Economia

Meta, Twitter e la crisi di Big Tech

La decisione della casa madre di Facebook di licenziare il 13% dei dipendenti segue di pochi giorni il taglio che ha quasi dimezzato il nuovo acquisto di Elon Musk. Cosa sta succedendo alla Silicon Valley?
Credit: Mandel Ngan/CNP via ZUMA Wire
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
10 novembre 2022 Aggiornato alle 20:10

Il 9 novembre Meta, la holding di Facebook, Instagram e WhatsApp, ha annunciato il licenziamento di oltre 11.000 dipendenti, pari al 13% della forza lavoro della società. Si tratta del più grande taglio di posti di lavoro nella storia dell’azienda fondata nel 2004 come ‘TheFacebook’.

«Oggi condivido alcuni dei cambiamenti più difficili che abbiamo fatto nella storia di Meta. Ho deciso di ridurre le dimensioni del nostro team di circa il 13% e di separarci di oltre 11.000 dipendenti di talento», ha scritto Mark Zuckerberg, presidente e ceo di Meta, in un messaggio rivolto ai dipendenti.

«Stiamo inoltre adottando una serie di ulteriori misure per diventare un’azienda più snella ed efficiente, tagliando le spese discrezionali ed estendendo il blocco delle assunzioni fino al primo trimestre – ha aggiunto – Voglio assumermi la responsabilità di queste decisioni e di come siamo arrivati ​​qui. So che è dura per tutti e sono particolarmente dispiaciuto per coloro che sono stati colpiti».

A spiegare le ragioni di questa scelta è la stessa azienda, che nel comunicato illustra la genesi di una serie di errori di valutazione legati all’andamento positivo del mercato durante il periodo della pandemia e alla convinzione ottimistica che la tendenza sarebbe continuata anche nel periodo successivo.

«All’inizio del Covid, il mondo si è spostato rapidamente online e l’impennata dell’e-commerce ha portato a una crescita dei ricavi smisurata. Molte persone hanno previsto che questa sarebbe stata un’accelerazione permanente che sarebbe continuata anche dopo la fine della pandemia. Anch’io l’ho fatto, quindi ho deciso di aumentare significativamente i nostri investimenti», ricorda Zuckerberg.

«Sfortunatamente, questo non è andato come mi aspettavo – ammette – Non solo il commercio online è tornato alle tendenze precedenti, ma la recessione macroeconomica, l’aumento della concorrenza e la perdita di segnale pubblicitario hanno fatto sì che le nostre entrate fossero molto più basse di quanto mi aspettassi. Ho sbagliato, e me ne assumo la responsabilità».

Nel biennio 2020-2021 Meta ha effettuato 27.000 assunzioni, più altre 15.344 nei primi nove mesi del 2022, circa un quarto delle quali durante l’ultimo trimestre. Alla fine di settembre la società aveva dichiarato di contare su 87.000 dipendenti, e il Wall Street Journal riferisce che i funzionari dell’azienda avevano avvertito il personale di annullare i viaggi non essenziali a partire da questa settimana.

A pesare, oltre alla concorrenza di TikTok sul versante social e al modo in cui la stretta di Apple sul tracciamento dei dati ha influito sulla pubblicità personalizzata, sono state anche le ripercussioni nel mondo reale delle ambizioni a entrare nel metaverso. Dall’inizio del 2021 Meta ha investito 15 miliardi di dollari in Reality Labs, la divisione dell’azienda responsabile della realtà virtuale.

La holding puntava a raggiungere 500.00 utenti attivi mensili sulla piattaforma virtuale Horizon Wolrds entro la fine dell’anno, cifra in seguito rivista al ribasso a 280.000 unità. Ma le statistiche interne, come riportato il 15 ottobre dal Wsj, segnalano che il 91% dei mondi realizzati dagli architetti digitali è popolato da meno di 50 persone. Immaginate il meme di John Travolta che si aggira nella New York disabitata di Vanilla Sky.

Il licenziamento massiccio di Meta arriva dopo quello di Twitter travolto dal patron di Tesla Elon Musk, che il 28 ottobre ha acquistato il social per 44 miliardi di dollari al termine di estenuanti trattative e una settimana dopo ha licenziato 3.700 dipendenti su 7.500, circa il 50%. Percentuale che, avesse interessato l’azienda di Zuckerberg, avrebbe imposto la rettifica del nome in Metà.

Secondo quanto rivela Bloomberg, la società starebbe richiamando diversi dipendenti licenziati per errore. Ma quanto accaduto nel giro di una settimana a due dei maggiori colossi della Silicon Valley sembra sintomatico di una situazione che sta coinvolgendo l’intero settore tecnologico.

All’inizio di ottobre Amazon ha annunciato che avrebbe congelato le assunzioni relative alla vendita al dettaglio per il resto dell’anno, e in estate il servizio di messaggistica Snapchat ha tagliato il 20% del personale. Provvedimenti simili hanno riguardato nelle ultime settimane anche la società di trasporti privati Lyft e il servizio di pagamenti Stripe.

I dati dell’ultimo trimestre mostrano incertezze anche per le altre Big Tech. Se Microsoft supera le attese, pur con un utile netto in calo del 14% dovuto anche al crollo di vendite dei Pc, Alphabet (Google) ha deluso le stime degli analisti con utili netti in discesa del 27% rispetto all’anno precedente. Resiste Apple, ma frenano gli iPhone, ancora il prodotto di punta della Mela, ulteriormente indeboliti dai problemi legati alla crisi del mercato cinese.

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