Diritti

Da insegnante del Kansas a “imperatrice dell’Isis”

L’americana Allison Fluke-Ekren ha guidato un battaglione tutto al femminile dell’organizzazione islamica di stampo jihadista. Un tribunale federale in Virginia l’ha condannata a 20 anni di carcere
Credit: Maya Alleruzzo/AP photo
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
4 novembre 2022 Aggiornato alle 16:30

Il procuratore che l’ha condannata a 20 anni di carcere l’ha definita “l’imperatrice dell’Isis” per aver addestrato un battaglione tutto al femminile di oltre 100 donne e bambine per conto dell’organizzazione islamica di stampo jihadista attiva principalmente tra l’Iraq e la Siria: Allison Fluke-Ekren, alias Umm Mohammed al-Amriki e Umm Mohammed, è stata dichiarata colpevole di aver fornito supporto al gruppo terroristico per circa 8 anni, dal 2011 al 2019. Originaria del Kansas, è stata arrestata nel 2021 in Siria e poi trasferita negli Stati Uniti a gennaio 2022.

Il Dipartimento di Giustizia Usa ne ha dato notizia il 1° novembre, quando un tribunale del Distretto orientale della Virginia l’ha dichiarata colpevole: “Fluke-Ekren è stata leader e organizzatrice di un battaglione militare dell’Isis, noto come Khatiba Nusaybah, dove ha addestrato le donne all’uso di fucili d’assalto AK-47 a fuoco automatico, granate e cinture suicide”. La condanna sottolinea che la donna, originaria del Kansas, sarebbe stata a capo di un gruppo di più di 100 donne e ragazze, alcune di 10 anni. Era stata la stessa Fluke-Ekren, a giugno, a dichiararsi colpevole, spiegando al giudice di non sapere che fossero delle bambine. Lo riporta la Cnn.

Durante la sentenza il procuratore Raj Parekh ha spiegato che la quarantaduenne avrebbe fatto il lavaggio del cervello alle giovani ragazze e le avrebbe addestrate a uccidere perché «era attratta dalla morte e dalla distruzione». Avrebbe potuto essere una «miniera d’informazioni», ha detto Parekh, ma non ha mai voluto collaborare con il governo statunitense.

Si era convertita all’Islam mentre studiava biologia alla University of Kansas: dopo la laurea nel dicembre 2006, era stata professoressa di matematica e scienze, prima di iniziare un programma di insegnamento universitario all’Earlham College nell’Indiana nel giugno 2007. Poi si era trasferita con i suoi figli e il secondo marito al Cairo nel 2008. I suoi avvocati hanno spiegato che, dopo la militanza, nel 2019, aveva deciso di abbandonare il gruppo terroristico per dedicarsi interamente ai figli.

All’udienza di martedì era presente anche una di loro, Leyla Ekren, che ha assistito il governo degli Stati Uniti nel processo contro la madre. Ha spiegato che la donna l’ha data in sposa a 13 anni a un combattente dell’Isis perché potesse ottenere più potere nell’organizzazione terroristica, e che Fluke-Ekren abbia abusato di lei e dei suoi fratelli fin da quando erano in Kansas. La donna si è detta inorridita dalle accuse, negandole: al contrario, si è dipinta come una madre amorevole e attenta a qualsiasi comunità in cui si trovasse. Ha spiegato al giudice di aver addestrato le donne solo alle tecniche di sopravvivenza, alla sicurezza delle armi e all’autodifesa.

«Diamo la colpa alle donne che imparano a difendersi?», ha chiesto alla corte, suggerendo che gli orrori dei bombardamenti e la paura che provava per se stessa e per i suoi figli spiegano gran parte delle sue azioni con l’Isis. Ma il giudice distrettuale Leonie Brinkema ha detto di non ritenere credibile la sua testimonianza, osservando che i giubbotti esplosivi non sono armi da difesa.

Secondo alcuni esperti di antiterrorismo Fluke-Ekren rappresenta un caso insolito: è raro che una donna venga accusata di terrorismo internazionale, così come è raro che una cultura tradizionalmente dominata dagli uomini come quella della jihad islamica metta al comando una figura femminile. I gruppi come al-Qaida, lo Stato Islamico dell’Iraq e al-Sham, e i gruppi affini in Pakistan e Afghanistan sono dominati da uomini. Solitamente le donne svolgono ruoli di cura e hanno responsabilità più tradizionali nella cerchia familiare.

L’Fbi ha stimato che, dal 2011, circa 300 persone hanno lasciato gli Stati Uniti per cercare di unirsi ai jihadisti in Iraq e Siria, secondo un rapporto del 2018 del Program on Extremism della George Washington University. Dei 64 casi approfonditi, l’89% erano uomini. Nell’ultimo decennio, però, molte donne sono state reclutate per occuparsi dell’addestramento. Come nel caso di Fluke-Ekren.

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