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Che cos’è la Naspi?

L’indennità mensile di disoccupazione è stata introdotta nel 2015 per aiutare i lavoratori dipendenti dopo aver perso “involontariamente la propria occupazione”
Credit: Dominik Bednarz/unsplash
Tempo di lettura 3 min lettura
18 novembre 2022 Aggiornato alle 09:00

In queste ultime settimane si è appreso che il governo Meloni sta ipotizzando di ridurre la durata della Naspi, l’indennità mensile di disoccupazione per lavoratori con rapporto di lavoro subordinato rimasti senza impiego, al di sotto del 50% del periodo di lavoro.

Più precisamente, la Naspi è stata introdotta nel 2015 con l’obiettivo di fornire “sostegno al reddito dei lavoratori subordinati che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione”.

Il ministro del lavoro del governo Draghi, Andrea Orlando, ha ampliato le categorie dei destinatari dalla misura: a partire dal 1° gennaio 2022, infatti, sono diventati potenziali beneficiari della Naspi anche “gli operai agricoli a tempo indeterminato delle cooperative e loro consorzi che trasformano, manipolano e commercializzano prodotti agricoli e zootecnici prevalentemente propri o conferiti dai loro soci”.

Attualmente, in sintesi, la Naspi permette a un lavoratore rimasto attivo per 2 anni – e che abbia perso involontariamente la propria occupazione – di percepire il sussidio per un anno. Per un dipendente che ha lavorato per 6 mesi, di percepire il sostegno economico per 3 mesi. La configurazione della Naspi consente di ricevere l’indennità mensile per un massimo di 2 anni consecutivi.

I percettori della Naspi ottengono il 75% della retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali degli ultimi 4 anni: se la retribuzione del lavoratore è stata inferiore all’importo stabilito dalla legge, la cifra dell’indennità viene valutata annualmente e varia in base all’indice Istat che l’Inps rende noto ogni anno: per il 2022, il valore di riferimento equivaleva a 1.250,87 euro mensili.

Quanto è costata la misura della Naspi lo scorso anno? Nel 2021, quasi 13 miliardi di euro, ma effettivamente – visto che 5,6 miliardi sono stati versati dalle imprese (l’1,30% del loro monte retribuzioni) – le casse pubbliche hanno versato 7,3 miliardi di euro. Il 53% dei percettori dell’indennità, inoltre, ha percepito la Naspi per soli 6 mesi e in seguito ha nuovamente trovato un impiego.

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