Ambiente

Animali in gabbia, non possiamo dimenticarvi

In Europa oltre 300 milioni di animali sono allevati tra le sbarre. La Commissione europea si è impegnata a proporre entro il 2023 una normativa per eliminarne l’uso ma i Governi devono fare la loro parte
Credit: Cottonbro studio/ Pexels
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17 dicembre 2022 Aggiornato alle 06:30

Fermare l’uso della gabbie in Europa non è solo possibile, ma anche necessario. Questo è ciò che come Animal Equality abbiamo affermato ancora una volta in occasione dell’evento che abbiamo organizzato a Roma insieme alla coalizione End the Cage Age, che ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni ed esperti di salute animale.

Il futuro che vogliamo in Europa per tutti gli animali è senza sbarre, in modo che siano liberi dal confinamento estremo a cui sono costretti ora.

Si tratta di un cambiamento da intraprendere con urgenza per eliminare una pratica obsoleta che provoca solo sofferenza. Nel nostro continente ogni anno oltre 300 milioni di animali vengono ancora allevati in gabbia, per tutta o gran parte della loro vita. Oltre 40 milioni solo in Italia.

Questa condizione però non è più accettabile e l’Unione Europea, con il supporto decisivo del governo italiano, può fare da apripista nella transizione verso allevamenti cage-free. Per dimostrare che una svolta è possibile, abbiamo dedicato la conferenza ad alcuni tra gli animali costretti a vivere in gabbia più dimenticati in Italia: quaglie e conigli, relegati spesso in spazi angusti per tutta la vita e completamente private della possibilità di esprimere comportamenti naturali. Eppure, anche per loro una vita libera è possibile.

Attualmente, la Commissione Europea si è impegnata a proporre entro il 2023 una normativa per eliminare l’utilizzo delle gabbie negli allevamenti, ma la battaglia non è ancora finita. L’Iniziativa End the Cage Age, che ha raccolto oltre 1,4 milioni di firme di cittadini europei che chiedono la fine dell’era delle gabbie, rappresenta un passo storico ma è necessario che anche i governi nazionali supportino questa transizione.

Come ricordato nel corso dell’evento da Eleonora Evi, eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra: «Non ci sono più scuse, la transizione verso sistemi di allevamento cage-free sono fattibili e l’Italia, ancora fanalino di coda, deve fare la sua parte, sia a livello nazionale che europeo per porre fine una volta per tutte alla barbarie dell’allevamento in gabbia».

Nel nostro Paese non esiste ancora una normativa nazionale che disciplini l’uso delle gabbie negli allevamenti e questo vuoto legislativo sta causando terribili sofferenze a milioni di animali sfruttati a scopo alimentare e costretti a condurre frustranti esistenze rinchiusi in gabbie dove non possono esprimere i propri bisogni etologici.

Secondo un sondaggio condotto da YouGov, l’84% dei cittadini italiani ritiene che l’uso delle gabbie sia crudele nei confronti degli animali, mentre l’83% chiede che i fondi agricoli siano utilizzati per incentivare la transizione verso allevamenti che ne siano privi. Nonostante la volontà netta delle persone però la nuova Legge di Bilancio non prevede alcun investimento volto a eliminare le gabbie negli allevamenti intensivi.

La scelta del governo è inaccettabile. Per questo come coalizione italiana End The Cage Age rinnoviamo l’appello al Governo italiano a dare il proprio fondamentale contributo sia sostenendo il divieto legislativo delle gabbie a livello europeo sia avviando, tramite politiche economiche mirate, la transizione cage-free anche in ambito nazionale.

Non è tempo per le esitazioni, né tantomeno per un dietro front. È tempo di abbracciare con entusiasmo una versione migliore della nostra società e liberare gli animali dall’incubo delle gabbie.

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