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Pillola abortiva, anticoncezionale, del giorno dopo: facciamo chiarezza

C’è ancora confusione al riguardo: cosa sono, a cosa servono, quali i tempi di assunzione. Ma niente paura: qui un piccolo aiuto
Credit: Reproductive Health Supplies Coalition/ Unsplash

Negli ultimi giorni si è tornati a parlare molto di pillola – o meglio, pillole – soprattutto dopo la discussione tra la deputata del PD Laura Boldrini e alcune giovani militanti di Non Una di Meno durante la manifestazione per l’aborto sicuro a Roma e la conseguente la decisione della Regione Lazio di offrire gratuitamente la pillola contraccettiva e la “pillola del giorno dopo” alle ragazze tra 15 e 19 anni.

Il tono del dibattito, dei commenti e persino degli articoli ha messo nuovamente in evidenza come – anche da parte degli organi di informazione – rimanga una confusione sul tema delle diverse pillole che possono essere assunte per prevenire una gravidanza (anticoncezionali) o per interromperla (abortive). Una confusione talvolta colpevole e cosciente, talvolta dettata dalla molteplicità di informazioni, anche discordanti, che accompagnano quasi inevitabilmente il discorso pubblico sul tema.

Pillola, pillola del giorno (o dei 5) giorni dopo, pillola abortiva: cosa sono e a cosa servono? Facciamo chiarezza una volta per tutte.

Cosa è e a cosa serve la pillola anticoncezionale

Quando si parla di “pillola” generalmente si fa riferimento alla pillola anticoncezionale – o pillola contraccettiva – un farmaco basato su due ormoni steroidi (un estrogeno e un progestinico) che viene utilizzato sotto prescrizione del ginecologo sia per prevenire le gravidanze che come trattamento per alcune condizioni o patologie, tra cui l’endometriosi, problemi endocrini o di iperandrogenismo, dismenorrea o mestruazioni con flussi particolarmente abbondanti. Se assunta correttamente, la pillola inibisce l’ovulazione e, conseguentemente, il concepimento.

Più che di pillola, però, si dovrebbe parlare di pillole: ogni farmaco presente sul mercato, infatti, può avere diverse quantità e combinazioni di estrogeni e progestinici, e avere quindi differenti dosaggi (fisso, variabile in 2 fasi e variabile in 3 fasi). La pillola deve essere assunta ogni giorno allo stesso orario, per un ciclo che può essere di 21 o 28 giorni (7 dei quali a base di placebo).

Cosa è e a cosa serve la “pillola del giorno dopo”?

Pillola del giorno dopo” è un termine comunemente utilizzato per indicare i farmaci – a base di un principio progestinico – utilizzati nella cosiddetta contraccezione d’emergenza (o d’urgenza). Questi farmaci vengono assunti nelle 72 ore immediatamente successive a un rapporto sessuale a rischio («un rapporto sessuale non protetto, o in caso di fallimento del metodo contraccettivo», ha spiegato l’Oms) per prevenire la fecondazione, anche se la loro efficacia è massima nelle prime ore dopo il rapporto e poi diminuisce progressivamente.

Il principio attivo è il levonorgestrel in concentrazioni elevate – o alte dosi – pari a 1,5 mg di principio attivo per compressa. A dosi inferiori – talvolta in associazione estrogeni – il levonorgestrel viene utilizzato per la contraccezione quotidiana. I contraccettivi d’emergenza ormonali agiscono sull’ovulazione, rimandandola o inibendola.

Come è evidente sia dal suo principio attivo che dal suo funzionamento, questa non è una pillola abortiva. Il suo effetto non è quello di interrompere una gravidanza in corso, ma di impedire che la gravidanza possa realizzarsi, impedendo la fecondazione e, quindi, il concepimento.

Anche la cosiddetta “pillola dei 5 giorni dopo” agisce prima della fecondazione. La differenza è nel principio attivo, efficace anche quando i livelli dell’ormone LH hanno cominciato a salire e che – grazie a un’azione diretta sul follicolo, di cui può in alcuni casi inibire la rottura – è capace di inibire direttamente l’ovulazione.

Oltre alla finestra temporale in cui possono essere assunte (120 ore e non più 72) a essere diversa è anche l’efficacia: senza nessun contraccettivo le gravidanze attese sono 55 su 1.000, con levonorgestrel (pillola del giorno dopo, commercializzata come NorLevo o Levonelle) 25 su 1.000, con ulipristal acetato (pillola dei 5 giorni dopo, commercializzata come EllaOne) 9 su 1000.

La contraccezione d’emergenza può essere acquistata senza obbligo di ricetta da tutte le donne maggiorenni, mentre per le minorenni è prevista la ricetta non ripetibile per la pillola del giorno dopo. Il farmacista non può rifiutarsi di vendere la contraccezione d’emergenza, non solo perché la legge 194 prevede l’obiezione di coscienza solo per il personale sanitario ma anche perché, come abbiamo visto, non si tratta di un medicinale abortivo e l’obiezione è ammessa solo nel caso di interruzione volontaria di gravidanza.

Cosa è e a cosa serve la pillola abortiva (RU486)

In commercio dal 10 dicembre 2009, la pillola abortiva (o RU486) è un antiprogestinico di sintesi utilizzato in associazione con una prostaglandina come farmaco da assumere per via orale per indurre l’interruzione della gravidanza farmacologica. In questo caso, si può parlare di pillola abortiva, perché l’effetto del Mifegyne, il nome con cui questo farmaco è commercializzato in Italia e Francia, è quello di interrompere una gravidanza in corso bloccando gli effetti del progesterone, necessario al proseguimento della gestazione.

A differenza degli altri Paesi europei (dove è possibile interrompere una gravidanza con il metodo farmacologico fino al 63° giorno di amenorrea), in Italia la pillola abortiva può essere somministrata solo fino al 49° giorno (7 settimane dall’amenorrea). Sebbene l’articolo 8 della legge 194 preveda che l’aborto farmacologico possa essere effettuato in regime di Day Hospital, nei consultori familiari e nei poliambulatori, la stragrande maggioranza delle regioni italiane prevede l’effettuazione della procedura farmacologica in regime di ricovero ordinario.

Solo pochi giorni fa, l’Emilia-Romagna ha stabilito che fosse disponibile in tutti i consultori della Regione, una scelta che il Presidente Stefano Bonaccini ha definito «di civiltà». Una scelta che anche il Lazio, nonostante l’insistenza di questi giorni sulla “pillola abortiva gratuita” aveva già fatto nel 2020. Nonostante la confusione degli ultimi giorni, ricordiamo tra l’altro che questo farmaco – che viene assunto sotto sorveglianza medica – è sempre gratuito, perché utilizzato all’interno dell’IVG.

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