Russia: approvato il disegno di legge anti Lgbtq+

La Russia ha compiuto un altro passo contro la comunità Lgbtq+. Come riferito dalla Tass, l’agenzia di stampa ufficiale russa, giovedì scorso la Duma di Stato, la camera bassa del Parlamento russo, ha approvato definitivamente un disegno di legge che vieta la propaganda «che promuove rapporti sessuali non tradizionali, la pedofilia e l’informazione in grado di indurre un intervento chirurgico di riassegnazione di genere».
Il provvedimento estende il divieto già esistente sui minori, visto che la versione originale della legge denominata propaganda gay, adottata dal Cremlino nel 2013, riguardava esclusivamente gli under 18, mentre la nuova norma, revisionata dai legislatori nel 2022, si applica anche agli adulti.
In Russia l’omosessualità è stata depenalizzata nel 1993, ma l’omofobia e la discriminazione sono ancora diffuse: secondo il gruppo di advocacy Ilga-Europe, che promuove gli interessi delle persone lesbiche, gay, bisessuali, trans e intersessuali a livello europeo, il Paese è classificato al 46° posto su 49 tra quelli europei per l’inclusione Lgbtq+.
Il disegno di legge passerà ora alla Camera alta, il Consiglio della Federazione, e quindi al Presidente Vladimir Putin, che lo convertirà in legge. Come spiega la Tass, «vieta la propaganda Lgbtq+ sui media e Internet, nonché negli spot pubblicitari, nei libri e film». Ma non solo: «Saranno vietate le richieste di cambio di genere tra i minori e i bambini avranno un accesso limitato alle informazioni Lgbt su piattaforme audio o video a pagamento, che saranno regolate con sistemi per verificare l’età dei fruitori».
Che cosa il Cremlino intenda con propaganda non è chiaro, perché il concetto non è stato definito in modo preciso nel disegno di legge, che prevede anche il divieto di vendita di merci, comprese quelle di importazione, che contengano materiale amministrativamente o penalmente responsabile della diffusione di informazioni di questo tipo.
Le violazioni della norma prevedono multe che, se commesse da non residenti, possono portare anche a un arresto fino a 15 giorni o all’espulsione dalla Russia. Chi diffonde la propaganda Lgbtq+ sarà multato fino a 400.000 rubli, che equivalgono a circa 6.400 euro. Per le persone giuridiche, quindi le organizzazioni, il conto sale fino a 5 milioni di rubli (circa 79.000 euro). Il disegno di legge, quindi, non rende le violazioni un reato penale. Come spiega Associated Press, la legge russa stabilisce che il codice penale può essere modificato solo attraverso un disegno di legge indipendente, ma alcuni legislatori hanno lasciato intendere che sarebbero favorevoli.
Secondo le organizzazioni per i diritti umani e gli attivisti Lgbtq+ l’estensione della legge significa che qualsiasi atto o riferimento pubblico alle relazioni omosessuali è fuorilegge. Igor Kochetkov, capo del gruppo per i diritti Russian Lgbt Network, ha detto al Guardian che la norma è un tentativo «assurdo» del governo di discriminare ulteriormente la comunità Lgbtq+ in Russia: «Questa legge fa parte di una campagna omofoba in corso […] e di un attacco più ampio a tutto ciò che il governo considera occidentale e progressista». Secondo Kochetkov, che ha da poco lasciato la Russia, questo provvedimento è anche un tentativo del Cremlino di cercare nemici interni e distogliere l’attenzione dalle perdite sul campo di battaglia.
Già nel 2013 gli esperti di diritti umani delle Nazioni Unite avevano esaminato la legge varata dal Cremlino, definendola discriminatoria, pericolosa per i diritti fondamentali alla libertà di espressione e colpevole di promuovere l’incitamento all’odio, i crimini d’odio e gli abusi, anche contro figli. Ma nulla era cambiato. Nel 2020, poi, una riforma costituzionale del Cremlino aveva limitato il matrimonio all’unione di un uomo e una donna e a dicembre 2021 il presidente Vladimir Putin aveva avvertito che il Paese «aveva bisogno di un antidoto contro i principi occidentali non tradizionali».
Il 28 ottobre 2022, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, si era detto profondamente preoccupato per lo sviluppo del disegno di legge anti Lgbt e aveva esortato i legislatori russi ad abrogare, non ampliare, la proposta di legge. Ma sappiamo tutti com’è andata a finire.
