Economia

Poste Italiane: in arrivo il progetto Polis

Riguarderà i piccoli comuni con meno di 15.000, abitanti dove verrà creato uno sportello unico per facilitare l’accesso alla Pubblica Amministrazione. Entro marzo apriranno i primi 40 nuovi uffici postali
L'Amministratore Delegato di Poste Italiane Matteo Del Fante alla presentazione del progetto "POLIS, dai piccoli centri si fa grande l'Italia" di Poste Italiane Roma, 30 gennaio 2023
L'Amministratore Delegato di Poste Italiane Matteo Del Fante alla presentazione del progetto "POLIS, dai piccoli centri si fa grande l'Italia" di Poste Italiane Roma, 30 gennaio 2023 Credit: ANSA/FABIO CIMAGLIA
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31 gennaio 2023 Aggiornato alle 11:00

Novità in arrivo per Poste Italiane: il progetto Polis, in linea con il Pnrr, inizia a prendere forma. È stato presentato lunedì 30 gennaio al Centro Congressi La Nuvola dell’Eur, a Roma, alla presenza di oltre 5.000 sindaci e non solo. Erano presenti anche rappresentanti politici, tra cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Qual è l’obiettivo di questo progetto? Favorire la coesione economica, sociale e territoriale del Paese e il superare digital divide, ovvero il divario tra chi ha accesso a Internet e chi no, nei piccoli centri e nelle aree interne. Inoltre, si propone di creare uno sportello unico tramite il quale semplificare l’accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione.

Il progetto vale 1,12 miliardi di euro ed è finanziato in parte dal Pnrr (800 milioni) e in parte dalla stessa azienda Poste Italiane (320 milioni). I cittadini potranno richiedere alcuni documenti e certificati utilizzando i totem digitali o gli sportelli automatici posti all’esterno degli uffici postali e accessibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Entriamo nel dettaglio: quali sono i certificati e i documenti che potranno essere richiesti con questa nuova modalità? Si potranno richiedere, per limitarci ai principali, la carta d’identità elettronica, il passaporto, il duplicato della patente, diversi certificati di stato civile e anagrafici (nascita, morte, matrimonio ecc.), i cedolini della pensione, la prenotazione tramite Cup regionale, esenzione o esonero dal canone Rai, Isee.

I lavori di ristrutturazione e adeguamento degli uffici postali sono partiti tra ottobre e novembre 2022, entro febbraio 2023 saranno, inoltre, aperti 230 cantieri ed entro la fine dell’anno partiranno i lavori in circa 1.500 sedi.

L’obiettivo è inserire questo servizio in circa 7.000 comuni italiani con meno di 15.000 abitanti entro il 2026, intanto entro marzo apriranno 40 uffici postali.

«Ma se lo Stato deve raggiungere tutti, ed è lo scopo di Polis, l’ottica cambia radicalmente perché come Stato non ti puoi permettere di lasciare indietro nessuno. Quindi devi avere un soggetto che ti consenta di raggiungere fisicamente tutti. E questo soggetto non può che essere Poste Italiane, perché richiede una interazione fisica che altri non sono in grado di offrire», ha dichiarato da Matteo Del Fante, amministratore delegato e direttore generale di Poste Italiane, che ha voluto sottolineare come questo progetto sia fondamentale per azzerare le distanze e garantire gli stessi diritti a tutti i cittadini.

Il progetto promette di raggiungere circa 16 milioni di persone, che in questo modo si avvicineranno sempre di più allo Stato: «Contribuirà a colmare il forte gap infrastrutturale tra città e piccoli centri offrendo servizi essenziali con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini», così ha spiegato Maria Bianca Farina, Presidente di Poste Italiane.

Sulla stessa linea si colloca anche l’intervento della Presidente del Consiglio Meloni, che ha sottolineato che con questo progetto «noi vogliamo unire l’Italia, rafforzare i legami tra le comunità, garantire a tutti i cittadini indipendentemente da dove vivono e lavorano lo stesso diritto ad accedere ai servizi in modo semplice e veloce. Una sola Italia con servizi e diritti uguali per tutti», garantendo una totale collaborazione tra azienda e Stato.

Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto evidenziare l’importanza di questo progetto di inclusione e coinvolgimento dei piccoli comuni: «è un’Italia fondamentale, che copre l’80% del nostro territorio e quindi una parte decisiva dell’Italia. Decisiva per lo sviluppo e l’equilibrio».

Come è stato rimarcato dalla Presidente di Poste Italiane, ma anche dalla Presidente del Consiglio, l’Italia ha un problema fondamentale: il divario territoriale e sociale che è presente nelle diverse zone della penisola.

La disuguaglianza, infatti, non è soltanto presente tra Nord e Sud, ma c’è un forte divario anche tra aree urbane e aree rurali, queste ultime molto spesso lontane da servizi essenziali. Molto spesso, i residenti nei piccoli comuni non sono tutelati e sono costretti a percorrere lunghe distanze per i servizi essenziali. Questo limite è emerso, soprattutto, durante la pandemia: sempre più servizi sono stati tolti dai piccoli centri per spostarli nelle grandi città, tenendo conto soltanto del numero di abitanti.

Se, per esempio, un residente in un piccolo comune volesse rinnovare il passaporto, attualmente dovrebbe recarsi in due o tre uffici diversi, percorrendo grandi distanze. Con Polis l’intera procedura potrà essere completamente conclusa nell’ufficio postale della zona.

L’altro obiettivo riguarda il superamento del digital divide: in Italia siamo molto indietro con la digitalizzazione, sui 27 Paesi membri dell’Unione europea ci posizioniamo al 20esimo posto, secondo l’indice Desi (Digital Economy and Society Index). Questo si riflette, inevitabilmente, sui nostri centri urbani e sui nostri comuni.

A soffrire maggiormente, infatti, sono proprio i comuni con meno di 5.000 abitanti, basti pensare ai centri montani. Stando ai dati Desi, soltanto il 66,6% del nostro Paese è servito dalla banda larga da almeno 30 Mbps e solamente il 20,3% può collegarsi alla banda ultra-larga fino a 100 Mbps.

Introdurre questo progetto nei piccoli centri significa, prima di tutto, avvicinare i cittadini ai servizi essenziali, ma anche unire i territori e ridurre i divari che – purtroppo- esistono in Italia, cercando di eliminare il rischio di spopolamento che sta piano piano prendendo piede.

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