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Il climate change è anche una questione di salute fisica?

Secondo l’Oms, il global warming è la più grande minaccia sanitaria per l’umanità. Oggi il 24% delle morti nel mondo è legato proprio a fattori ambientali
Credit: Josh Hild/pexe
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
5 agosto 2022 Aggiornato alle 13:00

Quando parliamo della minaccia rappresentata dal cambiamento climatico pensiamo, prevedibilmente, agli effetti devastanti sull’ambiente, che modificheranno drammaticamente e irreversibilmente l’aspetto del Pianeta. Quello a cui pensiamo meno, è l’impatto di queste trasformazioni non solo sul tessuto sociale ed economico globale, ma anche sulla salute pubblica. E sbagliamo.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, il global warming rappresenta la più grande minaccia sanitaria per l’umanità. I cambiamenti climatici influiscono sui fattori sociali e ambientali determinanti per la salute: aria pulita, acqua potabile e sicura, cibo a sufficienza e possibilità di trovare un riparo sicuro.

Non solo la disintegrazione degli ecosistemi causata dalla combinazione letale di deforestazione, urbanizzazione, inquinamento e cambiamento climatico ha portato a una sempre maggiore frequenza di epidemie legate a zoonosi (di cui la pandemia di Covid-19 è solo una manifestazione), ma la qualità dell’aria è drasticamente compromessa in molte regioni del Pianeta e l’aumento delle temperature ha effetti devastanti non solo sui territori ma anche sulle persone che li abitano. Già oggi, il 24% di tutti i decessi globali è legato a fattori ambientali e si prevede che la malnutrizione, la malaria, la diarrea e lo stress da caldo legati ai cambiamenti climatici provocheranno 250.000 morti in più ogni anno tra il 2030 e il 2050.

Un costo enorme, non solo in termini di vite umane, ma anche a livello economico: i costi dei danni diretti per la salute, infatti, sono stimati tra i 2 e i 4 miliardi di dollari all’anno entro il 2030.

A pagare il conto saranno i Paesi che hanno contribuito meno alle cause del riscaldamento globale, in particolare i Paesi in via di sviluppo con infrastrutture sanitarie deboli, che sono quelli meno attrezzati per proteggere le loro popolazioni e, quindi, saranno i più colpiti.

Allo stesso tempo, a essere esposti ai rischi maggiori saranno i più vulnerabili e svantaggiati, comprese le donne, i bambini, le minoranze etniche, le comunità povere, i migranti o gli sfollati, le popolazioni più anziane e quelle con condizioni di salute di base. Il cambiamento climatico, infatti, sta già incidendo sulla salute minando molti degli elementi fondamentali per una buona salute, come i mezzi di sussistenza, l’uguaglianza e l’accesso all’assistenza sanitaria e alle strutture di supporto sociale.

Stimare con precisione la portata e l’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute umana è una sfida, ma non ci sono dubbi: la correlazione è inequivocabile.

A rischio ci sono gli ultimi cinquant’anni di progressi in materia di sviluppo, salute globale e riduzione della povertà: se non interrompiamo immediatamente questa tendenza, le disuguaglianze sanitarie esistenti tra e all’interno delle popolazioni peggioreranno.

Questo significa, spiega il WHO, che non solo la realizzazione della copertura sanitaria universale (UHC) è a repentaglio, ma che ad aggravarsi potrebbe essere anche l’attuale carico di malattie e che le barriere esistenti all’accesso ai servizi sanitari potrebbero aumentare, spesso nei momenti in cui questi servizi sono più necessari.

Oltre 930 milioni di persone - circa il 12% della popolazione mondiale - spendono già almeno il 10% del budget familiare per pagare l’assistenza sanitaria, mentre 100 milioni di persone ogni anno scendono sotto la soglia della povertà a causa delle spese sanitarie. Una tendenza che il cambiamento climatico può solo peggiorare.

Il WHO ha avvertito: se nel medio termine gli impatti dei cambiamenti climatici sulla salute saranno determinati principalmente «dalla vulnerabilità delle popolazioni, dalla loro resilienza all’attuale tasso di cambiamento climatico e dalla portata e dal ritmo dell’adattamento», a lungo termine, gli effetti dipenderanno dalle misure che verranno intraprese per contrastarli.

Per evitare impatti catastrofici sulla salute e prevenire milioni di decessi legati ai cambiamenti climatici, il mondo deve limitare l’aumento della temperatura a 1,5°C, ha spiegato l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). Ogni decimo di grado aggiuntivo avrà un grave impatto sulla vita e sulla salute delle persone.

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