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Escursioni in montagna: cosa fare se ci si perde

I sentieri in mezzo alla natura possono essere insidiosi e perdersi non è una possibilità così remota. Ecco alcuni suggerimenti per evitarlo il più possibile e dritte su come comportarsi in caso succeda
Credit: Lalu Fatoni
Tempo di lettura 6 min lettura
7 maggio 2023 Aggiornato alle 11:00

La montagna ha sempre il suo fascino, per le piste da sci ma anche per i sentieri solitari e rigeneranti, tanto battuti soprattutto in questo periodo. Può capitare però che durante un’escursione o una camminata in montagna si prenda il sentiero sbagliato o si finisca per perdersi in un bosco. Cosa fare e come comportarsi in questo caso?

La prima cosa che vince su tutte è sicuramente quella di non andare nel panico e perdere la lucidità. Al contrario, può essere utile seguire questa semplice guida alla sopravvivenza, fondamentale per escursioni e camminate in montagna.

Cosa fare se ci si perde in un bosco

Esistono regole generali su come comportarsi e indicazioni su cosa fare e cosa non fare mai in caso di smarrimento in montagna. Per prima cosa se si è in gruppo è sempre meglio rimanere uniti, mai separarsi. In zone fredde mantenersi sempre coperti e caldi, indossando qualcosa di visibile e chiaro, che attiri l’attenzione anche a distanza. Non mangiare o toccare niente di cui non si è più che certi. Stare a distanza da pericoli come i corsi d’acqua, dirupi, terreni non stabili e animali.

Appena ci accorgiamo di esserci persi, provare a chiamare qualcuno con il cellulare, se non prende urlare per 10-15 minuti. Se l’esito non è positivo smettere e sedersi in un luogo sicuro, comodo, visibile e non nascosto per recuperare le energie e facilitare l’arrivo dei soccorsi.

Essenziale non andare in panico, la paura è una pessima consigliera.

Per essere individuati è meglio indossare dei vestiti colorati che risaltano nella natura. A volte se si sbaglia sentiero la cosa più semplice è tornare indietro per la stessa strada che si è percorsa all’andata, ma solo se si è estremamente sicuri che sia quello il percorso giusto.

Portarsi sempre con sé una cartina o una mappa cartacea del posto dove ci si inoltra insieme a una bussola, in modo da riuscire a orientarsi. Importante cercare di osservare cosa c’è attorno, così da capire se esistono punti di riferimento da confrontare con una cartina. Cercare di non addormentarsi mai durante l’attesa dei soccorsi, soprattutto se fa freddo, in modo che la temperatura corporea non diminuisca e non si rischi l’ipotermia.

Come ritrovare la strada se ci si perde

Se si intuisce che i soccorsi non arriveranno a breve ecco alcuni consigli su come ritrovare la strada se ci si perde. Fare affidamento sulle bussole per capire dove sono il nord e il sud. Se non le si ha con sé è sempre possibile contare sul fatto che il sole sorge a est e tramonta a ovest. Esiste poi un nord geografico, che si trova osservando il Sole e le stelle, la direzione è quella verso il centro del Polo Nord, e un nord magnetico, che si trova osservando l’ago della bussola, questo dista di circa 3° dal nord geografico e cambia ogni dieci anni.

Ad aiutarci possono essere anche i venti e i punti cardinali. Se ci si trova nel territorio italiano da ciascuno degli otto principali punti cardinali proviene un vento diverso, che aiuta a capire in che punto ci si trova. Dal nord proviene il vento di tramontana, che è freddo e secco, da nordest il grecale, forte e freddo. Spostandoci a est abbiamo il vento levante, caldo e umido, che poi si trasforma, andando verso sudest, in scirocco, un vento ancora più caldo proveniente dal Sahara. Spostandoci a sud quindi ancora verso venti caldi, abbiamo l’ostro e a sudovest il libeccio che spesso è portatore di pioggia. Da ovest invece spira il vento fresco di ponente, ancora più freddo e gelido spostandosi a nordovest il maestrale.

Per ritrovare la strada è poi utile ovviamente avere una mappa della zona, così da indentificare qualsiasi elemento della natura circostante da ricercare sulla cartina come fiumi o monti. Anche la vegetazione può aiutare a ritrovare la strada. Nell’emisfero settentrionale, di solito c’è più verde perché c’è più umidità

Guida di sopravvivenza

Se si decide di intraprendere un’escursione o una camminata in montagna, soprattutto se non accompagnati da guide o persone del posto, bisognerebbe osservare alcune semplici indicazioni che fanno da vera e propria guida di sopravvivenza in caso di necessità.

Non iniziare un’escursione senza prima essersi documentati sul sentiero e aver consultato il bollettino meteo. Avvisare sempre qualcuno dell‘escursione che si sta per compiere, indicando anche il luogo e il tempo in cui si starà via. Calcolare la durata dell’escursione, in modo da non trovarsi a percorrere un sentiero dopo il tramonto se non si è attrezzati per farlo. Bella la natura e i luoghi silenziosi ma meglio avere sempre con sé un mezzo di comunicazione come un cellulare, un trasmettitore CB o un localizzatore GPS, e magari una ricarica portatile per smartphone in modo da non trovarvi senza batteria.

Questa guida di sopravvivenza fa riferimento anche alle regole e alle raccomandazioni del Club Alpino Italiano che consiglia di non andare mai da soli.

I concetti di distanza e tempo sono diversi in montagna rispetto alla città. Saper leggere la mappa, vedendo gli elementi di orientamento geografico tra quelli che si hanno intorno e quelli che sono rappresentati sulla carta, è essenziale. Infine, è utile voltarsi spesso indietro per vedere come è diverso il percorso lasciato alle proprie spalle, per poterlo riconoscere meglio al ritorno. Seguite alla lettera i cartelli che indicano percorsi e sentieri, attraverso colori e numeri e chiedere sempre conferme a chi s’incontra, soprattutto se pastori o gente del luogo.

Non confidare troppo nello smartphone perché soprattutto tra le valli delle montagne, i segnali sono spesso coperti dalle rocce e dalla fitta vegetazione. È sempre prudente avere una batteria di ricambio e una Sim aggiuntiva di un gestore diverso, e inserire nel proprio telefonino il programma di auto localizzazione di Google Map. Non dare per scontato però che la tecnologia del navigatore o del Gps siano sufficienti a risolvere tutti i problemi. Molti escursionisti si perdono per con il Pps che determina rotte, quote e percorsi altimetrici attraverso coordinate geografiche che richiedono però una conoscenza molto più tecnica e interpretazione dello strumento satellitare. Sia il Gps sia le carte topografiche quindi, vanno studiate bene prima di partire.

Potrebbe essere un vantaggio lasciare segnali di ritrovamento nelle zone in cui ci si è persi, riportando mentalmente o su un taccuino, tracce di percorso, punti di riconoscimento e calcolando con prudenza le distanze e le difficoltà del tragitto. Il ritorno infatti, per stanchezza, è sempre più difficoltoso dell’andata. Se invece si fa parte di un’escursione organizzata con più persone, la raccomandazione è quella di restare in gruppo.

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