Bambini

Seattle: scuole VS social media per danni psicologici ai ragazzi

Gli istituti pubblici hanno accusato TikTok, Instagram, YouTube e Snapchat di aver «sfruttato con successo i cervelli vulnerabili dei giovani», portando all’aumento di disturbi d’ansia, depressione, cyberbullismo
Yam krukau/pexels
Yam krukau/pexels
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
9 gennaio 2023 Aggiornato alle 17:15

Le scuole pubbliche di Seattle hanno intentato una nuova maxi causa contro le Big Tech: al banco degli imputati, TikTok, Instagram, Facebook, YouTube e Snapchat, accusati di danneggiare la salute mentale di milioni di ragazzi. Si tratterebbe di danni che finirebbero per influire negativamente sulla funzione educativa delle scuole.

Nella denuncia, presentata venerdì contro Alphabet Inc (GOOGL.O), Meta Platforms Inc (META.O), Snap Inc (SNAP.N) e ByteDance, proprietario di TikTok, presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti, si legge che i colossi dei social sono accusati di aver «sfruttato con successo le menti vulnerabili dei giovani, agganciando decine di milioni di studenti in tutto il Paese attraverso un circuito vizioso di risposte positive sui social media che porta all’uso eccessivo e all’abuso delle piattaforme».

Ben 91 pagine in cui vengono spiegate in maniera dettagliata e meticolosa tutte le accuse rivolte ai giganti del Tech. Dal 2009 al 2019 si è registrato un aumento del 30% degli studenti delle scuole pubbliche di Seattle che hanno rivelato di sentirsi “tristissimi o senza speranza quasi ogni giorno per 2 settimane o oltre di seguito”.

In particolare, le scuole ritengono responsabili i social media della maggiore diffusione di una serie di patologie tra le quali ansia, depressione, problemi alimentari e cyberbullismo e le aziende sono portate dinnanzi al giudice per aver “avvelenato i giovani” con una vera e propria dipendenza da social media: un numero sempre maggiore di studenti soffre di problematiche psicologiche legate o acuite dall’utilizzo delle piattaforme digitali.

In effetti, l’insorgenza di problemi di salute mentale rischia spesso di compromettere il rendimento scolastico: gli studenti più fragili, con disturbi di questo tipo, ottengono complessivamente risultati peggiori. Le scuole, d’altro canto, si vedono costrette ad adottare misure ad hoc: per esempio la formazione degli insegnanti per identificare e affrontare certi sintomi o segnali di allarme, assumere personale qualificato e creare risorse aggiuntive per avvertire gli studenti sui pericoli dei social media.

Nel 2021, il Parlamento statunitense aveva accusato il Ceo di Facebook Mark Zuckerberg di spingere sui profitti a scapito della salute mentale dei bambini a seguito della testimonianza dell’informatica Frances Haugen, secondo la quale, la società non era stata in grado di tutelare la sicurezza delle adolescenti su Instagram.

Non è chiaro quanto margine di riuscita abbia la causa attuale, ma l’azione legale intentata dalle scuole di Seattle in sostanza chiede un risarcimento dei danni da parte delle compagnie e l’investimento in prevenzione e cure per i disturbi causati dall’uso eccessivo e controverso dei social media.

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