Diritti

Dove sono le residenze per anziani Lgbtq+ friendly?

Apripista la Svezia nel 2013; più recentemente, Regno Unito (a Londra) e Texas (a Houston). L’obiettivo di questi complessi è essere luoghi discrimination free
Credit: Mari Vlas

In Europa e negli Stati Uniti continuano a nascere residenze per ə anzianə che si identificano con la comunità Lgbtq+.

Dopo essere stati inaugurati in Svezia nel 2013 e seguiti a ruota da Danimarca, Olanda, Germania e Francia, i complessi residenziali per pensionatə Lgbtq+ hanno raggiunto di recente anche Regno Unito e Spagna.

In Italia esistono progetti di monitoraggio relativi alla condizione deə anzianə queer, ma nessuna una vera e propria residenza dedicata.

Nel Regno Unito la prima “casa” è esclusiva

Nel 2021 a Londra è stata inaugurata la prima residenza per le persone anziane Lgbtq+ del Regno Unito. Realizzata grazie a un prestito di 5,7 milioni di sterline del comune londinese, il complesso si chiama Tonic Housing e ha sede all’interno delle torri dell’architetto Norman Foster, sulle sponde del Tamigi.

Come riporta il sindaco Sadiq Khan, deə 145.000 over 55 Lgbtq+ che vivono a Londra, alcunə di loro non ritengono le residenze convenzionali per anziani e anziane adatte ai loro bisogni: la paura è subire discriminazioni.

Finora, dei 19 appartamenti che compongono la Tonic Housing, ne sono stati occupati 5. Accedere a una di queste unità abitative d’altra parte è costoso: la casa più economica costa 535.000 sterline; la più cara, 800.000.

Intanto nel Paese sono in corso altri progetti di residenze simili. A Manchester, il consiglio comunale sta collaborando con la Lgbt Foundation per realizzare una residenza da 100 appartamenti rivolta a pensionatə a maggioranza Lgbtq+.

Il caso della Spagna

A Madrid la prima residenza pubblica al mondo per anzianə Lgbtq+ è in costruzione dal 2018, a opera della Fundación 26 de Diciembre. Oggi questa associazione no profit assiste circa 800 persone attraverso le proprie attività di supporto psicologico e assistenza domiciliare per ə pensionatə della comunità queer. Deə 100 ospiti che dovrebbe accogliere, la casa di riposo punta a ospitare 66 “grandi invalidi”.

La Fondazione prende il nome dalla data in cui, nel 1978, venne derogata la legge franchista relativa alla pericolosità e riabilitazione sociale che stigmatizzava l’omosessualità, equiparandola a reati come vandalismo, consumo di droga e prostituzione.

Nel 2018 il progetto ha ricevuto il supporto delle 2 forze politiche di segno opposto che si contendevano la capitale spagnola. Da una parte Ahora Madrid, il partito di sinistra che ha amministrato la città dal 2015 al 2019, si era impegnato a fornire i finanziamenti per realizzare il centro diurno; dall’altra il Partito popolare della Comunità di Madrid, ovvero il partito conservatore di origine franchista a guida della regione, ha scelto di cedere lo spazio gratuitamente alla fondazione per 30 anni.

Negli Stati Uniti apre una residenza anche in Texas

Secondo la ricerca condotta negli Usa (firmata da Sage - Advocacy & Services for Lgbtq+ Elders e National Resource Center on Lgbt Aging), ə pensionatə Lgbtq+ hanno più probabilità di rimanere solə o isolatə. Inoltre, la Ucla University ha documentato che le coppie omosessuali anziane sono soggette a tassi di povertà maggiori rispetto alle coppie di loro coetanei e coetanee eterosessuali. Una condizione che rischia di compromettere la loro possibilità di accedere alle cure e all’assistenza necessaria in età avanzata.

Per rispondere alle loro esigenze, negli Stati Uniti oggi esistono 15 residenze per persone anziane (la maggior parte in Florida). La prima ad aprire, nel 2013, è stata a Los Angeles, mentre l’ultima (2021) ha sede in Texas, dove fino al 2003 l’omosessualità era considerata un crimine.

Oggi nella capitale texana di Houston la residenza per anzianə Lgbtq+ comprende 112 appartamenti e ha raccolto 26,5 milioni di investimento per la sua realizzazione. Il nome del centro è Law Harrington ed è dedicato a Charles Law e Gene Harrington, 2 attivisti per i diritti degli omosessuali di Houston morti di Aids nel 1993 e 2002.

Il progetto italiano di cohousing intergenerazionale

La ricerca del 2019 promossa dall’associazione Arcigay ha rilevato che in Italia ə over 65 della comunità Lgbtq+ tendono più facilmente a trovarsi in condizioni di solitudine: quasi il 60% vive da solə, contro il 37,3 % di coetanei e coetanee eterosessuali.

A seguito dei risultati raccolti con il supporto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nel 2020 l’associazione ha proposto alle amministrazioni comunali di Torino e Bologna di realizzare un cohousing intergenerazionale dedicato alla comunità queer. L’idea è quella di creare spazi di coabitazione tra anziani e anziane over 60 e giovani Lgbtq+, con l’obiettivo di favorire un “invecchiamento positivo”, contrastare le solitudini involontarie e alimentare il dialogo intergenerazionale.

Il progetto è ancora inattuato, ma secondo Arcigay “le persone Lgbti senior sono tendenzialmente invisibili e la solitudine involontaria per l’anziano Lgbti è dunque un rischio concreto e duplice: in ragione dell’età e anche dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere”.

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