Diritti

Kansas: il diritto all’aborto non si tocca

Il primo test elettorale dopo il ribaltamento della sentenza Roe v. Wade ha difeso i diritti riproduttivi delle donne: la proposta di emendamento costituzionale non è passata
Alcuni agenti di polizia di Wichita, in Kansas, tentano di rimuovere una manifestante abortista da sotto un'auto all'ingresso della clinica del dottor George Tiller durante la protesta Summer of Mercy del 1991.
Alcuni agenti di polizia di Wichita, in Kansas, tentano di rimuovere una manifestante abortista da sotto un'auto all'ingresso della clinica del dottor George Tiller durante la protesta Summer of Mercy del 1991. Credit: Jeff Tuttle/The Wichita Eagle via ZUMA Press Wir
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
3 agosto 2022 Aggiornato alle 15:00

Il ribaltamento della sentenza Roe v. Wade continua ad avere delle conseguenze. Nel caso del Kansas, però, il primo Stato americano a chiedere agli elettori di esprimersi sul diritto all’aborto, ha vinto il no: no alla proposta di modificare la costituzione statale che garantisce l’accesso all’aborto. No alla propaganda dei gruppi anti-abortisti che minano i diritti riproduttivi delle donne.

Il referendum del 2 agosto 2022, infatti, secondo i dati diffusi dal New York Times, ha mostrato un distacco di quasi 20 punti percentuali tra uno schieramento e l’altro, con il 58,8% di votanti pro-aborto. L’agenzia di stampa Associated Press titola: “Gli elettori del Kansas proteggono clamorosamente il loro accesso all’aborto”.

A due mesi dalla decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di annullare la sentenza del 1973 che tutelava il diritto costituzionale all’aborto, gli elettori e le elettrici del Kansas, uno stato del Midwest perlopiù conservatore, si sono schierati.

La Costituzione locale prevede il diritto di interrompere una gravidanza dal 2019, dopo una sentenza della corte suprema del Kansas. Lo Stato, come racconta il britannico Guardian, ha alle spalle una storia travagliata legata ai movimenti anti-abortisti: migliaia di manifestanti, nel 1991, bloccarono gli ingressi delle cliniche di Wichita che prevedevano la pratica, aggredendo pazienti e medici, in quella che fu chiamata “L’Estate della Misericordia”. Nel 2009 uno dei pochi medici che praticavano aborti nelle ultime fasi della gravidanza in Usa, George Tiller, venne assassinato da un uomo che gli sparò mentre stava assistendo alla messa all’interno della Chiesa che frequentava. Già negli anni ‘90 erano stati uccisi altri medici, ma il suo assassinio fu il più violento.

La proposta di emendamento, che voleva modificare la norma vigente, avrebbe consentito alla legislatura controllata dai repubblicani di inasprire le restrizioni o vietare la procedura a titolo definitivo. Le misure stringenti adottate nei Paesi confinanti, come Texas e Oklahoma, oltre alle imminenti elezioni di midterm, hanno spinto molte persone ad andare a votare: il Presidente americano Joe Biden ha detto che «Gli elettori sono andati in votare in numeri record per bocciare i tentativi estremisti di emendare la Costituzione». L’esito del voto ha fornito un pizzico di speranza ai Democratici a livello nazionale, in cerca di un punto di svolta durante un anno sfavorevole e complesso.

La campagna elettorale, negli ultimi giorni, era stata molto sentita soprattutto dai conservatori e dai cosiddetti gruppi “pro-life, contrari all’aborto: centinaia di persone, alcune provenienti da tutto il Paese, hanno bussato a centinaia di migliaia di porte per ricordare alla gente la posta in gioco nel referendum di martedì, non solo per il Kansas, ma per il Paese intero.

Come racconta il quotidiano locale Kansas reflector, nei giorni scorsi gli elettori democratici registrati hanno ricevuto messaggi di testo che affermavano falsamente che votare “sì” all’emendamento avrebbe preservato i diritti riproduttivi: “Vota SÌ per proteggere la salute delle donne”, si leggeva nelle comunicazioni fuorvianti inviate da un numero sconosciuto.

I rapporti finanziari della campagna mostrano come siano stati spesi più di 11 milioni di dollari per influenzare l’opinione pubblica sull’emendamento. I gruppi anti-aborto, riporta il quotidiano Politico, hanno raccolto quasi 4,7 milioni di dollari, gran parte dei quali dalla Chiesa cattolica. La coalizione Kansans for Constitutional Freedom, che lotta contro l’emendamento, ha raccolto oltre 6,5 milioni di dollari: la maggior parte proviene dal collettivo Planned Parenthood e da altri gruppi per i diritti dell’aborto.

Secondo il Guttmacher Institute, fino al rovesciamento di Roe v. Wade gli aborti in Kansas rappresentavano meno dell’1% di quelli praticati in tutti gli Stati Uniti. Ma dopo la decisione di giugno della Corte Suprema, lo stato è diventato una meta per migliaia di donne in cerca di un luogo che tutelasse il diritto all’aborto.

L’emittente Al Jazeera ha riportato l’opinione dell’ex segretario di Stato Mike Pompeo, che ha rappresentato il Kansas al Congresso prima di entrare nell’amministrazione dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump nel 2021: aveva invitato a votare “sì” per consentire il «processo democratico» di regolamentazione dell’aborto. «Chiedo ai cittadini del Kansas che credono nella vita di non arrendersi, di non cedere mai di un centimetro», aveva scritto in una rubrica pubblicata su un quotidiano locale il 27 luglio.

La presidente della Camera Nancy Pelosi, ora a Taiwan, aveva esortato a votare “no” sulla proposta, affermando in un post sui social media la scorsa settimana che “le libertà riproduttive sono nel ballottaggio del Kansas”. La governatrice Laura Kelly, in carica dal 2019, aveva avvertito che l’approvazione dell’emendamento avrebbe incoraggiato i repubblicani ad approvare nuove restrizioni sul diritto delle donne di controllare la propria salute riproduttiva.

Kelly sta correndo per la rielezione a governatrice, che si deciderà a novembre: si scontrerà contro il repubblicano Derek Schmidt, procuratore generale dello stato e suo ex collega al Senato del Kansas. Schmidt aveva dichiarato che l’emendamento di per sé non avrebbe «vietato o limitato l’aborto o qualsiasi trattamento medico, né pregiudicato la capacità di un medico di prendersi cura di gravidanze extrauterine, aborti spontanei o morte fetale».

Se fosse stato approvato, però, l’emendamento avrebbe eliminato le tutele costituzionali del diritto all’aborto in Kansas - consentito fino a 22 settimane di gravidanza, nonostante diverse restrizioni su cliniche e pazienti in particolare per i minori che richiedono la procedura - innescando forse nuove normative da parte dei legislatori repubblicani. Chi ha scritto la norma di modifica della legge vigente, legislatori e lobbisti contrari all’aborto, non aveva incluso esenzioni per salvare la vita di una donna o in caso di stupro o incesto.

Leggi anche
Alexandria Ocasio-Cortez è stata arrestata per aver protestato contro il ribaltamento di Roe v Wade
Foto notizia
di Redazione 1 min lettura
Gravidanza
di Chiara Manetti 4 min lettura