Ambiente

Industrie: ok dal Parlamento Ue alla direttiva anti deforestazione

Il provvedimento vuole eliminare dalle catene di approvvigionamento le materie prime provenienti da terreni disboscati. Il testo passa ora al Consiglio europeo
Credit: WW.
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21 aprile 2023 Aggiornato alle 19:00

«Oggi tutto il legno viene importato» nel settore dell’arredamento italiano. Serve «una deforestazione controllata con contemporanea piantumazione, considerando i tempi di crescita. È positivo anche per la pulizia e il controllo dei boschi», oltre che per il Made in Italy. È questa la richiesta che Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo, ha rivolto al Governo nella cornice del Salone del Mobile 2023.

La Premier ha inaugurato l’esposizione milanese martedì 18 aprile, ribadendo l’importanza per l’economia nazionale delle attività di produzione di mobili, lavorazione del legno inclusa. Anche se le previsioni di crescita per la filiera sono positive per il 2023, con un + 4-5% sui fatturati rispetto all’anno prima, una gestione sostenibile del patrimonio forestale sarà sempre più importante per preservare l’economia del settore.

Il Parlamento Europeo, proprio nella settimana della Fiera del design, ha approvato un nuovo regolamento in questo senso: l’obiettivo è frenare il disboscamento a livello mondiale.

Il provvedimento è molto ambizioso: punta a eliminare le materie prime, ricavate dall’abbattimento di alberi incontrollato, dalle catene di approvvigionamento delle industrie europee. Molto spesso, in Asia e in Sudamerica, regione con le quali Bruxelles sta cercando di chiudere accordi commerciali, si ricorre a questa pratica per fare spazio a allevamenti e coltivazioni.

La deforestazione non solo elimina piante preziose per l’assorbimento della CO2 e altri gas serra, ma causa, secondo la comunità scientifica, il 10% delle emissioni nocive a livello mondiale. Invertire la rotta entro la fine del decennio è possibile, afferma la ricerca della Energy Transitions Commission; bisognerebbe però investire ogni anno 130 miliardi di dollari per indurre gli agricoltori e le aziende a ridurre il loro impatto sugli ecosistemi boschivi.

Il piano dell’Unione Europea è diverso: intende applicare controlli e restrizioni sulle importazioni di soia, manzo, olio di palma, legno, cacao, caffè, gomma, carbone di legna. Le aziende venditrici dovranno produrre informazioni verificabili per dimostrare che i loro prodotti non provengano da terreni deforestati, dopo il 2020. In caso contrario, incorreranno in multe pari al 4% del loro fatturato. Sotto esame finiranno anche alcuni prodotti derivati, come pelle, cioccolato e mobili da arredamento.

La norma deve ancora essere approvata dal Consiglio Europeo. I tempi per adeguarsi ai nuovi standard andranno dai 18 mesi per le imprese più grandi, ai 24 per quelle con meno dipendenti. Le reazioni dei partner commerciali dei 27 Stati membri, però, non si sono fatte attendere.

Indonesia e Malesia, tra i maggiori produttori di olio di palma, hanno accusato Bruxelles di voler sabotare il loro mercato e hanno minacciato l’interruzione delle esportazioni. In Sudamerica, nonostante le promesse di tutelare l’Amazzonia del presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, la situazione appare altrettanto complicata.

Intanto l’Italia, che in caso di approvazione della direttiva sarà chiamata a controllare attentamente le sue filiere, cerca di ripartire dalle buone prospettive di quest’anno per tutelare il settore del legno e dell’arredamento. Dopo un 2022 chiuso con un fatturato di 56,5 miliardi di euro (+ 43 miliardi rispetto al 2019), il presidente di FederlegnoArredo prevede un’ulteriore crescita. La filiera tornerà a un sano aumento, «se rimangono stabili i prezzi di energia e materie prime o se scendono un po’» ha spiegato Feltrin al Salone del Mobile 2023.

I segnali da Bruxelles, però, sono inequivocabili: occorre accompagnare le imprese nella transizione ecologica, attraverso «incentivi fiscali». La trasformazione infatti «non si improvvisa, richiede tempo e non finisce mai». Tra le richieste degli imprenditori del legno al Governo c’è anche la «difesa dei brevetti e dei marchi, contro la contraffazione» e l’aiuto nel reperire professionisti competenti, soprattutto in vista delle sfide del futuro, legate alla decarbonizzazione e alla digitalizzazione.

«Secondo uno studio che abbiamo realizzato l’anno scorso, nei prossimi 3-5 anni ci mancheranno da 15 a 18.000 persone - spiega Feltrin - Considerando la crisi demografica, nel medio termine la prospettiva è davvero preoccupante, perché non saremo in grado di soddisfare la domanda di un mercato che cresce».

E intanto, alcuni sindacati del settore hanno organizzato, oggi, uno sciopero per protestare contro i mancati aumenti di stipendi collegati all’inflazione.

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