Ambiente

Agricoltori e allevatori contestano i piani verdi europei

Il piano Farm to Fork strategy, che contiene le proposte della Commissione Ue per diminuire l’impatto ambientale del settore agroalimentare, sono considerati economicamente insostenibili e inadatti dai lavoratori
Credit: Mark Pasveer.
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21 aprile 2023 Aggiornato alle 13:00

Le soluzioni proposte dalla Commissione Europea per accelerare il Green Deal stanno incontrando proteste e resistenze da parte di molti agricoltori e allevatori europei. Il piano per rendere eco-sostenibile il settore agroalimentare, Farm to Fork strategy, viene accusato di essere economicamente insostenibile, con tempistiche burocratiche troppo veloci e inadatte per i settori agricoli delle nazioni dell’Unione Europea.

L’opposizione manifestata dagli imprenditori del settore agricolo ha portato il Governo olandese a mettere in pausa il programma per chiudere alcune fattorie per ridurre le emissioni di protossido di azoto, specialmente dopo la vittoria elettorale, a marzo, del nuovo partito Farmer Citizen Movement (Bbb), che ha contestato duramente le politiche governative ispirate dalle soluzioni comunitarie.

A gennaio, 16 ministri dell’agricoltura europei hanno firmato una lettera per criticare le soluzioni proposte dagli organi Ue, rivendicando un ruolo maggiore nel processo decisionale: «Al momento abbiamo una situazione in cui le decisioni e gli argomenti che riguardano l’agricoltura sono discussi in varie formazioni del Consiglio dell’Ue, ma alla fine vengono prese decisioni senza le competenze in materia di agricoltura e silvicoltura» ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura austriaco Norbert Totschnig.

La strategia europea Farm to Fork prevede, entro la fine del decennio, la riduzione dell’uso dei pesticidi del 50%, dei fertilizzanti del 20%, del 50% delle vendite di antimicrobici per animali da allevamento e in acquacoltura, l’aumento della quantità di terreno dedicato all’agricoltura biologica (fino al 25% rispetto al 9,1% del 2020) e una serie di misure minori per tutelare la biodiversità. «La Commissione è convinta che la transizione verso un settore agricolo resiliente e sostenibile, in linea con il Green Deal europeo e le sue strategie Farm to Fork e sulla biodiversità, sia fondamentale per la sicurezza alimentare» ha affermato il portavoce della presidente Ursula Von der Leyen, Eric Mamer.

Le tempistiche stringenti del pacchetto europeo hanno messo in allarme il settore agroalimentare, preoccupato dell’impatto economico di queste misure, che si andrebbe a sommare all’inflazione, alla crisi energetica in corso e alle conseguenze prodotte dalla guerra in Ucraina, che hanno comportato un taglio ai sussidi comunitari previsti dalla Common Agricultural Policy.

«È il numero di politiche che li colpiscono contemporaneamente. Dobbiamo rallentare. Sentono che il loro intero modo di vivere è sotto attacco» ha denunciato l’europarlamentare belga Tom Vandenkendelaere, mentre il Commissario europeo per l’Ambiente e la Pesca, Virginijus Sinkevičius, ha voluto rassicurare il settore: «Per me è molto importante capire che quelle proposte ambientali non vadano mai contro l’azienda agricola. È un cambiamento significativo per i nostri agricoltori, ma inevitabilmente dovranno far parte della soluzione. Forse non accadrà dall’oggi al domani».

I piccoli produttori temono che le politiche “green” imposte dagli organi Bruxelles favoriscano i grandi consorzi, che hanno maggiore possibilità economiche di attuare rapidamente le richieste della Commissione.

Il numero di aziende agricole è diminuito di un terzo dal 2005, con un aumento dei grossi produttori, mentre il salario di un piccolo lavoratore agricolo è rimasto a livelli considerevolmente bassi, intorno ai 20.000 euro all’anno.

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