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Come iscrivere i figli alle elementari?

Le domande potranno essere presentate fino al 30 gennaio tramite il servizio Iscrizioni online 2023/24. Ecco una piccola guida per capire come fare
Credit: Vasilis Chatzoupouls/unsplash
Tempo di lettura 6 min lettura
12 gennaio 2023 Aggiornato alle 07:00

La scuola elementare - o scuola primaria - rappresenta, nell’ordinamento scolastico italiano, il primo gradino del primo ciclo di studio dell’istruzione obbligatoria. Il termine “elementare” deriva proprio dal fatto che, durante i 5 anni, vengono trasmesse ai bambini le basi della conoscenza, gli elementi fondamentali della scienza, dell’arte e dello studio in generale.

L’espressione “scuola primaria”, invece, deriva dal francese (école primaire) e fu introdotta ufficialmente in Italia nel 2003, per una scelta contenuta nella riforma Moratti.

La scuola primaria o elementare è normalmente suddivisa in 5 classi, in Italia complessivamente chiamate le elementari, dove ci sono bambini dai 6 ai 10 anni, ovvero con gli 11 anni compiuti durante il 5º anno di primaria, seguita poi dalla scuola secondaria di primo grado, comunemente detta scuola media.

Scuola elementare: la storia

La scuola elementare è stata da sempre oggetto di diverse riforme, sia prima che dopo l’Unità d’Italia. Nel 1971 si afferma come tipo di scuola a tempo pieno in risposta alla necessità di migliorare il sistema scolastico, l’apprendimento degli alunni e di aiutare i genitori con le loro esigenze lavorative. Inizialmente consisteva in lezioni pomeridiane, organizzate da insegnanti diversi rispetto a quelli curricolari, dove i bambini si ritrovano per discutere, dipingere, stampare giornalini o dedicarsi a quelle attività non concluse o non sufficientemente approfondite al mattino.

Nel 1977-78 da Torino partono le prime scuole organizzate interamente a tempo pieno. Fino al 1990 la scuola elementare era organizzata secondo il principio del maestro unico, uno quindi per ciascuna classe. Con l’approvazione della legge n. 148 del 5 giugno 1990, e dopo anni di sperimentazione, questa figura scomparve e si passò al gruppo di docenti, il cosiddetto modulo didattico. Nella scuola elementare, dal 1990 in poi, gli insegnanti erano 3 ogni 2 classi, oppure 4 ogni 3 classi; ciascuno di essi era titolare di un ambito disciplinare (linguistico-espressivo, matematico-scientifico, antropologico).

Cambiamento drastico nei programmi durante gli anni 2000 con la riforma Moratti per quanto riguarda lo studio delle materie di storia, geografia e scienze, con contenuti ristrutturati per creare un continuum con la scuola secondaria di I grado che segue e l’introduzione del docente tutor, una figura di orientamento, di consulenza e di tutorato per ciascuno studente. La riforma Gelmini poi reintrodusse il maestro unico per quanti lo richiedano.

Oggi il primo ciclo d’istruzione in Italia si compone di 5 periodi didattici dove in ogni classe lavorano 2 insegnanti contitolari che si alternano al mattino e al pomeriggio con orari stabiliti in interclasse sulla base delle esigenze derivate dall’organizzazione dell’attività di classe e di interclasse.

L’attività didattica attuale prevede dei momenti di lavoro in classe: gli insegnanti operano per aree disciplinari, con momenti di lavoro in piccoli gruppi, di classe o di interclasse, e con attività in laboratorio (scienze, informatica, musica, pittura…). Il lavoro può essere di approfondimento, di recupero, di ricerca, ma ci sono anche dei momenti di lavoro con singoli bambini per il recupero di abilità specifiche.

Scuola statale o paritaria: le differenze

Il sistema dell’istruzione italiano prevede 3 tipologie di scuole: la scuola statale, la scuola paritaria e la scuola privata.

La scuola statale, la più frequentata, prevede che la gestione sia affidata a chi l’ha istituita, il Miur (Ministero Istruzione Università e Ricerca) attraverso dirigenti scolastici. La formazione professionale è invece gestita dalle regioni. La scuola statale è gratuita e gestita dallo Stato, che si occupa di selezionare i docenti, di stilare i programmi e di affrontare le spese o la maggior parte delle stesse (è comunque prevista una quota di iscrizione a carico della famiglia).

Sono a carico delle famiglie le spese per il pasto, l’eventuale trasporto pubblico (scuolabus), l’eventuale prolungamento dell’orario (servizio di pre- o post-scuola). Gli insegnanti sono reclutati con procedure pubbliche, in base a determinati requisiti in base al grado e alla tipologia di istituto in cui lavorano. I programmi della scuola sono determinati a livello statale per assicurare una formazione uniforme in tutta Italia.

La scuola paritaria è molto simile alla statale. Una prima differenza è nella gestione che nelle paritarie è affidata alla dirigenza del singolo istituto e non al Ministero (spesso si tratta di fondazioni, associazioni o società). Il reclutamento degli insegnanti è in parte diverso rispetto a quello previsto per la scuola pubblica e c’è una maggiore autonomia organizzativa, ma devono essere rispettati i programmi previsti a livello nazionale. A differenza delle scuola statali, le paritarie possono avere un orientamento religioso, ma devono assicurare agli studenti una formazione del tutto analoga a quella delle scuole statali, proprio per questo i titoli sono equivalenti. La scuola paritaria è economicamente indipendente, riceve dei piccoli sussidi da parte dello Stato, ma deve reperire ulteriori risorse (spesso le famiglie provvedono economicamente al mantenimento della scuola attraverso il pagamento di rette periodiche).

La scuola privata non paritaria non può rilasciare titoli aventi valore legale: gli studenti possono frequentare e ciò costituisce obbligo scolastico, ma gli esami intermedi e finali devono essere sostenuti presso istituti paritari o statali. Mentre la scuola paritaria ha una certa autonomia nella formazione degli studenti, per la scuola privata non paritaria vi è un controllo sugli obiettivi raggiunti da ogni singolo studente, solo in questo modo si possono ottenere dei titoli riconosciuti e spendibili.

Come iscrivere i figli alle elementari?

La modalità di iscrizione è online ed è prevista per tutte le classi iniziali della scuola primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado statale. Si può accedere al servizio Iscrizioni online con la l’identità digitale: Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale), Cie (Carta di identità elettronica) e eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature). Si può presentare la domanda di iscrizione online dal 9 al 30 gennaio 2023.

Per compilare la domanda di iscrizione sul sito, inserire i dati anagrafici e di residenza, i dati familiari confermando e/o integrando alcune informazioni (telefono, email, residenza e domicilio) di chi sta presentando la domanda (genitore o chi esercita la potestà genitoriale), sulla scelta dell’insegnamento della religione cattolica e sui dati relativi a eventuali disabilità. Scegliere, in ordine di priorità, le scuole o i centri di formazione professionale (CFP) a cui indirizzare la domanda indicando il loro codice identificativo.

Le segreterie delle scuole offrono un servizio di supporto alle famiglie prive di strumentazione informatica. I genitori possono presentare una sola domanda di iscrizione, ma possono anche indicare una seconda o terza scuola a cui indirizzare la domanda nel caso in cui l’istituzione di prima scelta non abbia disponibilità di posti. Dopo la scadenza del termine fissato al 30 gennaio 2023, per eccezionali motivi documentati, la domanda di iscrizione può essere presentata direttamente alla scuola prescelta, tenendo informato il competente Ufficio scolastico territoriale.

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