Culture

Alla ricerca della “Primavera Ambientale”

Il nuovo libro di Ferdinando Cotugno racconta l’evoluzione della lotta eco-climatica e il suo possibile futuro. Con una piccola nota di speranza finale
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12 novembre 2022 Aggiornato alle 11:00

Dopo l’Accordo di Parigi del 2015 sembrava che la transizione eco-sostenibile fosse diventata un obiettivo prioritario per i leader del Pianeta, ma in realtà si è rivelata solo un primo debolissimo passo, al quale sono seguiti molto spesso inazione, ritardi e il proliferare del famigerato greenwashing.

A fronte di queste resistenze e tentennamenti si è formata una nuova generazione di attivisti impegnata a portare avanti il cambiamento e a rispondere alle sfide in atto, mettendo pressione al vecchio mondo e alle èlite ancorate agli schemi del passato.

Questa evoluzione delle lotte ambientali e tutti gli sforzi per salvare il futuro dell’umanità sono al centro del nuovo libro del giornalista Ferdinando Cotugno, Primavera ambientale – L’ultima rivoluzione per salvare la vita umana sulla Terra, pubblicato da Il Margine (13,00 euro, 152 p.)

Nelle pagine del volume l’autore ricostruisce le battaglie portate avanti negli ultimi anni da nuove organizzazioni come Fridays for Future, Extinction Rebellion e molte altre, che hanno raccolto il testimone delle lotte passate: “Nel 2018, 30 anni dopo l’audizione di Hansen e 3 dopo l’Accordo di Parigi, l’attivismo climatico come lo conosciamo oggi è apparso in tutta la sua forza, con la ferma intenzione di non esaurirsi in un altro ciclo, di non essere un’altra lapide nel cimitero dei movimenti. Cosa aveva di diverso? La scala, l’ambizione, il senso di destino, l’urgenza, il tempismo. Una voce planetaria. Era il nuovo ‘68, l’evoluzione sociale più importante e radicale del nuovo secolo, fatta quasi interamente da persone nate in questo secolo”, spiega.

Il saggio però non si limita a focalizzarsi sulla descrizione di ciò che è avvenuto recentemente ma punta a fornire anche una serie di indicazioni per il futuro, partendo dalle critiche al tardo-capitalismo e dalla necessità di un salto di qualità nella transizione attuale.

Le convulsioni del 2022, fra conflitti militari in Europa e crisi energetiche globali, hanno messo in ombra il dibattito pubblico sul clima, costringendo il movimento ambientalista a ulteriori cambiamenti che vadano oltre la tematica puramente ambientale.

Per l’autore la connessione con le altre lotte del XXI secolo, dalla critica al neocolonialismo, a quella contro le diseguaglianze, fino alla radicale trasformazione del nostro modello di sviluppo, saranno fondamentali negli anni a venire: “la visione ecologista sarà matura soltanto quando allargherà lo sguardo e passerà dal discorso sul prima al discorso sul dopo. […] Come si lavorerà, cosa si mangerà, come saranno distribuiti il potere e la ricchezza, che aspetto avranno la vita, le relazioni e anche le emozioni dopo il 2030, il 2050 e il 2100”. Una visione ad ampio spettro, un manifesto che per Cotugno deve essere il mezzo per “una primavera ambientale, una sollevazione globale contro l’estinzione, per trasformare il capitale culturale degli ultimi 5 anni in capitale politico”.

Questa è la chiave di interpretazione dell’opera, che in modo scorrevole riassume gli eventi recenti e pone allo stesso tempo alle generazioni Millenial e Z una serie di fondamentali questioni che dovranno essere affrontate in questo decennio, nonostante il moltiplicarsi di nere nubi all’orizzonte.

Ma per quanto la situazione sia sempre più grave, mentre immensi ostacoli posti dal sistema globale si stagliano all’orizzonte, l’opera si chiude con una nota di speranza, fornita dalla citazione di una frase di Rachel Carson, autrice di Primavera silenziosa (Feltrinelli, 10,00 euro, 336 p.) uno dei libri fondamentali dell’ambientalismo: “coloro che contemplano la bellezza della Terra trovano riserve di forza che durano fintanto che dura la vita”.

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