Economia

RePowerEu, raggiunto l’accordo

L’intesa di Parlamento, Consiglio e Commissione Ue servirà a combattere l’inflazione e ridurre la dipendenza energetica dalla Russia. Per l’Italia, 9 miliardi di fondi
Credit: EPA/ STEPHANIE LECOCQ
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15 dicembre 2022 Aggiornato alle 17:00

«Accordo nella notte sul REPowerEU! Contribuirà alla nostra indipendenza energetica e alla transizione climatica. Congratulazioni!», così il Commissario per l’Economia Ue, Paolo Gentiloni, si è espresso via Twitter.

Durante la notte tra il 13 e il 14 dicembre è stato, infatti, raggiunto un accordo tra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue sul piano RePowerEU. Questa intesa si pone come obiettivo quello di combattere l’inflazione, dovuta al rincaro dei costi energetici, e di ridurre sempre di più la dipendenza dalla Russia, diversificando l’approvvigionamento energetico. Tra gli obiettivi vi è anche quello di favorire un’energia sempre più sostenibile in Europa. Tutto ciò dovrebbe essere raggiunto molto prima del 2030.

Il piano era già stato presentato dalla Commissione europea il 18 maggio 2022, ma solo adesso si è riusciti a trovare un accordo sull’energia.

Cosa prevede questo accordo? L’intesa permetterà agli Stati membri di beneficiare di maggiori prefinanziamenti (livello del 20%) per poter attuare le riforme e gli investimenti il prima possibile. Sarà possibile ammettere al finanziamento di REPowerEU quegli investimenti intrapresi dall’inizio della guerra in Ucraina, quindi a partire dal 1°febbraio 2022.

La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, fa sapere che, per l’Italia, i fondi disponibili saranno circa 9 miliardi di euro.

I fondi del piano REPowerEU potranno essere utilizzati anche per la costruzione di gasdotti e oleodotti, ma questi devono avere come obiettivo quello di assicurare l’indipendenza energetica e non solo, i progetti dovranno essere presentati entro e non oltre il 2026, e dovranno rispettare dei requisiti specifici. Gli oleodotti, in particolare, potranno essere finanziati solamente in tre Stati (quali? Ancora non si sa) per sostituire totalmente le forniture russe.

Altra novità. Questo accordo permette agli Stati membri di recuperare, fino al 10%, i fondi strutturali del periodo 2014-2020 che non sono stati ancora spesi, e che saranno destinati come aiuti alle piccole imprese e per le famiglie vulnerabili, fortemente colpite dal caro energia. L’Italia, dunque, potrà usufruire di altri 4 miliardi di euro, circa.

Previsti altri 20 miliardi di euro provenienti dal mercato CO2 Ue-Ets (mercato europeo delle emissioni di CO2), al fine di velocizzare il potenziamento delle fonti rinnovabili e ridurre sempre di più la dipendenza dalla Russia per l’importazione dei combustibili fossili.

Gli Stati membri, inoltre, potranno utilizzare fino al 7,5% dei fondi coesione del periodo 2021-2027.

L’entrata in vigore del Piano REPowerEU è prevista per gennaio 2023. Dal momento in cui il piano entrerà in vigore, gli Stati membri avranno 30 giorni a disposizione per dichiarare l’intenzione di usare altri 200 miliardi di euro, in prestiti, che non sono stati ancora assegnati. Una volta che sarà scaduto il termine, i prestiti non richiesti saranno messi a disposizione per gli altri Stati; non ci sarà dunque alcuno spreco di fondi.

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