Futuro

Migliorare la memoria? Si può

Uno studio pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience mostra che la stimolazione elettromagnetica ha avuto benefici sulla capacità di ricordare delle persone anziane
Credit: Milad Fakurian/Unsplash
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
23 agosto 2022 Aggiornato alle 19:00

Una nuova tecnica potrebbe aiutare le persone anziane a far fronte al declino della memoria, migliorare il trattamento delle malattie che danneggiano la capacità di ricordare, e aiutare le persone a preparare un esame.

I partecipanti al test sono stati 150, reclutati nell’area metropolitana di Boston tramite annunci pubblicitari su bacheche locali e online: uomini e donne sane, senza deterioramento cognitivo, di età compresa tra i 65 e gli 88 anni. Attraverso una debole stimolazione elettrica cerebrale, hanno sperimentato un miglioramento della memoria un mese dopo l’intervento: gli esperti hanno testato sia la loro memoria “di lavoro” immediata che quella a lungo termine, ottenendo i risultati migliori nei giochi di memorizzazione delle parole.

Lo studio pubblicato sulla celebre rivista Nature Neuroscience spiega come i partecipanti, divisi in tre gruppi, abbiano indossato un copricapo pieno di elettrodi: il primo non ha ricevuto alcuna stimolazione, il secondo solo nell’area del cervello relativa ai ricordi a lungo termine e il terzo in quella a breve termine.

Chi ha ricevuto la stimolazione è stato sottoposto a un trattamento di 20 minuti al giorno per quattro giorni attraverso una corrente elettrica controllata, simile a un formicolio, che alterava le onde cerebrali in regioni mirate del cervello.

I partecipanti, poi, hanno dovuto memorizzare un elenco di 20 parole e i ricercatori hanno valutato i risultati: a coloro che hanno ricevuto stimolazioni cerebrali sono bastati 4 giorni per ottenere un incremento delle capacità di memorizzazione, che giorno dopo giorno sono costantemente migliorate. E i risultati sono rimasti ben visibili anche a distanza di un mese dalla fine dell’esperimento.

Come riporta l’emittente britannica Bbc, il dottor Robert Reinhart, dell’Università di Boston, coautore dello studio insieme alla ricercatrice Wen Wen e ai colleghi Shrey Grover, Vighnesh Viswanathan e Christopher T. Gill, ha descritto la tecnica di stimolazione come «un approccio completamente diverso per isolare e migliorare parti del cervello» che offre «un regno completamente nuovo di potenziali opzioni di trattamento». Questa tecnica «potrebbe causare un miglioramento selettivo della memoria che dura per almeno un mese».

Reinhart ha sottolineato che i risultati migliori sono stati ottenuti dalle persone con le difficoltà di memorizzazione maggiori, anche se l’esperimento non ha incluso nessun malato di Alzheimer o sofferente di demenza senile.

E, nonostante la ricerca sia in una fase ancora preliminare e possa essere applicata solo nei laboratori di ricerca, potrebbe essere utile a scovare nuove forme di prevenzione che non prevedano l’uso di farmaci. Ma solo formicolii.

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