Bambini

Ex Ilva: la protesta per i bambini che dovevano vivere

Sabato i cittadini di Taranto sono scesi in piazza contro l’immunità penale concessa a Acciaierie d’Italia. Sugli striscioni, il numero 55: i pazienti ricoverati nel reparto di oncoematologia pediatrica
La manifestazione del 19 gennaio 2023 sotto il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, durante il tavolo sull'ex Ilva. Credit: ANSA/GIUSEPPE LAMI
La manifestazione del 19 gennaio 2023 sotto il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, durante il tavolo sull'ex Ilva. Credit: ANSA/GIUSEPPE LAMI Credit: ANSA/GIUSEPPE LAMI
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
27 febbraio 2023 Aggiornato alle 21:00

Cartelli e foto di bambini. Quegli stessi bambini che sono morti a causa di patologie determinate dall’esposizione ad alti livelli di inquinamento e che invece, dovevano vivere. Che avevano tutto il diritto di vivere. Su uno dei tanti messaggi sventolati durante la protesta, uno riportava il numero dei pazienti ricoverati nel reparto di oncoematologia pediatrica: al momento, 55.

Sabato 25 febbraio a Taranto si è svolta la manifestazione contro l’immunità penale concessa ai gestori di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, col decreto legge sugli impianti strategici approvato nei giorni scorsi dal Senato.

Centinaia di cittadini (non solo adulti, ma anche tanti bambini) si sono radunati in Piazza della Vittoria, nel centro della città, per dire no allo scudo penale. Ha partecipato alla mobilitazione anche la cantante Romina Power, che ha dichiarato: «Sono qui per dirvi che è un vostro diritto vivere. È un nostro diritto inviolabile, è scritto nella Costituzione italiana. Nessun nuovo decreto potrà e dovrà toglierci questo nostro diritto».

Durante la protesta, un gruppo di manifestanti con tuta e casco da operaio ha gettato e sparso per terra dei tubi e una polvere rossastra: il riferimento è al minerale di ferro usato per caricare gli altiforni dell’ex Ilva. Sul palco anche un uomo vestito con la toga da magistrato ma con le mani legate, impossibilitato a svolgere il proprio lavoro a causa della nuova normativa, e un altro che teneva davanti a sé un enorme scudo nero, con sopra la scritta “immunità penale”.

Tante anche le figure istituzionali e i politici: il vicepresidente del M5S Mario Turco e il consigliere comunale M5S Mario Odone, i sindaci di Grottaglie e Crispiano, Ciro D’Alò e Luca Lopomo.

I cittadini di Taranto hanno scritto una lettera rivolta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con la quale chiedono “una nuova deliberazione alle Camere sulla nuova legge di immunità penale per i gestori dell’Ilva”.

“Lei - scrivono i cittadini a Mattarella - ha una prerogativa costituzionale importante, quella ai sensi dell’articolo 71 della Costituzione, di sollevare una questione di costituzionalità su un testo di legge e rinviarlo alle Camere.” La lettera prosegue: “Alla luce dei dati epidemiologici dello Studio Sentieri, recentemente aggiornati e pubblicati il 23 febbraio dall’Istituto superiore della sanità, risulta che non vi è stato alcun miglioramento della salute e che è continuato, anche dopo il 2013, l’eccesso di mortalità e di ospedalizzazioni a Taranto, colpendo in modo intollerabile anche i bambini. Recentemente si sono registrati a Taranto picchi di benzene mai visti e l’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale, ndr) li ha attribuiti agli impianti Ilva. La magistratura ha aperto un’indagine sui lavori di messa a norma e sulla procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale”.

“La magistratura - concludono i cittadini - resta il nostro riferimento e la nostra speranza. Siamo scesi in piazza a Taranto in difesa della sua autonomia”.

Leggi anche
Top news
di Luca Attanasio 6 min lettura
Un operaio su un carrello mobile nello stabilimento Ilva di Taranto in una foto d'archivio
Italia
di Matteo Ocone 3 min lettura