Diritti

L’Italia chiede all’Europa la Tampon Tax al 10%

La battaglia è stata portata avanti dalle associazioni Onde Rosa e We World: se approvata, porterà un risparmio di 10 euro annuo alle donne
Calcolando l’acquisto mensile di due confezioni di assorbenti, in media una donna spende intorno ai 126 euro l’anno
Calcolando l’acquisto mensile di due confezioni di assorbenti, in media una donna spende intorno ai 126 euro l’anno
Tempo di lettura 2 min lettura
20 ottobre 2021 Aggiornato alle 13:00

Gli assorbenti sono un bene di lusso dal 1973, ma ora un po’ meno di prima. Dopo anni di battaglie, tentativi falliti e promesse mancate, il governo Draghi ha inserito l’intervento per ridimensionare la cosiddetta Tampon Tax nel Documento programmatico di bilancio 2022.

Si tratta della tassa sul prezzo di assorbenti, tamponi, coppette mestruali e prodotti per l’igiene per cui l’Italia è tra i peggiori Paesi europei per l’accessibilità a questi prodotti. Dal 1973, infatti, l’aliquota è fissata al 22%, il massimo previsto dal sistema fiscale italiano, ed è la stessa riservata agli oggetti di lusso. Gli assorbenti, diversamente dai rasoi maschili che sono beni di prima necessità, sono tassati come quei beni di consumo superflui per cui si investe una grossa fetta del reddito percepito, agli antipodi rispetto ai beni primari. Un esempio di bene di lusso? Abiti di alta moda, yacht, gioielli, automobili costose.

Calcolando l’acquisto mensile di due confezioni da 14 pezzi ciascuna a 5 euro l’una, in media una donna spende circa 126 euro l’anno. Di questi, ben 23 euro sono di Iva. I movimenti femministi e alcune associazioni come “No tampon tax”, “Tocca a noi” e “Onde rosa”, chiedevano da tempo la riduzione dell’imposta al 5%. La battaglia è stata portata avanti anche dall’organizzazione italiana We World insieme alle deputate Lia Quartapelle e Laura Boldrini e la consigliera comunale di Milano Diana de Marchi. Con la nuova manovra, e il relativo taglio dell’Iva di 12 punti percentuali, il risparmio medio sarà di circa 10 euro all’anno. Per ora il documento messo a punto dal Consiglio dei Ministri è stato inviato a Bruxelles, che dovrebbe accettare la richiesta di ridurre questa e altre imposte nel contesto della prossima legge di bilancio da 23 miliardi.

Rispetto agli altri Paesi europei, l’Italia si posizionava dietro Finlandia, Ungheria, Norvegia, Svezia e Danimarca, dove l’imposta oscilla tra il 27 e il 25%. Segue la Grecia al 13%, poi Portogallo, Belgio e Paesi Bassi al 6%, Francia al 5,5% e Cipro al 5. Se la nostra imposta dovesse scendere al 10% come auspicato, eguaglieremmo Polonia, Estonia, Slovenia, Slovacchia, Austria, Germania e Spagna. Irlanda e Regno Unito l’hanno azzerata, ritenendo necessario rimuovere tutte le barriere ai servizi di salute sessuale e riproduttiva. La Scozia è l’unico Paese al mondo in cui tamponi e assorbenti sono gratis per legge. Per consegnare il premio “miglior lotta alle discriminazioni di classe e genere legate al ciclo mestruale”, è necessario andare oltreoceano: da giugno 2021 la premier neozelandese Jacinda Arden ha deciso di distribuire assorbenti e tamponi gratis alle ragazze di tutte le scuole del Paese.