Ambiente

Uranio arricchito: l’Iran si prepara a produrre l’atomica?

Un rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) conferma di aver rilevato particelle dell’elemento all’83,7% di purezza nell’impianto di Fordow
Credit: Wikipedia.org 
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2 marzo 2023 Aggiornato alle 10:00

L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha confermato di aver rilevato particelle di uranio arricchito all’83,7% di purezza nell’impianto di Fordow (Fordow Fuel Enrichment Plant) a nord-est della città di Qom, in Iran.

Si tratta di livelli vicini al 90% necessario per fabbricare una bomba nucleare. Secondo il rapporto diffuso dagli ispettori delle Nazioni Unite, questi risultati “non sono coerenti” con quanto dichiarato dall’Iran, il quale ha informato l’agenzia che “potrebbero essersi verificate fluttuazioni non intenzionali nei livelli di arricchimento”.

Per il nono trimestre consecutivo gli ingegneri iraniani hanno aumentato il volume di combustibile nucleare del Paese appena al di sotto del grado necessario per le armi, alimentando la preoccupazione della comunità internazionale anche in ragione del suo sostegno alla Russia e alla sua guerra contro l’Ucraina.

Il programma nucleare dell’Iran si è intensificato da quando nel 2018 Donald Trump ha ritirato gli Stati Uniti dal Piano d’azione congiunto globale (Jcpoa) stipulato nel 2015. L’Iran ha quindi rimosso tutte le apparecchiature dell’Aiea installate in precedenza per le attività di sorveglianza e monitoraggio.

Questa mossa, si legge nel rapporto dell’Agenzia, ha avuto “implicazioni dannose per la capacità dell’Aiea di fornire garanzie sulla natura pacifica del programma nucleare iraniano”. Tentativi successivi di riprendere in mano il Jcpoa sono falliti, e Colin Kahl, sottosegretario alla Difesa per la politica militare degli Stati Uniti, ha dichiarato martedì che al momento l’accordo è congelato.

«Siamo in stretto contatto con i nostri alleati e partner in Europa e nella regione mentre attendiamo ulteriori dettagli dall’Aiea su questo sviluppo potenzialmente molto serio», ha dichiarati un portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.

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