Ambiente

La Spagna più secca degli ultimi 1200 anni

Una ricerca pubblicata su Nature Geoscience attribuisce la siccità da record della penisola iberica agli effetti del cambiamento climatico sull’anticiclone delle Azzorre
Credit: EPA/JOSE COELHO
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
7 luglio 2022 Aggiornato alle 07:00

Spagna e Portogallo stanno fronteggiando il clima più secco degli ultimi 1200 anni.

Ad affermarlo è una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Geoscience, che ha analizzato dati meteorologici risalenti alla metà del IXX secolo e modelli informatici che replicano il clima fino all’850 d.C.

A causare la siccità, secondo gli studi, è il modo in cui il cambiamento climatico ha inciso sull’anticiclone delle Azzorre, la dorsale atmosferica ad alta pressione presente sull’Oceano Atlantico fondamentale per modulare il trasporto dell’umidità oceanica verso l’Europa.

Variazioni in termini di intensità e dimensioni dell’area anticiclonica influiscono sulle precipitazioni in tutta l’Europa occidentale, in particolare durante l’inverno.

Gli studiosi hanno rilevato che gli inverni con un’ampia estensione dell’anticiclone sono diventati molto più comuni nell’era industriale, passando da un inverno su 10 prima del 1850 a uno su 4 a partire dal 1980.

Questi picchi spingono le precipitazioni verso nord, rendendo più probabili gli acquazzoni nel Regno Unito settentrionale e in Scandinavia e determinando condizioni anomale di siccità in tutto il Mediterraneo occidentale, tra cui la penisola iberica.

Già nella primavera di quest’anno, la Spagna è stata colpita dall’ondata di caldo più alta mai registrata nel Paese, con temperature che a maggio hanno superato i 40°C.

Dal 1950 le precipitazioni sono diminuite di 5-10 mm l’anno, con un ulteriore calo del 10-20% delle piogge invernali previsto entro la fine del secolo.

«Quello che stiamo vedendo con l’espansione delle Azzorre è una cattiva notizia per le precipitazioni invernali nella penisola iberica. Ciò ha gravi implicazioni per l’agricoltura e altri settori che dipendono dalle risorse

idriche», afferma la coautrice dello studio Caroline Ummenhofer, oceanografa fisica presso la Woods Hole Oceanographic Institution.

Oltre a utilizzare le simulazioni dei modelli climatici, i ricercatori hanno fatto ricorso a dati paleoclimatici ricavati dalle stalagmiti nella grotta di Buraca Gloriosa in Portogallo.

La chimica del carbonato di calcio di stalattiti e stalagmiti, infatti, varia a seconda delle condizioni ambientali, quindi gli scienziati possono osservare la concentrazione dell’isotopo di carbonio per determinare i livelli storici di pioggia.

«Sebbene le nostre precedenti scoperte sull’uso degli speleotemi (stalattiti e stalagmiti, ndr) suggerissero grandi cambiamenti nell’idroclima negli ultimi 1.000 anni, la capacità di diagnosticare le cause più probabili di questi cambiamenti è entusiasmante», ha dichiarato Ummenhofer.

«La recente siccità in Portogallo è principalmente correlata alla forzante dei gas serra che causa un’espansione dell’anticiclone delle Azzorre», conclude, «mentre i cambiamenti precedenti erano in gran parte legati al comportamento non stazionario e all’intensità relativa del sistema dell’anticiclone».

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