Diritti

Crisi energia: case fredde, salute a rischio

Centinaia di milioni di persone nel mondo non possono riscaldare le abitazioni. Ma gli effetti delle basse temperature possono essere drammatici – talvolta letali – avverte la Bbc
Credit: Anastasia Popelskaja e Demon Antonov
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 6 min lettura
16 novembre 2022 Aggiornato alle 09:00

Finalmente, dopo una lunga estate caldissima, il freddo sta iniziando a fare capolino e nelle prossime settimane le temperature ci ricorderanno cosa è l’inverno. Se non possiamo non essere sollevati della fine dell’innaturale caldo che ci ha accompagnati ben oltre le miti temperature autunnali, l’arrivo dei mesi più rigidi dell’anno ci pone davanti a un nuovo e non rimandabile problema: l’impossibilità di moltissime persone di tenere le loro case al caldo e gli effetti che questo avrà sulla loro salute.

Al freddo, perché?

Si stima che 36 milioni di persone in Europa non siano state in grado di riscaldare adeguatamente le proprie case nel 2020. Negli Stati Uniti, il 16% soffre di povertà energetica, compresi 5,2 milioni di famiglie considerate al di sopra della soglia federale di povertà. In Cina, si stima che gli adulti di mezza età e anziani che vivono in condizioni di povertà energetica siano il 24-27%. In Italia, secondo un’indagine dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, nel 2020 le famiglie a rischio erano almeno 4 milioni, per un totale che si aggira intorno ai 9 milioni di persone.

Dati che sono indubbiamente sottodimensionati: una delle inevitabili conseguenze dello shock energetico dovuto al conflitto in Ucraina e dell’inflazione galoppante, infatti, sarà l’aumento di chi fatica a sostenere le spese per i consumi legati all’energia. Tradotto in parole semplici, significa che un numero sempre crescente di persone non saprà, tra le altre cose, come riscaldare le proprie case. La scelta se abbassare di o meno di un grado il termostato in ottica di sostenibilità non sarà affatto una scelta: per molte persone, semplicemente, i soldi per accedere i termosifoni non ci sono.

Quali sono gli effetti del freddo sulla salute?

L’aumento delle famiglie in povertà energetica si tradurrà non solo in moltissime persone, tra cui bambini, anziani e malati, che si avvolgeranno in cappotti, sciarpe e guanti solo per sedersi nei loro salotti, ma, ben più drammaticamente, in conseguenze per la salute che potrebbero durare ben più a lungo della stagione invernale.

Come ricorda Chris Baraniuk sulla Bbc, le ricerche mostrano che case fredde sono dannose per i loro occupanti. In alcuni casi, possono essere letali: «Le case fredde possono avere conseguenze sia a breve che a lungo termine per la salute, il benessere e persino le opportunità di vita di una persona».

Per comprendere appieno la portata del problema, spiega Baraniuk, è importante superare l’idea sbagliata che una casa fredda sia semplicemente scomoda. Le basse temperature influiscono sul funzionamento stesso del nostro corpo, afferma Margaret Whitehead, professoressa di sanità pubblica alla University of Liverpool, nel Regno Unito: «Prendi il sangue, per esempio. Quando il mercurio scende, i nostri vasi sanguigni si restringono leggermente. Ciò aumenta la pressione sanguigna e ostacola la circolazione. Anche il nostro sangue diventa più denso, in parte a causa di un aumento dei livelli di una proteina chiamata fibrinogeno e di altre molecole che causano la coagulazione. La conseguenza ultima di questi cambiamenti potrebbe essere un ictus o un infarto».

Il freddo può essere particolarmente problematico per persone affette da patologie come cancro, artrite o alcune disabilità, che possono essere particolarmente sensibili alle basse temperature.

Agli effetti diretti del freddo si aggiungono poi quelli collaterali, dagli incidenti domestici dovuti alla mobilità ridotta di persone anziane o con difficoltà deambulatorie infagottate in cappotti, sciarpe e guanti ai fattori ambientali come l’aumento di umidità e muffa, che possono causare o peggiorare asma e infezioni respiratorie, soprattutto nei bambini.

Freddo e salute: cosa dicono gli studi?

Il legame tra freddo e cattive condizioni di salute è provato da diverse ricerche: non solo lo studio del 2019 pubblicato su ScienceDirect, che ha trovato un’associazione tra clima più freddo e un aumento dei ricoveri correlati alla demenza, o una review del Centers for Disease Control and Prevention del 2015 secondo cui il freddo sarebbe un elemento scatenante dell’anemia falciforme, ma, soprattutto, un’indagine condotta in 32 Paesi europei (pubblicata su Mdpi - Publisher of Open Access Journals) che evidenziava un chiaro un legame tra povertà energetica e cattive condizioni di salute, la cui versione aggiornata (non ancora pubblicata), suggerisce che la depressione è strettamente associata alla povertà energetica e che questa associazione è più pronunciata nei Paesi più poveri.

Le conseguenze del freddo, però, possono essere ancora più gravi. Possono essere fatali. Secondo un rapporto del 2011 dell’Institute of Health Equity dell’University College London (Ucl), noto come Marmot review, il 21,5% delle morti invernali in eccesso nel Regno Unito sarebbe attribuibile alle case fredde. La cifra – che varia di anno in anno – equivale a diverse migliaia di morti in una sola stagione. Nel 2020-21, a esempio, in Inghilterra sono state registrate 63.000 morti invernali in eccesso, il 10% delle quali è stato stimato essere direttamente attribuibile alla povertà energetica secondo l’ultima edizione della Marmot Review.

Oltre la salute del corpo

A queste morti devono aggiungersi quelle della “povertà energetica nascosta”, così chiamata dalla Bbc. Negli Stati Uniti, per esempio, circa 500.000-600.000 americani a basso reddito fanno affidamento sulla combustione di combustibili solidi come carbone o legna nelle loro case per riscaldarsi, rischiando l’esposizione al pericoloso inquinamento dell’aria. A livello globale, questo uccide circa 2,3-3,8 milioni di persone ogni anno, in particolare nei Paesi in via di sviluppo. In Inghilterra, i vigili del fuoco hanno emesso avvertimenti dopo aver assistito a un’ondata di incidenti in cui i residenti hanno bruciato carburante in contenitori aperti nelle loro case per stare al caldo, provocando almeno un decesso.

Senza parlare dell’impatto psicologico: immagina di dover passare l’inverno in una casa gelida, in cui tutto a eccezione (forse) del frigorifero è spento. Se rabbrividisci solo al pensiero, ricorda che non è uno scenario di un futuro apocalittico, ma la condizione molto reale di milioni di persone nel mondo. Persone già vulnerabili, che subiscono la “colpa” della sola povertà. L’esempio delle case popolari di Torino, che verranno riscaldate per un numero di ore che è quasi la metà di quello consentito per legge e per cui verranno accesi i riscaldamenti nelle altre abitazioni, ne è un triste esempio ma non è purtroppo l’unico, anzi. Eat or heat (mangiare o riscaldare) è solo uno degli efficaci slogan di chi chiede ai governi di farsi carico di quella che è una vera emergenza. Che crescerà man mano che la colonnina di mercurio scende.

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