Ambiente

Buco dell’ozono, sorvegliato speciale

Attualmente ha una dimensione più grande dell’Antartide. Ma secondo il servizio di monitoraggio europeo Copernicus, i suoi livelli stagionali sono nella media, dichiara
Credit: Copernicus Ecmfwf
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5 ottobre 2022 Aggiornato alle 17:00

Dopo i livelli record registrati nel 2020 e nel 2021, il buco dell’ozono sopra il Polo Sud continua a essere un sorvegliato speciale. A renderlo noto è il Copernicus Atmosphere Monitoring Service (Cams), il servizio di monitoraggio sviluppato nel 2014 all’interno del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (Ecmwf).

Dalla fine di agosto le sue dimensioni sono cresciute fino a superare quelle dell’Antartide, ma rispetto ai valori degli ultimi 40 anni i dati del Cams rivelano che i parametri rientrano nella media di sviluppo prevista per questo periodo dell’anno.

Il cosiddetto “buco dell’ozono”, infatti, inizia a formarsi durante la primavera dell’emisfero meridionale, da agosto a ottobre, per raggiungere il massimo nel periodo compreso tra metà settembre e metà ottobre. Ciò avviene sopra l’Antartide a causa delle specifiche condizioni meteorologiche e chimiche che contraddistinguono questa regione.

«Il buco dell’ozono antartico di quest’anno ha iniziato a svilupparsi alla fine di agosto e finora ha seguito tendenze simili a quelle dell’ultimo decennio in termini di area, colonna totale minima, deficit di massa e temperatura minima», ha dichiarato il direttore del Cams Vincent-Henri Peuch.

«Secondo i nostri dati rilevati dall’inizio di settembre, le dimensioni del buco dell’ozono rientrano nella media – ha aggiunto – Ciononostante, terremo sotto controllo lo sviluppo nelle prossime settimane, poiché i buchi dell’ozono nel 2020 e nel 2021 hanno iniziato a diventare eccezionali solamente poco dopo».

Quando si utilizza l’espressione “buco dell’ozono” ci si riferisce propriamente all’assottigliamento dell’ozonosfera, quella parte della stratosfera – lo strato dell’atmosfera terrestre compreso tra circa 15 e 50km di quota – dove si concentra l’ozono (O3), un gas serra fondamentale per la sua funzione di scudo contro i raggi ultravioletti provenienti dal sole, altrimenti dannosi per la salute umana e quella del Pianeta.

Responsabili di tale diminuzione, iniziata a partire dagli anni ’80, una serie di inquinanti prodotti dall’uomo successivamente banditi dal Protocollo di Montreal firmato nel 1987. Tali sostanze tuttavia sono ancora presenti nell’atmosfera, dove resistono per circa un secolo. Secondo le stime dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) bisognerà attendere il 2060 perché si ristabiliscano i livelli di ozono precedenti al 1980.

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