Ambiente

Ischia: la speculazione edilizia non si autoregola

…e la politica non fa rispettare le regole. Così, il bene comune frana.
Pullulano abitazioni e ville con vista (illegali). Poi - scandalo - per l’ennesima tragedia. Su 60.000 abitanti, 27.000 case non condonate.
Casamicciola, Ischia. Un autobus viene inghiottito dal fango.
Casamicciola, Ischia. Un autobus viene inghiottito dal fango. Credit: Ansa, Ciro Fusco
Cristina Sivieri Tagliabue
Cristina Sivieri Tagliabue direttrice responsabile
Tempo di lettura 4 min lettura
27 novembre 2022 Aggiornato alle 10:00

Ho pensato, a un certo punto, di andare a vivere a Ischia. È un’isola che conosco come le mie tasche, mi ci ha portato per la prima volta mio padre in un momento difficile e ci sono tornata per un motivo felice: ritirare un premio di cui tuttora vado fiera: il Premio Internazionale Ischia di Giornalismo. Quando ancora esistevano i premi per i giornalisti “under 35”.

Ho veri amici a Ischia: un’attrice, Lucianna de Falco, un imprenditore, Nicola Mattera, la cui famiglia ha l’onere-onore di gestire seriamente il Castello Aragonese e gli stessi fratelli Valentino, organizzatori del premio oltre che editori che ho imparato a conoscere negli anni e con cui sono sempre rimasta in contatto.

Ischia è fatta così. È isola popolare accanto a quella fighetta, Capri, e quell’altra “alternative to luxury”, Procida. Ischia è popolare, si parla napoletano e dove tutti i napoletani hanno un appoggio, ed è un’isola deturpata, da sempre, dove l’immondizia si nasconde sotto lo zerbino. Ma questo suo sangue sincero mi ha sempre conquistato ed è per questo che la amo così com’è. Bella e ingestibile.

La ricerca della casa ideale a Ischia dunque, un po’ come Nanni Moretti con la sua Vespa, mi ha portato a visitare luoghi molto noti dell’isola ma anche posti sconociuti, posti che con gli occhi, dalla spiaggia o dalla strana, non potresti dire mai.

La premessa, prima di raccontarli, è che a Ischia - come in tutti i luoghi di villeggiatura italiani, costieri e di montagna - la maggior parte degli abitanti lavora solo nella stagione estiva, mentre d’inverno vive di un sussidio che permette di svolgere altre attività più legate ai luoghi, alle case, alle proprietà, o ai propri interessi. Ho conosciuto camerieri o titolari di ristoranti che si trasferiscono ai tropici d’inverno, come anche chi allarga casa propria aspettando il prossimo condono, chi fa l’agente immobiliare e chi semplicemente coltiva l’orto.

Altra premessa. Ad Ischia le case costano come in centro Milano: se vuoi una casa con vista mare la spesa è più o meno quella e si sa, chi abita al mare o chi desidera acquistare una casa al mare, vuoto per pieno la vista la desidera.

Per questo molte persone, in un luogo con un’economia così fragile si sono ritrovate molto benestanti, sulla carta, grazie alla propria abitazione. Per questo motivo molte persone hanno deciso di mettere “le mani sopra Ischia” costruendo 27.000 case fuorilegge, nonostante i 60.000 abitanti avessero già una casa. Con il condono del 2018, solo nell’isola, le richieste di sanatoria edilizia ufficiali sono state 28.000. A Casamicciola, 6.000. Una su due abitanti.

La speculazione edilizia edilizia a Ischia è il motivo per cui Casamicciola, appena prima di Lacco Ameno - la residenza dei Rizzoli, il luogo dove il jet set ancora frequenta l’Hotel Regina Isabella e dove un personaggio come Pascal Vicedomini da vent’anni organizza un premio cinematografico - è crollata. Ed è proprio Casamicciola che è cascata sotto la forza del clima e non del Vulcano Epomeo, che insieme al mare è la vera ricchezza dell’isola, perché le terme per gli imprenditori turistici sono aggratis, e devono solo scavare.

Solo che - scava che ti scava - Ischia è caduta. Era già successo che Casamicciola franasse, già cento anni fa, nel 1910. Si sa, ci sono posto più delicati, e quello lo è. Solo che i sindaci se va bene pensano a un mandato di cinque anni. E si sa il loro traguardo non va oltre. Bisogna fare tutto li, in quell’arco di tempo. Poi non è più responsabilità di nessuno.

E invece la Terra ha bisogno di tempo, e la responsabilità di chi non può non vedere cosa hanno fatto all’isola - non c’è bisogno di un elicottero, basta un motorino - non può non essere degli amministratori, e di chi ha dato o non ha dato i permessi, e di chi non ha denunciato o distrutto gli abusi. Oltre, ovviamente, di chi ha costruito e abitato illegalmente dei luoghi protetti che erano protetti per rimanere di tutti, e non di qualcuno.

Una volta mi hanno portato per un sentiero impervio in una zona dell’isola dove si arriva solo a piedi. C’erano carichi di mattoni portati a mano per costruire case in un’ansa in cui non arrivava la strada. Una casa con una bellissima vista. Credo che a questo punto la casa l’avranno terminata. Io, da quel giorno, decisi che la casa, non era cosa.

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