Diritti

L’aborto è già sul tavolo del Governo

Sono 3 le proposte di inizio legislatura presentate al riguardo che, senza incidere formalmente sulla legge 194, ne rivoluzionano l’applicazione
Maurizio Gasparri e Anna Maria Bernini durante l'elezione dei vicepresidenti del Senato, il 19 ottobre 2022
Maurizio Gasparri e Anna Maria Bernini durante l'elezione dei vicepresidenti del Senato, il 19 ottobre 2022 Credit: ANSA/ FABIO FRUSTACI
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20 ottobre 2022 Aggiornato alle 06:30

Il nuovo Parlamento non si è ancora insediato e tutti pensano: le prime proposte saranno sul caro bollette! e invece no, riguardano l’aborto.

I primi disegni di legge di inizio legislatura sono 3 e vertono tutti su questo tema.

Senza incidere formalmente sulla legge 194 ne rivoluzionano comunque il campo di applicazione.

Delle 3 proposte depositate in Senato, 2 sono a firma del Senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri.

La prima prevede il riconoscimento giuridico del feto attraverso la modifica dell’articolo 1 del Codice Civile.

Questo recita “la capacità giuridica si acquista dal momento della nascita” e “i diritti che la legge riconosce a favore del concepito sono subordinati all’evento della nascita”. Il ddl Gasparri chiede che il riconoscimento della capacità giuridica avvenga già all’atto del concepimento e non solo dopo la nascita.

Nel secondo disegno di legge, sempre a firma Gasparri, nella scorsa legislatura ne erano stati depositati identici a firma di parlamentari del Partito Democratico e la del Movimento 5 Stelle, si propone di istituire la “giornata della vita nascente” per tutelare e incentivare la maternità attraverso le associazioni che si occupano di sostenere le donne che potrebbero decidere di non interrompere la gravidanza.

La proposta numero 3, a firma del senatore della Lega Romeo, è identica a quello dalla stesso senatore presentata nella scorsa legislatura e recita “Disposizioni per la tutela della famiglia e della vita nascente, per la conciliazione tra lavoro e famiglia e delega al Governo per la disciplina del fattore famiglia”. Nel ddl si vuole affermare il principio che “il concepito è riconosciuto quale componente del nucleo familiare a tutti gli effetti” e si chiede di costituire un “fondo per il sostegno della maternità finalizzato all’erogazione di aiuti e contributi per evitare che le donne in stato di gravidanza ricorrano all’interruzione volontaria della medesima” prevedendo che lo stato deleghi alcune “funzioni pubbliche in particolare nel campo educativo” ad associazioni che promuovono “iniziative volte alla conservazione, alla valorizzazione e alla tutela della famiglia”.

Il ddl prevede anche la riforma dei consultori stabilendo che loro finalità sia quella di “assicurare la tutela della vita umana fin dal suo concepimento” e “assicurare interventi di mediazione familiare in caso di conflittualità in presenza di figli minori o disabili anche di maggiore età”.

Le proposte del Senatore della Lega Romeo si avvicinano molto a quanto già affermato dal futuro Presidente del Consiglio on. Giorgia Meloni e possono essere condivise in quanto volte a migliorare il sostegno in favore delle donne che vivono un momento importante della loro vita.

La proposta del Senatore Gasparri di modificare l’art 1 del Codice Civile nella parte in cui afferma che la capacità giuridica si acquista dal momento della nascita è invece di sostanziale rilievo giuridico e di fatto cambierebbe nelle fondamenta la legge 194, anche se …espressamente non la cita! Se infatti il feto acquisisse diritti giuridici, come prevede la proposta Gasparri, la donna che decide di interrompere la gravidanza potrebbe incorrere in conseguenze civili o addirittura penali, sperando che venga almeno previsto che possa giustificare la sua scelta con valide motivazioni (es. malattia, stupro, etc.). La situazione che potrebbe scaturire da una legge così fondata aprirebbe una serie di questioni molto delicate e giuridicamente pericolose.

Una tale novella legislativa, ove approvata, non potrà non limitare, e di molto, per le donne la possibilità di utilizzo di un diritto, quello all’interruzione della gravidanza, già consolidato nel nostro ordinamento. È una posizione che, anche se formalmente non cancella la libertà di scelta della donna, comunque ne può irrimediabilmente limitare la praticabilità.

Durante la campagna elettorale Giorgia Meloni ha detto di non voler né abolire né modificare la legge 194 per come a oggi in Italia disciplina l’interruzione volontaria di gravidanza. Io mi fido del prossimo Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

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