Ambiente

One Health: 500 milioni per la salute globale

Ammontano a mezzo miliardo di euro i fondi del Pnrr destinati alle Regioni per il programma “Salute, ambiente, biodiversità e clima”
Credit: © Kike RincóN/Contacto via ZUMA Press
Tempo di lettura 4 min lettura
13 dicembre 2022 Aggiornato alle 11:00

Esiste un approccio, nel mondo della sanità, che viene chiamato One Health ed è riconosciuto come l’approccio ideale per raggiungere la salute globale.

Tradotta letteralmente come “una sola salute”, infatti, la One Health affronta i bisogni delle popolazioni più vulnerabili partendo dalla base di un’intima relazione tra salute umana, salute animale e condizioni dell’ambiente.

Oggi, con una pandemia devastante quasi lasciata alle spalle, ma da cui nessuno Stato è uscito indenne e con un disastro climatico-ambientale in corso, la One Health (o Planetary Health, se scegliamo una definizione ancora più ampia) è diventata tema prioritario sul banco dei governi e necessità non più rimandabile: solo un approccio integrato e sistematico, capace di tenere insieme benessere ambientale e salute animale e umana, potrà salvarci.

Così, la corsa verso la salvezza, pare essere già partita sia sul fronte internazionale con la nuova sinergia a quattro “pro Planetary Health” avviata da Fondo per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), Organizzazione per la salute animale (Oie), Programma Onu per l’ambiente (Unep) e Organizzazione mondiale della sanità (Oms), sia a livello di singoli Stati.

Per quanto riguarda l’Italia, l’approccio One Health trova risorse nel Piano nazionale complementare (Pnc), che finanzia azioni di sostegno al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr): sono 500 milioni i fondi del Pnrr destinati alle Regioni per il programma «Salute, ambiente, biodiversità e clima».

Di questi, circa 415 milioni e mezzo di euro saranno utilizzati per il rafforzamento delle strutture del Sistema nazionale protezione ambiente (Snpa) e l’implementazione delle attività del Sistema nazionale prevenzione salute dai rischi ambientali e climatici (Snps), istituito ad aprile, ma ancora non nel pieno dell’operatività.

Entro il 2026 tutti i sistemi nazionali citati dovranno coordinarsi con il lavoro delle Asl, per fare in modo che i dati sanitari vengano associati e collegati ai dati ambientali già disponibili attraverso la preesistente rete del Snpa.

Insomma, un tentativo di creare una rete unificata e compatta tra mondi che fino a oggi sono rimasti a sé stanti e separati, per cercare un continuo scambio di informazioni e raggiungere una collaborazione che permetta di far fronte nel migliore dei modi alle emergenze sanitarie, climatiche e ambientali del nostro secolo.

Un approccio capillare e lungimirante per tenere insieme tutti gli eventi e gli interventi su salute e ambiente, ma che non piace a tutti: Alessandro Siani, presidente della Società italiana di medicina ambientale (Sima), infatti, parla di un “sistema che resta bicefalo”.

«Così l’integrazione è difficile: a esempio le Agenzie regionali per l’ambiente sono state private di figure esperte anche in sanità mentre le Asl non hanno tecnici competenti sull’ambiente. Si rischia di non parlare la stessa lingua. Inoltre servono strumenti per capire se le politiche e gli investimenti stiano andando nella direzione giusta così da poter intervenire se necessario», ha dichiarato.

Per ovviare ai problemi e alle perplessità emerse, più di 6 milioni di euro dei fondi a disposizione verranno impiegati per la formazione nazionale su salute, ambiente e clima, 21 milioni euro andranno a finanziare diversi progetti di ricerca applicata con approcci multidisciplinari e altri 49 milioni e mezzo di euro saranno destinati a programmi pilota in siti contaminati di interesse nazionale. Infine, 8 milioni euro serviranno per la creazione di una piattaforma di una rete digitale nazionale Snpa-Snps per semplificare il lavoro di coordinamento dei sistemi.

Leggi anche
Cambiamento climatico
di Costanza Giannelli 3 min lettura
Credits: Regenerative Society Foundation
ecosistema
di Chiara Manetti 5 min lettura