Futuro

Apple torna nel mirino della Commissione Ue

Bruxelles contesta all’azienda di Cupertino di aver abusato di posizione dominante per il servizio di pagamento Apple Pay
Margrethe Vestager, commissaria europea per la concorrenza.
Margrethe Vestager, commissaria europea per la concorrenza. Credit: EPA/Olivier Hoslet
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
4 maggio 2022 Aggiornato alle 17:00

Apple ancora nel mirino della Commissione Europea. Bruxelles ha infatti comunicato all’azienda di Cupertino di aver avviato una indagine per aver infranto la legge sulla concorrenza abusando della sua posizione dominante nel mercato dei pagamenti mobile, limitando l’accesso dei competitor alla tecnologia contactless.

«Abbiamo indicazioni che Apple abbia limitato l’accesso di terze parti alla tecnologia chiave necessaria per sviluppare soluzioni rivali di portafoglio mobile sui suoi dispositivi», ha dichiarato la commissaria europea per la concorrenza Margrethe Vestager.

In Europa la maggior parte dei pagamenti nei negozi fisici effettuati con un telefono cellulare si basa su una tecnologia wireless chiamata Near-Field Communication (Nfc). Questa funzionalità consente la comunicazione tra il telefono cellulare di un cliente e il terminale di pagamento del negozio, secondo la modalità “tap and go”, “tocca e vai”.

Il comunicato diffuso da Bruxelles informa che Apple «ha rifiutato ad altri di accedere all’Nfc sui suoi dispositivi», impedendo agli sviluppatori di app di portafogli mobili di accedere all’hardware e al software necessari a vantaggio della propria soluzione Apple Pay.

Stando a quanto riferito dalla Commissione, la società avrebbe dichiarato che non può fornire l’accesso all’Nfc per motivi di sicurezza. Tuttavia «la nostra indagine fino a oggi non ha rivelato alcuna prova che indichi un rischio così elevato» fanno sapere da Bruxelles. «Al contrario, le prove nel nostro fascicolo indicano che la condotta di Apple non può essere giustificata da problemi di sicurezza».

Da Cupertino hanno replicato che «Apple Pay è solo una delle tante opzioni a disposizione dei consumatori europei per effettuare pagamenti e ha garantito un accesso equo all’Nfc definendo gli standard guida del settore in materia di privacy». E assicurano: «Continueremo a collaborare con la Commissione per garantire che i consumatori europei abbiano accesso all’opzione di pagamento di loro scelta in un ambiente sicuro».

Questione annosa, tanto che la stessa Commissione Ue sottolinea come il caso vada avanti «da quando Apple Pay è stata lanciata per la prima volta nel 2015». E conclude: «Questa condotta potrebbe aver distorto la concorrenza sul mercato dei portafogli mobili in Europa, impedendo l’emergere di una concorrenza nuova e innovativa che avrebbe potuto sfidare Apple».

L’indagine avrà un effetto anche sulla futura applicazione del Digital Markets Act, un pacchetto di misure adottate dall’Unione europea per disciplinare la concorrenza digitale. Insieme al Digital Service Act sulla regolamentazione dei contenuti illegali approvato il 22 aprile, questa legge rappresenta il più importante tentativo compiuto dalla nostra democrazia per arginare le Big Tech dentro i confini dello Stato di diritto.

Intanto, se le accuse della Commissione europea venissero confermate, Apple potrebbe essere costretta a pagare una multa corrispondente a un valore massimo del 10% del fatturato globale dell’azienda.

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