Futuro

Twitter e il Digital Services Act

La piattaforma di Musk potrebbe recuperare credibilità diventando il primo servizio online a interpretare proattivamente le nuove regole europee. Con trasparenza sugli algoritmi e condivisione dei dati
Credit: Adrien Fillon/ZUMA Press Wire
Tempo di lettura 4 min lettura
17 novembre 2022 Aggiornato alle 06:30

Il nuovo inizio di Twitter per ora non è stato che un insieme di pasticci. Ma per il nuovo proprietario Elon Musk e i suoi consiglieri possono cogliere un’opportunità insperata per ripensare il servizio in modo coerente con regole e finalità pensate in modo attento e orientate davvero ai diritti umani. Stiamo parlando del nuovo paradigma normativo deciso dalla Commissione europea che diventerà l’ambiente legale fondamentale per il digitale, probabilmente non solo europeo.

È entrato in vigore il Digital Services Act. È la nuova regolamentazione europea pensata per guidare i servizi digitali verso un maggiore rispetto dei diritti dei cittadini, una maggiore sicurezza delle attività online, una più chiara definizione delle responsabilità dei grandi operatori.

Le piattaforme e i servizi cloud, intermediari e marketplace, sono interessati alla nuova regolamentazione. Che è tanto più stringente quanto più numerosi sono i cittadini che ricevono quei servizi.

In particolare, ci sono regole che impongono di fare informazioni sul funzionamento dei servizi in modo trasparente, termini di servizio che rispettino i diritti fondamentali, atteggiamento cooperativo con le autorità per il rispetto delle regole, collaborazione nel contrasto alla criminalità, facilitazioni per i factcheker, divieto di pubblicità rivolta ai bambini, trasparenza degli algoritmi di raccomandazione, libertà di non usare i sistemi automatici di selezione delle informazioni, condivisione dei dati con le autorità e gli scienziati, cooperazione nella risposta a situazioni di crisi.

La Commissione si prende qualche mese per definire quali sono i servizi che devono sottostare alle regole più stringenti. E le piattaforme interessate avranno altri mesi per mettersi in regola. Più o meno all’inizio del 2024 tutto dovrebbe funzionare come previsto dalle regole.

È un cambio di prospettiva significativo. Il mondo dei servizi internet ha goduto della massima deregolamentazione decisa ai tempi di Bill Clinton e Al Gore alla Casa Bianca. Ma nel tempo quella libertà d’azione ha generato esternalità negative molto potenti: fake news e hate speech, truffe e incertezze normative, concentrazioni eccessive di potere e elusione fiscale, e così via.

Il Digital Services Act entra in vigore pochi giorni dopo il Digital Markets Act che a sua volta deve garantire che ci sia vera concorrenza nel mercato digitale e che la concentrazione di potere nelle grandi piattaforme non freni l’innovazione.

Le norme di Bruxelles, del resto, influenzano anche altri sistemi politici: il primo a pensarci è proprio il Regno Unito.

Come riporta oggi il Financial Times, la Ofcom, autorità per la regolamentazione dei servizi di rete, sta pensando di introdurre una norma che obbligherebbe le piattaforme a rivelare gli algoritmi di raccomandazione in modo da impedire che questi abbiano l’effetto di favorire l’accesso degli utenti a contenuti estremisti. Ironico che questo estremismo favorito dalle piattaforme abbia contribuito a portare il Regno Unito fuori dall’Unione europea che oggi imita sul piano normativo.

Si diceva che Twitter potrebbe cogliere questa innovazione normativa per definire la propria strategia in modo più intelligente. Musk ha cacciato tutti i collaboratori che si erano occupati di dialogare con la Commissione. E nello stesso tempo si trova a ridefinire la strategia della sua piattaforma con l’intento, dichiarato, di servire meglio alle libertà e ai diritti dei cittadini che usano Twitter.

Non ci sarebbe occasione migliore per dimostrare la sincerità di questo intendimento che iniziare a dialogare strettamente con la Commissione per definire la nuova strategia di Twitter in modo coerente con il Digital Services Act.

Da quando Musk ha cominciato a interessarsi a Twitter, gli utenti si sono sfiduciati, gli inserzionisti pubblicitari hanno cominciato a sfilarsi, la piattaforma ha perso credibilità. Gli account falsi tanto denunciati da Musk sono aumentati con la sua politica di vendere a chi la vuole la spunta blu che garantisce l’identità degli utenti: un fenomeno tanto clamoroso da costringere Musk a tornare sui suoi passi. E la proclamata idea di essere un “assolutista della libertà di espressione” ha condotto Musk a scontrarsi con la scoperta che esistono altri diritti umani che devono essere rispettati.

Il Digital Services Act è un insieme di regole e si basa su principi che se rispettati davvero potrebbero ridare a Twitter la sua credibilità. E Twitter potrebbe essere la prima piattaforma ad adeguarsi proattivamente al nuovo contesto normativo. Questa sarebbe una strategia win-win.

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