Diritti

Qatar: cara Fifa ti scrivo

Una lettera aperta con un milione di firme chiede di fornire un risarcimento ai migranti che hanno subito “orribili violazioni dei diritti umani mentre lavoravano ai Mondiali di calcio del 2022”
Credit: Sven Hoppe/dpa
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
15 marzo 2023 Aggiornato alle 09:00

Justice 4 workers: la maglia azzurra consegnata ai funzionari della FIFA di Zurigo chiede “Giustizia per i lavoratori”, quelli impiegati per i Mondiali di calcio che si sono svolti nel 2022 in Qatar. Ai funzionari della Federazione Internazionale delle Confederazioni Calcistiche con sede a Zurigo, in Svizzera, i gruppi per i diritti umani Amnesty e Avaaz hanno consegnato anche una lettera che chiede di risarcire i migranti che hanno subito le drammatiche violazioni dei diritti umani mentre lavoravano per la World Cup.

Secondo un’inchiesta del 2021 del Guardian, sarebbero almeno 6.500 i migranti morti durante la preparazione ai Mondiali, assegnati al Qatar dall’organo di governo del calcio mondiale - la FIFA, appunto - nel 2010. Nel Paese, che conta circa 3 milioni di abitanti, circa il 95% della forza lavoro è composta da migranti, perlopiù uomini, provenienti dalle Filippine e da Paesi dell’Asia meridionale tra cui India, Pakistan, Nepal e Bangladesh.

La lettera, indirizzata al presidente della Fifa Gianni Infantino, esorta a “smettere di guardare dall’altra parte” in vista della conferenza annuale della Fifa che si terrà il 16 marzo in Ruanda, “dove subirà pressioni da alcuni dei suoi stessi membri per porre rimedio a questi spaventosi abusi”, spiega Amnesty.

Insieme a Avaaz, l’organizzazione non governativa internazionale istituita nel 2007 a New York, ha raccolto le firme in 190 Paesi. La direttrice legale di Avaaz negli Stati Uniti, Bieta Andemariam, ha dichiarato che «l’opinione pubblica globale ha riconosciuto la grave ingiustizia perpetrata contro questi lavoratori e si è unita per chiedere alla Fifa di prelevare una frazione dei miliardi di dollari ricavati dal sudore, dal sangue e dalle vite di centinaia di migliaia di queste vittime e semplicemente di dare loro e le loro famiglie ciò che è loro dovuto».

A dicembre 2022 Gianni Infantino, ha annunciato che l’organizzazione ha guadagnato più di 7 miliardi di dollari grazie ai Mondiali in Qatar. Secondo Steve Cockburn, capo della giustizia economica e sociale di Amnesty International, «i lavoratori hanno subito orribili abusi per aiutare a realizzare un torneo di Coppa del Mondo che ha fruttato miliardi di dollari alla Fifa, ma ha comportato un costo umano di famiglie indebitate e morti di lavoratori. Sebbene nulla possa sostituire la perdita di una persona cara, non c’è dubbio che la Fifa abbia le risorse per aiutare a riparare queste ingiustizie e fornire un sostegno che cambia la vita ai lavoratori e alle loro famiglie».

L’anno scorso, dopo che un gruppo di organizzazioni l’aveva sollecitata ad aprire un fondo di risarcimenti, la Fifa ha dichiarato che si stava impegnando a individuare le modalità con cui risarcire i lavoratori migranti morti, feriti o privati dei salari e a sostenere l’istituzione di organismi indipendenti dei lavoratori migranti. A novembre ha annunciato che il suo Legacy Fund si sarebbe concentrato su progetti educativi e avrebbe sostenuto la creazione di un centro di eccellenza del lavoro. Ma da allora, in merito ai lavoratori morti in Qatar, la Federazione non ha fatto niente di concreto.

La lettera, spiega il Guardian, arriva pochi giorni prima della discussione di una proposta della Federcalcio norvegese, che chiede alla Fifa di “valutare se ha adempiuto alle proprie responsabilità per rimediare ai Mondiali del 2022, compresa un’indagine su morti e infortuni legati ai Mondiali”. Si smuoverà qualcosa a quattro mesi dalla fine della World Cup più discussa di tutti i tempi?

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