Diritti

Nuova Zelanda: arriva l’aborto “telefonico”

Dal 1° novembre le donne potranno servirsi di una linea telefonica nazionale, attiva h/24, per ottenere consulti e farmaci abortivi durante le prime 10 settimane di gravidanza
Credit: Envato
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
28 ottobre 2022 Aggiornato alle 20:00

In Nuova Zelanda la telemedicina va incontro alle donne che vogliono abortire: potranno ottenere farmaci abortivi dopo un consulto telefonico nelle prime 10 settimane di gravidanza.

Dal 1° novembre, il Paese diventerà uno dei pochi al mondo a offrire un servizio nazionale completo di telemedicina per la procedura: sarà istituita una linea telefonica nazionale che fornirà consulenze cliniche per un aborto medico precoce e poi spedirà i farmaci.

Il servizio nazionale di telemedicina per l’aborto, riporta il quotidiano britannico Guardian, consentirà alle neozelandesi di accedere alla pratica con l’assunzione di due pillole, spedite a casa o ritirate in una clinica o in uno studio medico, permettendo di completare la procedura a casa. Le donne che superano le 10 settimane di gestazione, o presentano altre condizioni sanitarie che potrebbero richiedere una supervisione medica, saranno indirizzate ad appuntamenti di persona.

Il ministero della Salute spiega che “Decide”, fornito dall’organizzazione di beneficenza senza scopo di lucro che opera dal 1936 Family Planning e la compagnia Magma Healthcare, convenzionate con il Ministero della Salute, fa parte del programma volto a “migliorare l’accesso tempestivo ed equo ai servizi abortivi” e li garantirà a chiunque ne abbia bisogno, in Nuova Zelanda, “indipendentemente da dove vivono”.

“I servizi di persona sono ancora una parte importante della cura”, sottolinea la nota, ma “la telemedicina rende più facile per le persone usufruire dei servizi e del supporto già esistenti, in particolare per coloro che hanno difficoltà a raggiungere un medico o una clinica”. La linea telefonica gratuita 0800 fornirà supporto clinico, consigli e consulenze 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

In precedenza alcune donne erano già riuscite ad accedere all’aborto in questo modo, passando dai loro medici, ma non si trattava ancora di un servizio completo di telemedicina diffuso a livello nazionale. Da martedì la Nuova Zelanda si aggiungerà ai pochi Paesi che già lo offrono: Inghilterra, Scozia, Galles e Colombia, che l’hanno istituito durante la pandemia da Covid-19.

Secondo gli oppositori, la telemedicina potrebbe essere meno sicura degli appuntamenti di persona, ma non c’è alcun dato che confermi questa convinzione, anzi: uno studio condotto nel Regno Unito su oltre 52.000 donne ha rilevato che l’aborto con la telemedicina è altrettanto sicuro di quello effettuato con appuntamenti e test dal vivo, oltre ad avere tempi di attesa più brevi e aborti praticati prima. Una ricerca dell’Iowa, che ha confrontato i tassi di eventi avversi nelle donne che avevano avuto accesso all’aborto farmacologico via telefono e di persona, ha riscontrato che erano leggermente più bassi nel primo caso.

Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, a marzo, ha aggiornato le sue linee guida sull’aborto “nel tentativo di proteggere la salute di donne e ragazze e aiutare a prevenire oltre 25 milioni di aborti non sicuri che attualmente si verificano ogni anno in tutto il mondo”: per la prima volta includono anche raccomandazioni per l’uso della telemedicina per gli aborti farmacologici.

All’inizio dell’anno, il governo neozelandese ha anche eliminato alcune restrizioni ai finanziamenti per i farmaci abortivi, consentendo a infermieri e medici di base di prescriverli. Solo nel 2020 il Parlamento di Wellington aveva depenalizzato l’aborto, consentendo di sottoporsi all’interruzione volontaria di gravidanza fino a 20 settimane di gravidanza. La legge precedente, in vigore dal 1977, lo concedeva solo in caso di “grave pericolo” per la salute mentale o fisica della donna.

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