Economia

Muskolinità tossica: Jeff, Elon, Mark e gli altri testosteronici

È l’epoca dei magnati umorali che competono non solo sui risultati economici ma sui gradi di follia. Fossero donne, direbbero “troppo emotive”
Azzurra Rinaldi
Azzurra Rinaldi economista
Tempo di lettura 4 min lettura
23 novembre 2022 Aggiornato alle 06:30

Jeff Bezos, proprietario di Amazon con un patrimonio di 120,5 miliardi di dollari, sul suo yacht fa bella mostra dei suoi addominali di ferro. Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook con un patrimonio netto di 59 miliardi di euro, pubblica in un video su Instagram il suo allenamento a suon di arti marziali. Elon Musk, Ceo di Tesla e uomo più ricco al mondo, con un patrimonio di oltre 300 miliardi di dollari, racconta del suo regime alimentare e di come la dieta intermittente, unita all’allenamento, gli abbiano consentito di perdere 9 kg mantenendo la massa muscolare.

Ecco a voi i nuovi magnati, gli uomini più ricchi del mondo che competono ora non solo sul piano dei risultati economici, ma anche su quello della prestanza fisica (il Wall Street Journal lo ha definito appunto leffetto Bezos”).

Un tipo Musk-olare

Ma parliamo di Elon Musk: 10 figli da diverse partner (una delle figlie si chiama XAE A-XII), noto come patron di Tesla, come uomo dello Spazio, ma anche, più recentemente, come proprietario di Twitter (a fronte di un esborso di 44 miliardi).

Musk ha una storia imprenditoriale davvero eccezionale: fonda Zip2 insieme al fratello Kimbal e la vende a Compaq per 300 milioni di dollari (intascandone 22). A 28 anni fonda X.com, una delle prime banche online, ottenendo 100.000 clienti in poco più di 2 mesi e a seguire la fonde con la neonata PayPal. E cosa accade? Che eBay compra PayPal per un miliardo e mezzo di dollari (e Elon ne guadagna personalmente 175 milioni).

Solo successi, quindi? Sì e no: il suo approdo sullo spazio è inizialmente piuttosto complicato. Ma il volto di Musk che i più stanno conoscendo ora è quello del proprietario di Twitter.

La fase Twitter

A fine ottobre, Musk acquista Twitter. Entra in azienda e licenzia prima tutto il management, poi le persone che lavorano nello studio legale, poi metà dei 7.500 dipendenti.

Come se non bastasse, mostra ulteriormente i muscoli: pone le persone rimaste in azienda davanti a un ultimatum. Gli chiede di lavorare di più o di andarsene. Circa 1.200 lavoratori lo abbandonano. Del resto, lo aveva già fatto in Tesla, invitando il management a trascorrere un minimo di 40 ore settimanali in ufficio o, in alternativa, a lasciare lazienda.

Una gestione davvero muscolare, in una fase storica in cui sempre più aziende mettono al centro la cosiddetta leadership gentile, anche perché è ormai consolidato che si ottengono più risultati dalle persone che lavorano con noi se si evita di urlargli contro.

What’s next?

E mentre Bezos e Musk bisticciano su Twitter e si sfidano a suon di primati, proprio il social network recentemente acquisito rischia di rivelarsi un terreno sdrucciolevole per le attività imprenditoriali di Musk. Il quale ha aperto la possibilità di ottenere il bollino blu assegnato (prima riservato agli account verificati) a chiunque pagasse 8 dollari al mese. Il risultato? Finti profili di George W. Bush e Tony Blair, inserzionisti in fuga ed Elon costretto ad aprirsi agli spot di piccole aziende (che ora compaiono ogni 5 post).

In finanza comportamentale, livelli elevati di testosterone sono associati alla possibilità di prendere decisioni finanziarie particolarmente (ed inutilmente) rischiose. Mentre la gestione empatica dei gruppi di lavoro consente di ottenere le migliori performance economiche.

Sarà il caso, allora, che Musk inizi a cambiare stile (e gli altri magnati muscolari con lui). Anche perché Dei 44 miliardi di dollari usati per comprare Twitter, 13 sono stati presi in prestito dalle banche. E devono essere quindi restituiti.

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