Diritti

Morti e droga: qual è la situazione italiana?

Secondo l’indagine Le dipendenze patologiche diffuse tra i giovani, negli ultimi 5 anni sono aumentati i ricoveri degli adolescenti (+49%). Per quali sostanze si muore di più?
Credit: Jakob owens/unsplash

L’allarme della diffusione della “droga tra i giovani” risuona periodicamente. Spesso, più che di una vera e propria riflessione su quale sia la situazione e su quali possano essere le strategie di contrasto più efficaci – politiche di riduzione del danno, revisione delle politiche proibizioniste, rafforzamento delle reti di supporto sul territorio – diventa uno spauracchio e la discussione viene ridotta a frasi preconfezionate come “le droghe - magari insistendo sul fatto che “tutte le droghe” - uccidono, per questo l’unica soluzione è il pugno duro”

Che le droghe uccidano, è vero. Che le droghe uccidano anche giovani e giovanissimi – anche se i tassi si stanno sensibilmente alzando soprattutto nelle fasce più adulte della popolazione – altrettanto. Indagare il fenomeno razionalmente e senza retorica è il solo modo per individuare una strategia di intervento che non si riduca alla mera criminalizzazione.

Qual è, quindi, la situazione delle morti droga-correlate tra i giovani in Italia? Il numero di morti per overdose tra i giovani, dicono le statistiche, è in crescita, come è in crescita il numero di ricoveri collegati all’uso di sostanze stupefacenti.

La tossicodipendenza è (anche) una questione di genere e geografia

Secondo l’indagine conoscitiva Le dipendenze patologiche diffuse tra i giovani della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza della XVIII legislatura, l’aumento dei ricoveri dei giovani per droga negli ultimi 5 anni è stato significativo (soprattutto tra i giovani uomini): i tassi hanno fatto registrare un aumento del 44% nel complesso e di quasi il 50% (49%) negli adolescenti tra i 15 e i 24 anni.

Oltre che una connotazione di genere, l’incremento ha anche una diversa distribuzione geografica: è stato più forte nelle aree settentrionali del Paese e più contenuto in quelle centrali. Nel 2019, infatti, 6 ricoveri su 10 sono relativi a giovani ospedalizzati residenti al Nord e i restanti sono equamente distribuiti tra Centro e Sud. I tassi di ospedalizzazione droga-correlati per i giovani residenti al Nord sono circa il doppio di quelli dei residenti nel Mezzogiorno.

Decessi droga-correlati: quanti? Chi? Perché?

Secondo l’indagine conoscitiva di Camera e Senato, nel 2018 i decessi dovuti a tossicodipendenza nei giovani fino ai 34 anni sono stati 70, con un forte squilibrio di genere: solo 9, infatti, erano ragazze. Il numero di decessi è costantemente più elevato nei maschi, anche se nelle donne si osserva una maggiore quota di decessi prima dei 24 anni, seppure con forti oscillazioni dovute ai numeri esigui.

Quello che emerge osservando i dati è soprattutto che, se la cosiddetta “mortalità droga-correlata” nei giovani si è ridotta notevolmente (-65,5%) rispetto al 2004, negli anni più recenti si osserva una ripresa sia del numero assoluto dei decessi sia della proporzione di questi sulle morti fino a 34 anni.

Questo è un fenomeno non solo italiano, ma che interessa a esempio anche gli Stati Uniti, dove l’aumento di decessi droga-correlati nelle fasce più giovani è drammatico: nel 2020 il numero dei morti per overdose tra i ragazzi e le ragazze è raddoppiato rispetto alla media annua del decennio precedente, ed è cresciuto di un ulteriore 20% nel 2021, nonostante il consumo di droghe in questa fascia di età sia ai minimi storici. Il problema, in quel caso, è che le sostanze – soprattutto le pillole contraffatte a base di fentanil – sono più pericolose, non più diffuse.

Anche a livello europeo, i decessi per overdose sono in aumento dal 2012, in generale e tra gli adolescenti. Secondo la Relazione europea sulla droga 2021, “in contrasto con una tendenza generale all’invecchiamento, nel 2019 nell’Unione europea, in Norvegia e in Turchia sono stati registrati 116 decessi tra gli adolescenti di età compresa tra i 15 e i 19 anni. Le cifre sono rimaste stabili o sono aumentate in diversi Paesi rispetto al 2012. Tali incrementi si basano su numeri relativamente bassi, ma devono essere considerati con una certa preoccupazione e occorre monitorare attentamente la situazione”.

In Europa, i decessi per il consumo di fentanil si sono ridotti negli ultimi 3 anni: il 76 % dei decessi per overdose segnalati nell’Unione europea nel 2019 sono legati al consumo di oppiacei.

Gli oppioidi sono l’oppio dei giovani

E in Italia quali sono le droghe per cui si muore di più? Il 34% dei decessi al di sotto dei 35 anni risulta causato da sostanze miste o non note, tra cui sono più frequenti gli allucinogeni, non meglio precisati (44%), seguiti dagli oppioidi, come l’eroina (17%) e la cocaina (4%). Nel 2018 sono stati registrati decessi dovuti a cannabinoidi o amfetamine.

Un aspetto significativo, è che rispetto alle altre fasce di età, tra gli under 35 si riscontra una maggiore quota di decessi dovuta agli oppioidi, che sono responsabili “solo” del 10% dei decessi droga-correlati negli over 35. Non solo: rispetto al 2014 i decessi per queste sostanze aumentano, sia in termini assoluti (sono raddoppiati in 4 anni) sia in termini relativi (nel 2014 rappresentavano l’11% del totale dei decessi droga-correlati, nel 2018 la percentuale era già salita al 17%).

Non solo overdose

“Morire per droga” è un’espressione che significa tutto, niente. Soprattutto, però, non significa solo overdose. I decessi droga-correlati, infatti, sono anche quelli che non sono direttamente legati al consumo di sostanze stupefacenti ma ne sono una conseguenza, come quelli legati a malattie infettive come HIV-AIDS ed epatiti virali: nel 2019 nell’Unione europea sono stati notificati 849 nuovi casi di HIV e 266 nuovi casi di AIDS attribuibili al consumo di droghe per via parenterale, pari al 5,5 % delle nuove diagnosi, più della metà delle quali arrivata in una fase tardiva di sviluppo della malattia.

Oppure, anche incidenti stradali avvenuti sotto l’effetto di droghe. Un fenomeno, anche questo, in crescita: il numero è quasi triplicato soli 5 anni, passando dallo 0,5% del 2015 all’1,4% del 2018-19. Anche la Relazione Annuale al Parlamento sul Fenomeno delle Tossicodipendenze in Italia, i cui dati sono legati alla situazione straordinaria della pandemia, ha registrato che “a fronte di una generale contrazione del numero di incidenti stradali, legata alla ristretta mobilità, continua l’incremento degli incidenti legati allo stato psico-fisico alterato dei conducenti. Gli incidenti correlati alla guida sotto effetto di sostanze stupefacenti passano in 20 anni da 0,1 ogni 100 incidenti stradali del 2001 a 1,4”.

Mappare i decessi, vedere i decessi

Dati, grafici, statistiche: troppo spesso, quando si parla di temi come i decessi droga-correlati, tutto si riduce ai numeri. Dietro alle cifre, però, ci sono persone. Solo in alcuni casi queste morti raggiungono gli onori delle cronache e i giovani volti diventano simboli eccezionali di un fenomeno molto più comune.

Per questo, un progetto come quello di GeOverdose può aiutarci a prendere consapevolezza del problema, comprenderne la diffusione e riuscire a dare un profilo, se non un volto, a queste vite giovani, a volte giovanissime, spezzate. Si tratta di un sistema informatico geografico (Gis) in grado di visualizzare su di una mappa dell’Italia i decessi per overdose e “gli altri eventi acuti mortali (o a rischio di morte) correlati all’assunzione di droghe e alcol, utilizzando le coordinate geografiche normalmente utilizzate dai sistemi satellitari di

geolocalizzazione. L’idea di base del sistema è quella di rappresentare la mortalità acuta per droghe su una cartina dell’Italia, in maniera continuamente aggiornata e in tempo reale”.

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