Culture

Turning pain into power: la mostra che racconta le ingiustizie sociali

Fino al 29 gennaio, la rassegna artistica ospitata da Kunst Meran Merano Arte affronta il tema del razzismo, della violenza di genere e della lotta alle discriminazioni, come quelle contro la comunità Lgbtq+
Regina José Galindo El Canto Se Hizo Grito, 2021
Regina José Galindo El Canto Se Hizo Grito, 2021
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3 dicembre 2022 Aggiornato alle 17:00

La mostra Turning pain into power, negli spazi di Kunst Meran Merano Arte, a Merano (BZ) fino al 29 gennaio 2023, presenta una selezione di artisti che con le loro opere denunciano diverse forme di ingiustizia sociali, quali il razzismo, la violenza di genere e la lotta alle discriminazioni, come a esempio quelle rivolte contro la comunità LGBTQIA+.

L’esposizione si apre con un motto militante scritto a lettere rosse: “I won’t shut up”, “non terrò la bocca chiusa”. Il lavoro, di Monica Bonvicini, si riferisce alla libertà di espressione, sancita dall’articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

Le relazioni annuali di organizzazioni come Reporter Senza Frontiere, Pen International o Freemuse – defending artistic freedom fanno emergere in modo impressionante come, in molte zone del mondo, il diritto di far sentire la propria voce continui a non essere garantito.

Parole, ma anche gesti e simboli, possono divenire strumenti di resistenza collettiva. Giuseppe Stampone cattura, utilizzando una semplice biro, un momento storico: nel 1968, durante la premiazione alle Olimpiadi di città del Messico, l’atleta afroamericano Tommie Smith leva il pugno in alto, proponendo il saluto del movimento Black Power, un segno che diventerà emblema della lotta contro la discriminazione della popolazione afroamericana. A distanza di circa cinquant’anni, il gesto di inginocchiarsi proposto da molti atletə in tutto il mondo come atto di solidarietà, in relazione al movimento Black lives matter, si ricollega a queste strategie di protesta pacifica.

Negli anni del nazionalsocialismo le persone appartenenti alla comunità LGBTQIA+ venivano marchiate con un triangolo rosa, il cosiddetto “Rosa Winkel”: si trattava di un simbolo cucito sulle casacche dei deportati nei campi di concentramento a segnalare in modo discriminatorio il loro orientamento sessuale o la loro identità di genere. “Kostüm Kakaduarchiv” (2022) di Philipp Gufler mostra come il significato e l’impiego del “Rosa Winkel” sia stato completamente rovesciato nella Germania postbellica, accompagnato dalla scritta “Gays against Oppression and Fascism”, come segno contro l’omofobia e contro l’oblio delle atrocità perpetrate dal nazionalsocialismo. Attraverso una contestualizzazione fornita da testimonianze dell’epoca - come a esempio la foto dello striscione riportante: “Chi tace sui crimini contro le persone omosessuali, finisce per approvarli” – e da altri materiali documentari fotografici e testuali, il gioco di riferimenti e rimandi apre a riflessioni e ulteriori approfondimenti.

La violenza di genere è ampiamente trattata anche nel lavoro di Regina José Galindo. Nel video “El dolor en un pañuelo” (1999), il corpo femminile vulnerabile, perché nudo, dell’artista diventa letteralmente una superficie di proiezione: su di esso, legato a un letto verticale, vengono infatti fatte scorrere diapositive che mostrano articoli di giornale sugli innumerevoli casi di violenza contro le donne in Guatemala. In questo modo l’artista rende il proprio corpo una piattaforma che porta all’attenzione dei visitatori e delle visitatrici i crimini commessi contro le donne, spronandoli a confrontarsi con questa tematica.

Turning pain into power, pensata da Merano Arte come primo tassello di un lavoro a lungo termine sul legame tra arte, attivismo e formazione, vuole indagare, mettere in discussione e contrastare i “punti ciechi”, cioè quelle forme di pregiudizio inconsapevoli, e i gli aspetti da cui scaturiscono le diverse forme di discriminazione.

Giuseppe Stampone Phallic Erection _ Tommie Smith, 2022
Giuseppe Stampone Phallic Erection _ Tommie Smith, 2022
Philipp Gufler Quilt #26 (Lana Kaiser), 2018
Philipp Gufler Quilt #26 (Lana Kaiser), 2018

Philipp Gufler Kostüm Kakaduarchiv (I), 2022
Philipp Gufler Kostüm Kakaduarchiv (I), 2022
Silvia Giambrone Security blanket n.4, 2022
Silvia Giambrone Security blanket n.4, 2022
Dan Perjovschi, Peace. ©Nicolas Wefers
Dan Perjovschi, Peace. ©Nicolas Wefers
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