Diritti

Il Pd conta i nuovi (pochi) iscritti in vista delle primarie

Le prime indiscrezioni suggeriscono il dato più basso di sempre ma al Nazareno puntano ai 200.000 tesserati per ripartire. Bonaccini favorito nei sondaggi (44%) seguito da Schlein (24%)
Il candidato alla segreteria del Pd Stefano Bonaccini
Il candidato alla segreteria del Pd Stefano Bonaccini Credit: ANSA/ MASSIMO PERCOSS
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
1 febbraio 2023 Aggiornato alle 21:00

Il 31 gennaio è scaduto il termine per il tesseramento al Partito Democratico in vista delle primarie in programma il prossimo 26 febbraio.

I dati definitivi sui nuovi iscritti non sono ancora disponibili, quindi è presto per fare bilanci, anche considerata la proroga per i tesserati 2021, che potranno rinnovare l’iscrizione presso il proprio circolo fino al giorno del congresso del circolo medesimo.

Ma i numeri trapelati finora non fanno ben sperare. La Repubblica parla di 150.000 iscritti, cifra parziale che, se confermata, rappresenterebbe un calo di oltre il 50% rispetto ai 320.000 del 2021, quando già erano circa 150.000 in meno rispetto a dieci anni prima (467.000).

Una progressiva discesa – col picco eccezionale dei 535.959 iscritti nel 2013, l’anno che vide la vittoria alle primarie di Matteo Renzi col 67,55% dei voti – che testimonierebbe ulteriormente l’attuale stato di salute del partito moralmente più provato dalle ultime consultazioni politiche.

Ma se al Nazareno nessuno canta vittoria, in molti ritengono che non sia ancora arrivato il momento di intonare il de profundis.

«Registreremo un dato significativo che dimostrerà che il Partito Democratico resta il più grande partito italiano, quello più radicato sul territorio, quello con più circoli», dichiara Stefano Vaccari, responsabile organizzazione del Pd.

«Ed è un dato che si andrà a affiancare a quello reso noto la scorsa settimana – aggiunge – che rileva il Pd come il partito più scelto nel 2 per mille dai contribuenti».

Vero: il rapporto annuale diffuso dal Ministero dell’Economia mostra come al Pd sia andato il 33,24% delle preferenze, pari a 475.808 contribuenti, per un totale di 7.346.785 euro

versati nelle casse della forza politica fondata nel 2007.

E anche se questo rappresenterà il punto più basso in termini di iscritti, in casa Pd puntano alla soglia di 200.000 tessere per potersi dire ancora vivi e, sotto la guida del segretario che succederà al dimissionario Enrico Letta, ripartire.

A contendersi il timone sono i quattro candidati alla segreteria Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Paola De Micheli e Gianni Cuperlo.

Ma con ogni probabilità soltanto i primi due arriveranno al ballottaggio successivo al voto nei circoli riservato ai tesserati che si terrà dal 3 al 12 febbraio. Termine che, complici le elezioni regionali, slitta al 19 febbraio per Lazio e Lombardia.

Stando all’ultimo sondaggio realizzato da Emg Different all’indomani del confronto tra i candidati avvenuto nella trasmissione televisiva Mezz’ora in più‘condotta da Lucia Annunziata, il governatore dell’Emilia Romagna è in netto vantaggio col 44% dei consensi, tre punti in più rispetto alla precedente rilevazione del 16 gennaio.

Lo segue a 20 punti di distacco Elly Schlein col 24%, mentre De Micheli e Cuperlo si attestano rispettivamente al 9% e 7%.

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