessuale o economico” a lavoratori, apprendisti e tirocinanti, nel settore pubblico e privato. Oggi è condiviso da 27 Paesi nel mondo e quest’anno, oltre alla Francia, anche Canada, Lesotho e Irlanda hanno ratificato il loro impegno per rispondere a un problema di portata globale.

Il rapporto Experiences of Violence and Harassment at Work, pubblicato a dicembre 2022, è la prima ricerca internazionale che indaga quanto e come sono diffuse le violenze fisiche e psicologiche sul posto di lavoro. Secondo le rilevazioni dell’Ilo, nel mondo il 17,9% delle lavoratrici e dei lavoratori ha dichiarato di essere stato vittima di violenza e molestie di natura psicologica, mentre l’8,5% (più uomini che donne) ha subito almeno una volta violenza e molestie fisiche.

Del 6,3% degli intervistati che ha riferito di aver subito violenze e molestie sessuali, la maggioranza sono donne. Queste si dicono più aperte a raccontare la propria esperienza rispetto agli uomini. Su scala mondiale, tuttavia, solo la metà delle vittime ha rivelato a qualcun altro di aver subito violenza e molestie, e spesso dopo aver subito più di un episodio.

La ratifica francese alla Convenzione dell’Ilo arriva dopo la pubblicazione di dello studio che a gennaio 2023 ha messo in guardia l’Eliseo relativamente al livello di sessismo “allarmante” nel Paese. La ricerca condotta su 2.500 persone dall’Alta autorità francese per l’uguaglianza (Hce) ha rilevato che 1 francese su 4 minimizza la violenza di genere, affermando che “si presta troppa attenzione alle aggressioni sessuali”. Delle donne intervistate, l’80% ha sostenuto di essere stata “trattata male” nella propria vita a causa del proprio genere, anche sul posto di lavoro, e il 37% di aver subito un atto sessuale a cui non aveva acconsentito.

Commentando i risultati di questa ricerca, la presidente dell’Hce, Sylvie Pierre-Brossolette, ha chiesto, tra le altre cose, la creazione di un’autorità pubblica indipendente per combattere la violenza sessista in politica e di vincolare i sussidi pubblici alle aziende che possono dimostrare di aver raggiunto progressi in termini di parità di genere.

Nel 2021, l’Italia è stata il secondo Paese europeo e il nono nel mondo a completare il processo di ratifica della Convenzione sulla violenza e le molestie dell’Ilo. Nella sua ultima ricerca, svolta in collaborazione con la Sda Bocconi School of management, l’Inail affermava: “In Italia si registra il più basso indice di frequenza degli infortuni dovuti ad atti di violenza fisica, ciò induce a pensare a una possibile sottostima e a una scarsa percezione della gravità del fenomeno, sia a livello istituzionale che sociale”.

Era il 2016 e ancora non esistevano norme specifiche che si occupassero della violenza nei luoghi di lavoro, ma solo una normativa generica che affrontava il tema delle molestie (in genere collegate alla differenza di genere) all’interno del tema più generale del mobbing. Da allora, gli studi relativi alle violenze sul posto di lavoro si sono concentrati soprattutto sulle molestie di tipo sessuale.

Sebbene in Italia la forma di abuso più diffuso nel contesto lavorativo sia quella verbale, l’ultima ricerca dell’Istat relativo al tema riporta che 8,8 milioni di donne lavoratrici hanno subito una violenza sessuale tra il 2015 e il 2018, insieme a 3,7 milioni di uomini. Gli autori delle molestie a sfondo sessuale risultano in larga prevalenza uomini, sia nei confronti di lavoratori che di lavoratrici.

Poco si sa delle reazioni dei lavoratori uomini, mentre ricerche più recenti mettono in luce la difficoltà delle lavoratrici a reagire alle violenze. Lo studio pubblicato nell’estate 2022 dalla Fondazione Libellula, condotto su 4.300 lavoratrici e libere professioniste, rileva che il 58% delle donne intervistate non reagisce “efficacemente” di fronte a una molestia; di queste, il 38% non vuole passare come una persona troppo aggressiva o “quella che se la prende”, mentre l’11% non sa cosa fare.

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