Ambiente

Scuole chiuse al traffico? Perché no!

Molte città italiane hanno aderito a Streets for kids, la mobilitazione europea organizzata da Clean Cities per chiedere la chiusura al traffico delle vie su cui si affacciano gli istituti scolastici
Credit: Daniela Martinelli e Margherita (7anni)
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
22 ottobre 2022 Aggiornato alle 17:00

Che l’aria delle nostre città sia sempre più inquinata purtroppo non è una novità ma un aspetto di cui si parla pochissimo è l’impatto che questa condizione permanente può avere sui bambini, il cui sistema respiratorio ancora in via di sviluppo sembra risentirne in misura maggiore rispetto a quello degli adulti.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità il 93% dei piccoli che vive nelle grandi aree urbane europee respira aria nociva a livelli considerati critici, con conseguenze che spaziano dallo sviluppo di asma e malattie respiratorie croniche a ritardo nella crescita, scarsa capacità di concentrazione e, nei casi più gravi, cancro, ansia e depressione. Una situazione allarmante che dovrebbe essere in cima all’agenda globale e a quelle dei singoli governi, ma che invece non sembra preoccupare più di tanto.

A colmare il vuoto istituzionale, ci sta però in parte provando Clean Cities, una coalizione europea di oltre 60 Ong, associazioni ambientaliste, think-tank, movimenti di base e organizzazioni della società civile che ha come obiettivo la promozione di una mobilità urbana a zero emissioni entro il 2030.

Una delle iniziative tramite le quali agisce è la mobilitazione europea Streets for kids, che venerdì 21 ottobre ha portato in strada migliaia di persone in tutta Europa, grandi e piccoli uniti per chiedere ai sindaci delle varie città una cosa molto semplice quanto potenzialmente incisiva: la chiusura al traffico nelle strade su cui si affacciano le scuole materne, primarie e medie entro il 2030, cominciando dal nuovo anno scolastico.

Anche l’Italia ha aderito alla giornata, con decine di città coinvolte.

«Tante bambine e bambini occuperanno le vie con giochi, girotondi, disegni, bici insieme ai loro genitori per affermare il diritto a respirare aria pulita, ad avere spazio per giocare e a muoversi in sicurezza da casa a scuola», ha spiegato Anna Becchi, coordinatrice della campagna Strade Scolastiche per Clean Cities Italia.

Scuole e associazioni hanno proposto momenti di discussione, workshop e laboratori a tema ambiente, inserite in un calendario in continuo aggiornamento, al quale è ancora possibile aderire.

Le cosiddette strade scolastiche sono già realtà in alcune città europee come Londra, Barcellona e Parigi e sembrano molto efficaci nel ridurre l’inquinamento locale. Nella capitale inglese, a esempio, avrebbero abbassato i livelli di biossido di azoto fino al 23% e diminuito sensibilmente il traffico veicolare lungo tutto l’arco della giornata, oltre a sensibilizzare genitori e accompagnatori dei bambini verso una mobilità più sostenibile.

Nel nostro Paese, invece, la situazione è ancora sostanzialmente ferma al palo, con le poche sperimentazioni in merito lasciate quasi esclusivamente all’iniziativa volontaria dei genitori, con scarsi risultati in termini di efficacia, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza.

Eppure di una netta inversione di rotta ci sarebbe un gran bisogno visto che l’Italia ha all’attivo tre procedure d’infrazione europee per violazione dei limiti di inquinamento dell’aria su Pm2.5, Pm10 e NO2.

Per far sì che l’impegno non si esaurisca in poche giornate di mobilitazione fisica, al progetto è anche associata la petizione onlineBasta aria inquinata intorno alle scuole,” che chiede ai leader europei di fissare obiettivi ambiziosi di riduzione dell’inquinamento dell’aria, tenendo anche conto delle ultime evidenze scientifiche, secondo le quali l’inquinamento atmosferico danneggerebbe ogni organo umano e non solo l’apparato respiratorio.

«Nel recente rapporto City Ranking pubblicato da Clean Cities, città come Roma e Napoli risultano tra quelle in Europa con meno spazio dedicato a pedoni e bici e Milano e Torino sono le più inquinate del continente», continua Anna Becchi.

Proprio per questo, oltre a migliorare la qualità dell’aria nelle zone limitrofe ai luoghi deputati all’istruzione, la creazione delle strade scolastiche rappresenterebbe un passo in avanti verso la promozione di una mobilità sostenibile e a zero emissioni, che metta al centro lo spazio per le persone e riduca la centralità dell’auto nelle città, potenziando invece la ciclabilità, il trasporto pubblico e la sharing mobility.

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