Ambiente

Povertà energetica: cresce soprattutto al Sud

Secondo i dati dell’Osservatorio Oipe, nel 2021 il fenomeno ha colpito l’8,5% delle famiglie italiane per un totale di 2 milioni di nuclei. Fanalino di coda, la Calabria
“Minimum Monument” (2014), Lima
“Minimum Monument” (2014), Lima Credit: © Néle Azevedo
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28 dicembre 2022 Aggiornato alle 14:00

L’ aumento dei costi energetici e la difficoltà ad accedere a quest’ ultimi, possono generare fenomeni di povertà energetica, situazione in aumento nel nostro pese.

La povertà energetica rappresenta l’impossibilità di accedere ai servizi energetici, la presenza di una elevata spesa energetica, l’ammontare della spesa totale inferiore alla soglia di povertà, la distrazione di risorse superiore a un valore socialmente accettabili, e fotografa una situazione di disagio socio economico.

A fare il punto della situazione è l’Oipe - Osservatorio sulla povertà energetica - nato nel 2019, costituito da ricercatori delle università di Brescia, Padova, Firenze, Palermo, oltre ad alcuni enti pubblici tra i quali Enea, Banca d’ Italia, ecc.

Secondo l’Osservatorio l’energia è un bene meritevole di tutela pubblica perché in grado di soddisfare bisogni essenziali a favore della collettività, indipendentemente dalle disponibilità finanziarie del consumatore. Il fenomeno colpisce l’ 8,5% delle famiglie italiane nel 2021 per un totale di 2 milioni di famiglie, dati in aumento sul 2020.

Il rapporto dell’Oipe, basato sull’ indagine Istat sulla spesa energetica 2021 ha interessato un campione di 25.000 famiglie, mostra il divario tra le diverse aree del Paese. Si passa dal 6,45% del Nord (massimo 8,6% in Trentino Alto Adige, minimo 4,8% in Liguria), 7% del Centro (max 12,% Abruzzo, min 4,6% Marche), 14,54% al Sud (max 16,7% in Calabria, min 11,3% Campania).

Dall’indagine si evince un aumento del prezzo dell’ elettricità e del gas rispetto al 2020 rispettivamente del 35% e del prezzo del gas del 41% con un conseguente incremento di 0,5 punti della povertà energetica come previsto anche dagli indicatori del Piano Nazionale per l’ Energia e il Clima 2020 e da quello per la Transizione Ecologica.

Ad incrementare il rischio di povertà energetica, la posizione geografica, maggiormente colpite le regioni del Sud o i piccoli comuni, ma anche il basso livello di istruzione, l’ inoccupazione e la giovane età.

Tra le azioni, delle quali beneficeranno circa 4 milioni di famiglie, lo stanziamento di 5 miliardi di euro per la riduzione dei costi delle bollette, il potenziamento dei bonus elettrico e gas, e la riduzione delle soglie Isee per l’ accesso.

A peggiorare la situazione di vulnerabilità, l’ aumento dei prezzi e la maggiore spesa per i prodotti energetici, oltre a ragioni collegate ai cambiamenti climatici e alla transizione ecologica. L’ aumento delle temperature estive hanno richiesto un maggior consumo di energia per il raffrescamento, con ripercussioni soprattutto per le fasce più deboli della popolazione, inoltre ad aumentare i prezzi anche i meccanismi previsti dalla necessità attuare un piano di transizione ecologica con conseguenti oneri di sistema per il sostegno alle energie rinnovabili e per i meccanismi di riduzione delle emissioni nell’ Unione europea, come a esempio la Carbon Tax con un incremento della spesa energetica del 9%.

L’ Unione europea ha orientato le proprie scelte verso una gestione più inclusiva della transizione rivolta alle fasce più deboli della popolazione. Per questo il Vulnerable Consumer Working Group ha individuato le possibili cause che concorrono alla formazione dei prezzi finali dell’energia, tra queste: livello di concorrenza, tipo di regolazione nei mercati energetici, livello di tassazione, costi di sistema; caratteristiche della famiglia, condizioni abitative, ambientali, socio economiche e del contesto di vita.

I singoli Paesi dell’Unione hanno predisposto soluzioni per combattere la povertà energetica: efficientamento energetico degli edifici, riduzione dei prezzi finali e sostegno al reddito

È necessario incentivare misure quali il rifacimento del cappotto termico, la sostituzione degli infissi, che richiedono un investimento a lungo termine, ma anche quelle relative alla dotazione tecnologica, a esempio il sistema di riscaldamento e l’ efficienza delle apparecchiature elettriche che richiedono uno sforzo economico minore.

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