Diritti

Politicizzazione sportiva: il caso Rybakina

L’atleta, di origini russe, nel 2018 aveva cambiato nazionalità dopo un’offerta ufficiale da parte della Federazione del Kazakistan. Cosa che le ha permesso di evitare l’effetto delle sanzioni occidentali ma non le polemiche
Credit: EPA/NEIL HALL EDITORIAL
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16 luglio 2022 Aggiornato alle 07:00

Fin dall’inizio del conflitto, gli effetti dell’invasione russa dell’Ucraina si sono riflessi anche sul mondo dello sport, dove diverse federazioni ed enti hanno vietato agli atleti russi e bielorussi di partecipare a varie competizioni sportive internazionali. Questo divieto ha coinvolto anche il prestigioso torneo di Wimbledon, il più antico evento sportivo del tennis, con ampie discussioni e accuse incrociate che continuano a persistere.

Lo scontro a tutti i livelli fra l’Occidente e la Russia ha finito per coinvolgere anche la nuova vincitrice dell’edizione attuale del torneo Elena Rybakina che, nonostante la splendida vittoria, a 23 anni si è ritrovata al centro di numerose polemiche a seguito della conferenza stampa avvenuta dopo la finale.

L’atleta, di origini russe, nel 2018 aveva cambiato nazionalità dopo un’offerta ufficiale da parte della Federazione del Kazakistan, cosa che le ha permesso di evitare l’effetto delle sanzioni occidentali. Ma proprio le sue origini sono state strumentalizzate da più parti, a causa anche di domande poste da alcuni giornalisti durante la suddetta conferenza stampa, dove le è stato chiesto se avesse timori di una strumentalizzazione della sua vittoria da parte russa. Un sospetto avanzato dopo le dichiarazioni del presidente della Federazione russa di tennis Shamil Tarpishchev, che ha definito l’atleta un proprio “prodotto” dichiarando che «è della scuola russa, dopotutto. Ha giocato qui con noi per lungo tempo, e ora in Kazakistan».

La giovane atleta, piuttosto imbarazzata, alla conferenza ha risposto: «Non so cosa sta succedendo. Ci sono sempre alcune polemiche, ma io non posso farci niente a riguardo». Ma successivamente un altro giornalista le chiesto se era disposta a condannare le azioni russe, ottenendo un’ulteriore risposta dalla tennista: «Posso solo dire che io rappresento il Kazakistan. Non ho scelto dove sono nata».

Questo scambio di battute ha suscitato in diversi fans della sportiva e in certi commentatori una serie di violente reazioni contro la stampa, accusata di mettere in cattiva luce la giovane vincitrice. In certi casi alcuni sono arrivati a manipolare la conferenza, pubblicando solo alcuni spezzoni di video e collegando le domande dei giornalisti al successivo pianto della Rybakina, che nulla aveva a che fare con le due domande in questione.

La politicizzazione degli eventi sportivi internazionali rimane uno degli obiettivi delle campagne di disinformazione e propaganda, con anche strumentalizzazioni che finiscono per travisare l’operato dei giornalisti generando spesso polemiche pretestuose e discutibili.

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