Diritti

“Situazione inaccettabile e disumana” Medici Senza Frontiere abbandona il confine polacco

“Non abbiamo più accesso all’area”: questo il commento dell’Organizzazione Non Governativa internazionale attiva in oltre 80 paesi, che lancia dure accuse al Governo di Varsavia
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8 gennaio 2022 Aggiornato alle 14:00

È arrivata con un comunicato stampa la notizia che l’organizzazione internazionale non governativa Medici Senza Frontiere non opererà più nel nord-est della Polonia al confine con la Bielorussia. 3 mesi dopo l’invio di un’equipe di emergenza per dare soccorso ai migranti che da mesi provano a raggiungere l’Unione Europea attraversando l’immensa e fitta foresta che divide i due Paesi, l’organizzazione è costretta a concludere l’intervento in Polonia. Il motivo della decisione è il continuo rifiuto delle autorità polacche di concedere alle ONG l’accesso all’area di confine con la Bielorussia, dove uomini, donne e bambini, per lo più provenienti dal Medio Oriente, cercano di sopravvivere per settimane a temperature inferiori allo zero, con un bisogno di assistenza medico-umanitaria.

“Da ottobre chiediamo ripetutamente l’accesso all’area senza successo. Sappiamo che ci sono ancora persone che hanno bisogno di aiuto nascoste nella foresta, ma nonostante il nostro impegno e volontà nell’assisterle, non siamo in grado di poterlo fare sul fronte polacco”, ha dichiarato Frauke Ossig, Coordinatrice dell’intervento di emergenza di Medici senza Frontiere in Polonia e Lituania.

MSF spiega come il team in questi mesi abbia comunque lavorato in Bielorussia, Lituania e Polonia senza mai riuscire a ottenere il permesso di entrare nelle aree di confine di questi tre paesi, nonostante le ripetute richieste alle autorità competenti. La Polonia è l’unico che però ha ratificato un disegno di legge che impone un divieto di accesso nell’area di confine a giornalisti e operatori di ONG. Da settembre 2021 i residenti sono gli unici che possono transitare, entrare e uscire dai 3 km attorno a Kuznica, la cittadina polacca prima del valico di frontiera bielorussa. Proprio grazie a loro, alcune associazioni locali come Grupa Granica (Gruppo di confine), Fundacja Ocalenie (Fondazione della Salvezza), Medycy na granicy (Medici al confine), Rodziny bez Granic (Famiglie senza frontiere) cercano non senza difficoltà di aiutare i migranti portando loro cibo, acqua, vestiti.

“Siamo di fronte a una situazione inaccettabile e disumana. Le persone hanno il diritto di cercare sicurezza e richiedere asilo. Non dovrebbero essere respinte illegittimamente in Bielorussia”, ha detto Ossig, coordinatrice dell’intervento di emergenza di MSF in Polonia e Lituania. Il lavoro dell’organizzazione internazionale, attiva in più di 80 paesi, continuerà comunque in Lituania, Bielorussia e anche in Polonia, dove intende aprire una sede a Varsavia.

Dall’estate del 2021, 21 persone hanno perso la vita nella foresta che divide la Bielorussia dalla Polonia.

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