Economia

Le ripercussioni globali della crisi del riso asiatico

Si temono possibili restrizioni alle esportazioni di fronte a una violenta impennata dei prezzi, proprio ora che molte persone in Africa e Asia vi stanno facendo sempre più affidamento
Credit: Yang Qing/Xinhua via ZUMA Press
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15 luglio 2022 Aggiornato alle 21:00

L’intrecciarsi della crisi energetica con la guerra in corso in Ucraina sta moltiplicando gli effetti inflattivi nelle varie economie del pianeta, ma soprattutto sta aumentando drasticamente i prezzi delle materie prime, fra cui quelle legate al cibo. Con effetti a catena che stanno arrivando a coinvolgere le coltivazioni di riso nel continente asiatico, sottoposte a forti pressioni economiche a causa del rialzo dei prezzi dei fertilizzanti.

Due dei maggiori produttori di riso al mondo, Thailandia e Vietnam, hanno intavolato nelle ultime settimane una serie di discussioni per modificare congiuntamente il prezzo: «Miriamo ad aumentare i prezzi del riso, incrementare gli introiti degli agricoltori e aumentare il potere contrattuale nel mercato globale. Il prezzo è stato basso per più di 20 anni mentre i costi di produzione sono aumentati», ha dichiarato il portavoce del governo thailandese Thanakorn Wangboonkongchana.

Misure che hanno innescato enormi timori in Asia, dove diverse nazioni sono preoccupate del possibile “effetto contagio” sui prezzi globali, con possibili restrizioni all’export e con conseguenze disastrose per le popolazioni, dato che il riso rappresenta la fonte principale di cibo per circa tre miliardi di persone.

Uno shock che era già stato sperimentato nel 2008, quando in seguito allo svilupparsi della crisi finanziaria mondiale il prezzo del riso aumentò di oltre il 30% nel Sud Est asiatico, innescando molteplici reazioni a catena.

Peter Timmers, professore emerito della Harvard University che ha condotto studi sulla sicurezza alimentare per decenni, ha recentemente affermato: «La lezione del 2008 è: non spaventare i mercati. Essere attenti su cosa fare con i controlli sulle importazioni ed esportazioni di riso».

Il timore deriva dalle possibili restrizioni alle esportazioni che potrebbero scattare di fronte a una violenta impennata dei prezzi, specialmente ora che una considerevole fetta della popolazione asiatica e africana sta facendo affidamento sulle coltivazioni di riso dopo il caos che ha investito il mercato del grano e i suoi rifornimenti globali.

Il principale esportatore planetario di riso, l’India, per il momento sta garantendo e aumentando le esportazioni rallentando la corsa dei prezzi. «Guardando alla situazione attuale, l’India sta fungendo da ancora di salvezza per i prezzi con le sue grosse esportazioni», ha dichiarato il vicepresidente Subramanian della “The Rice Trader”.

Anche la Cina, primo importatore globale di riso, dovrebbe riuscire a garantire un minimo di stabilità nei mercati internazionali, anche se il peggioramento della crisi climatica-ambientale potrebbe comportare ulteriori complicazioni nel settore agricolo, tramite siccità e gravi alluvioni, con inevitabili ripercussioni su tutto il mondo, a partire dai Paesi più poveri presenti soprattutto in Africa.

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