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Jacinda Ardern, la prima ministra che difende donne e minoranze

Dal 26 ottobre 2017 è alla guida della Nuova Zelanda e, dopo una serie di successi politici e sociali, oggi è al suo secondo mandato
Da ottobre 2020, Ardern guida un governo a partito unico: la più grande vittoria mai ottenuta dai laburisti in più di mezzo secolo
Da ottobre 2020, Ardern guida un governo a partito unico: la più grande vittoria mai ottenuta dai laburisti in più di mezzo secolo
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27 ottobre 2021 Aggiornato alle 12:02

Leader del Partito Laburista neozelandese, Jacinda Ardern è la prima ministra della Nuova Zelanda. A ottobre 2020 è stata rieletta alla guida del Paese dopo aver ottenuto il 49,1% dei consensi, una vittoria che le ha assicurato il secondo mandato da premier.

Classe 1980, nata nella città di Hamilton, nel nord dell’isola, non distante dalla città portuale di Auckland. Ardern viene eletta per la prima volta alla Camera dei rappresentanti come deputata di lista nel 2008. Quando diventa premier, il 26 ottobre del 2017, è in un governo di coalizione con il partito nazionalista New Zealand First e con i Verdi.

Come deputata e leader della fazione di centro-sinistra del partito Laburista, Ardern si è sempre battuta per i diritti di giovani e donne, facendosi promotrice di battaglie fondamentali per la società: l’educazione universitaria gratuita, la depenalizzazione dell’aborto, l’istituzione di programmi per ridurre la povertà e, più in generale, ha sempre cercato di includere nella società le persone più emarginate e le minoranze.

Nei suoi quattro anni di mandato, Ardern ha dovuto gestire sfide molto difficili per il Paese: a esempio, nel marzo del 2019, il più grande omicidio di massa nella storia della Nuova Zelanda, a opera di un giovane suprematista bianco all’interno di due moschee a Christchurch, in cui persero la vita 51 persone. Dopo la tragedia, la premier mise al bando la tipologia di armi utilizzate nell’attacco, come fucili automatici, armi da fuoco semiautomatiche di tipo militare - quelle che in Usa sono conosciute come armi d’assalto -, e caricatori, riformando l’Arms Act del 1983. Inoltre Ardern ha risolto questioni legate ai diritti civili, ha iniziato a curare l’aspetto ambientale, riducendo emissioni e cambiando le linee industriali.

La vittoria schiacciante a ottobre del 2020 le ha consentito di non ricorrere ad alcuna coalizione: è stato il primo governo a partito unico da quando il Paese ha adottato il sistema di voto proporzionale in stile tedesco nel 1996, oltre che la più grande vittoria mai ottenuta dai laburisti in più di mezzo secolo. Il successo di Ardern è dovuto principalmente all’ottima gestione della pandemia da parte del suo governo. La Nuova Zelanda, Stato insulare dell’Oceania, a sud-est dell’Australia, conta 5 milioni di abitanti: fino a oggi, solo 5800 persone sono state contagiate dal Covid-19, e 28 sono morte a causa del virus. Un risultato reso possibile, oltre che dalla geografia del Paese, anche dalla tempestività dei provvedimenti volti ad azzerare la trasmissione del virus all’interno della comunità. E anziché organizzare una “guerra al Covid-19”, Ardern ha puntato su una comunicazione incentrata sul motto “uniti si vince”. E ha vinto. A partire da giugno del 2021, Ardern ha promosso una misura da 18 milioni di dollari per distribuire assorbenti gratis alle studentesse: molte in Nuova Zelanda - una su dodici secondo le statistiche del governo - stanno a casa da scuola quando hanno il ciclo perché non possono permettersi di acquistare gli assorbenti.

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Inoltre, la premier ha il merito di aver creato un governo molto inclusivo e diversificato, formato principalmente da donne, come la neo ministra degli Esteri e membro della comunità Maori Nanaia Cybelle Mahuta; il vicepremier e ministro delle Finanze Grant Robertson, primo uomo apertamente gay a ricoprire tale carica nel Paese. Anche il nuovo Parlamento è composto per il 10% da persone appartenenti alla comunità LGBTQ+, con il 48% di deputate donne e 16 legislatori di origini Maori. Il partito nazionalista New Zealand First, con cui Ardern aveva creato un governo di coalizione nel 2017, tre anni dopo ha conquistato solo il 2,6% di voti, perdendo i propri seggi in Parlamento. Un altro segnale che il Paese, con Jacinda Ardern, ha vissuto un cambiamento senza precedenti.