Economia

Poste Italiane punta all’energia

Dopo l’espansione dei servizi grazie a Polis, il Gruppo lancia la sfida al mercato energetico. Da febbraio inizierà a stipulare contratti luce e gas con un’offerta con prezzi fissi basati sui consumi effettivi
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7 febbraio 2023 Aggiornato alle 19:00

Solo una settimana fa, Poste Italia annunciava l’imminente apertura di sportelli unici dove i residenti di comuni con meno di 15.000 abitanti potranno richiedere documenti e servizi che nelle grandi città, per ora, sono di competenza di diversi uffici afferenti alla Pubblica Amministrazione.

Negli oltre 6933 uffici postali interessati, infatti, si potrà fare richiesta per carta d’identità elettronica, passaporto, certificati di stato civile e anagrafici, ma anche domanda di riemissione di codice fiscale e certificati giudiziari, oltre a richiedere documenti che di norma sono gestiti dal Ministero dell’Interno, della Giustizia e dall’Agenzia delle Entrate.

Questa implementazione dei servizi sarà possibile grazie ai fondi da 1,2 miliardi di euro del Progetto Polis, un piano volto a favorire la coesione economica e territoriale del Paese con il superamento del digital divide tra piccoli centri e aree intere. L’intervento è finanziato in parte dall’azienda e in parte da 800 milioni erogati attraverso il Piano Complementare del Pnrr.

Ma la crescita continua e ora il Gruppo punta al mercato dell’energia. Lanciata un anno fa solo per dipendenti e pensionati di Poste per celebrare i suoi 160 anni – con uno sconto fino a 160 euro su luce e gas per il primo anno e fino a 50 dal secondo in poi – la nuova divisione Poste energia comincerà a commercializzare luce e gas a partire da metà febbraio attraverso una strategia che promette di garantire stabilità alle famiglie.

Il debutto di Poste, corredato da una campagna pubblicitaria d’autore firmata da Ferzan Ozpetek, avrà infatti un’offerta basata su un prezzo bloccato per due anni con duplice modalità di pagamento. Accanto al pagamento tradizionale simile a quello di qualsiasi altro fornitore, con un importo variabile in base a quanto consumato nel mese, si affiancherà uno strumento più innovativo che prevede una rata fissa calcolata sulla base dei consumi dell’anno precedente. In questo caso, per i primi 12 mesi l’importo da pagare è fisso e l’anno successivo viene aumentato o diminuito sulla base dei consumi effettivi. L’idea è quella di proporre un’offerta basata sulla trasparenza e la certezza dei prezzi, che non solo punta a stabilizzare i costi mensili della fornitura di energia, ma induce il cliente a ridurre i propri consumi per ottenere in futuro una bolletta più leggera.

Poste punta a mettere le radici in una fetta di mercato caratterizzata negli ultimi anni da forte incertezza, ma che sembra aver raggiunto una certa stabilità. Alla guida di questa espansione c’è l’amministratore delegato Matteo Del Fante, secondo cui «un’azienda di mercato» come Poste ha un vero e proprio «obbligo» di offrire nuovi servizi anche nel settore energetico.

Rimane da scoprire se riuscirà a vincere la sfida dell’energia, così come in passato è riuscita a mostrare ottimi risultati nelle altre attività che gestisce attraverso varie società controllate. Nonostante le emergenze della pandemia e dell’aumento dei costi dovuti alla guerra, infatti, nel terzo trimestre del 2022 Poste ha registrato ricavi pari a 2,9 miliardi di euro (circa 4,3 miliardi in 9 mesi), consolidando la sua posizione di principale operatore nel mercato della logistica – di cui detiene una quota del 37% grazie anche a un modello di business focalizzato sull’e-commerce e i servizi web.